Please..una spalla su cui piangere...

23 marzo 2005

Please..una spalla su cui piangere...


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20 marzo 2005

Please..una spalla su cui piangere...

Ho effettuato ieri il solito controllo trimestrale con l'endocrinologa, con cui non sono per nente in sintonia. Per famiglarità con madre diabetica tengo sotto controllo la glicemia : ultimi valori 110 a digiuno, 81 postprandiale, dimagrendo nell'arco di un anno 11 kg. (peso attuale 56kg. per 158 di altezza, anni 53 lavoro par time e 30 min/giorno di cyclette. Appena sono entrata la prima domanda è stata "spero che lei sia dimagrita", suscitanto il mio nervosismo poichè tre mesi fa ero 58 kg. Il peso ideale da raggiungere secondo la d. Ssa è 53 kg per avere un margine di sicurezza, peso da tenere per sempre per tutta la vita pena il diabete come mia madre. Ora. . . questa famigliarità è una spada di Democle che mi sta rovinando la vita, praticamente vivo quasi con la certezza di andare incontro allo stesso destino di mia madre e la d. Ssa non perde occasione di dirmelo, senza mai avere ricevuto da lei un incoraggiamento per tutta la fatica che sto facendo per mantenermi in salute. Io non voglio essere gratificata e coccolato, ma neanche avere l'ansia imperitura ad ogni visita di controllo. Non sono una psicologa ma ogni tanto un supporto positivo mi farebbe bene, infatti la frase con cui sono stata liquidata "mi raccomando non ingrassi" è stata deleteria. sono tornata a casa e mi sono mangiata un bacio Perugina (cosa che non ho fatto da maggio dell'anno scorso) provando un piacere simile all'orgasmo. . . Sono decisamente demoralizzata. . . Maurizia

Risposta del 23 marzo 2005

Risposta a cura di:
Dott.ssa MARIA ADELAIDE BALDO


lei entra nel merito del delicatissimo problema della relazione medico-paziente. A volte è molto difficile trovare un livello di reciproca comprensione e ci possono essere spiacevoli fraintendimenti. Mi pare di capire che il punto sia che lei deve seguire una dieta e che la sua dottoressa è preoccupata che questo non accada come dovuto. Può essere che lei abbia bisogno di un approccio più soft e più materno. Credo però anche che, di fronte ad un problema di salute, sia lei stessa che deve trovare le strategie migliori per realizzare l'obiettivo. Se poi a lei sembra che l'obiettivo proposto sia troppo rigido, farebbe bene a parlarne direttamente con la sua dottoressa:sono convinta che se si vuole ci si può capire. Se invece pensa di avere la neccessità di un supporto più specifico, allora forse è meglio che si rivolga ad uno psicologo che la sappia motivarla correttamente nel rapporto col cibo. Auguri! ( sa che mi ha fatto venire la voglia di un bacio perugina?)

Dott. Ssa M. Adelaide Baldo
Specialista attività privata
Specialista in Psicologia
BRESCIA (BS)



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