Per: dott.ssa ersilia garbagnati - risposta su ft3 alterato

29 maggio 2007

Per: dott.ssa ersilia garbagnati - risposta su ft3 alterato


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23 maggio 2007

Per: dott.ssa ersilia garbagnati - risposta su ft3 alterato

Ho letto la sua interessante risposta all'utente che ha inviato la domanda relativa al dato ft3 alterato; chiedo un piccolo approfondimento sull'uso del sale iodato. Vivo nel Modenese ed in questa zona dell'emilia sono veramente molti i casi di donne con problemi di malfunzionamento alla tiroide, anche se spesso non sono accompagnati da presenza vera e propria di gozzo. Io stessa conosco molti casi fra parenti e conoscenti. Le informazioni che da più parti (medici e media compresi) si ricevono, indicano parere positivo all'uso del sale iodato per garantire un sano funzionamento della tiroide.
Proprio per questo da un paio di anni ho sostituito quello marino a quello iodato. Ho anch'io due bimbi e pertanto la sua perplessità sui benefici dell'uso del sale iodato anche per chi non ha familiarità con problemi di gozzo mi ha suscitato preoccupazione. Non starò sbagliando, pensando di fare bene?
Le chiedo gentilmente dove trovare ulteriori informazioni.
Grazie.

Risposta del 29 maggio 2007

Risposta a cura di:
Dott.ssa ERSILIA GARBAGNATI


Gentile Signora, proverò a spiegare le mie perplessità sulla iodoprofilassi indiscriminata.

Lo iodio è il più importante costituente degli ormoni tiroidei, dalla cui funzione dipende uno sviluppo ottimale degli organi, in particolare del tessuto nervoso e dello scheletro. Assumiamo iodio attraverso gli alimenti e le bevande, che a loro volta lo prendono dal terreno. In tutto il mondo, sia nei paesi ad economia depressa, sia in quelli industrializzati, vi sono aree caratterizzate da grave deficit di iodio. In queste, dette aree di endemia gozzigena, si manifestano in percentuale elevata (più del 10% della popolazione) disturbi gravi, quali gozzo, cretinismo, sordomutismo. . . La iodoprofilassi, attuata attraverso l'aggiunta di ioduro di potassio al sale da cucina, ha permesso in molti paesi di eliminare quasi completamente questa patologia. La pratica va quindi estesa a tutto il pianeta, come sembra suggerire l'OMS orientata a "eradicare" il gozzo endemico? A mio giudizio, occorre prima riflettere su alcuni problemi.

Nelle areee ad endemia gozzigena molti soggetti, pur essendo esposti allo stesso deficit iodico dei malati, non mostrano clinicamente i danni carenziali. Questo suggerisce che la ridotta assunzione alimentare di iodio potrebbe essere responsabile della patologia solo se in associazione con altre condizioni, quali, ad esempio, difetti parziali ereditari della sintesi degli ormoni tiroidei, particolari abitudini alimentari caratterizzati da assunzione protratta di sostanze gozzigene, altri fattori non noti. Condizioni queste che potrebbero spiegare anche l'eccesso di patologia tiroidea (tiroiditi, tumori. . . ) osservato nelle zone gozzigene.

La iodoprofilassi prevede l'assunzione per periodi prolungati (o per tutta la vita!) di iodio in aggiunta a quello contenuto nei cibi. Ora, un eccesso di iodio è sicuramente innocuo o può essere dannoso? Non abbiamo molte informazioni al riguardo, anche perchè i gruppi di studio che propongono la iodoprofilassi non valutano gli effetti della sostanza sui soggetti non deficitari (indagini costose, da ripetere sistematicamente per lungo tempo). Grazie agli screening neonatali per la diagnosi precoce dell'ipotiroidismo congenito sappiamo, tuttavia, che il neonato esposto ad un carico di iodio (per disinfettanti materni, oppure per uso diagnostico di mezzi di contrasto iodati) presenta un ipotiroidismo transitorio, che è una condizione sfavorevole in quanto espone il bambino ad un deficit di ormoni tiroidei in un periodo critico per lo sviluppo del suo tessuto nervoso. La letteratura scientifica, inoltre, segnala come iodoprofilassi mal condotte (ad es. in Africa) siano state associate alla comparsa di tireotossicosi.

Che cosa può succedere se si somministra iodio in eccesso e per un periodo prolungato in un soggetto con normale funzionalità tiroidea? Nei primi tempi nulla, perchè il nostro organismo è una macchina meravigliosa, che reagisce ad un insulto esterno, tendente ad alterare l'equilibrio metabolico, attivando meccanismi di compenso (la ragazzina alla quale la Sua lettera fa riferimento avrebbe fatto solo indagini di routine, sarebbe cioè asintomatica; ma la piccola e persistente anomalia biochimica osservata è sicuramente meritevole di attenzione). La comparsa di sintomi disfunzionali dipenderà dalla capacità dell'organismo stesso di mantenere nel tempo il controllo del proprio equilibrio metabolico. Ma quando la patologia inizierà a manifestarsi, chi si ricorderà più di ricercarne la causa nella somministrazione inappropriata di iodio dovuta alla iodoprofilassi?

Che cosa può fare una mamma preoccupata? Sappiamo che la valutazione dell'escrezione urinaria di iodio è il mezzo migliore a nostra disposizione per identificare un eventuale apporto eccessivo. Nel caso questo avvenisse (fare due-tre esami per soggetto sul campione di urine del mattino), è sufficiente sospendere l'utilizzo del sale iodato. L'escrezione urinaria di iodio considerata normale sarebbe attorno ai 150 mcg/L, mentre valori inferiori a 100 indicherebbero un apporto insufficiente.

Cordiali saluti

Dott. Ssa Ersilia Garbagnati
Specialista attività privata
Specialista in Pediatria e Neonatologia
MILANO (MI)



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