Prostata

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Cerco di essere sintetico: ho 38 anni. il 24/11/1999, forte febbre e dolori al momento di urinare, diagnosi prostatite acuta. Nel 2002 e nel 2004 esami connessi al controllo della prostata (ispezione rettale ed ecografia) tutti con esito negativo. Il 03/07/2007 febbre alta e dolori nell'urinare, diagnosi un nuovo caso di prostatite acuta e consiglio un successivo esame del PSA. In data 04/09/07 e 10/09/07, controlli del PSA con i seguenti valori: PSA tot. 7, 95; poi PSA totale 10, libero 0, 7, rapporto 7, 87. Conseguentemente, il medico mi prescrive una cura di circa 30 gg. (ciproxin, bassado, depomedrol, fluimucil). In data 12/10/07 effettuo nuovamente il controllo del PSA e mi risulta il seguente valore: PSA totale 5, 86, libero, 0, 05. Conseguentemente, il medico mi prescrive ulteriore cura di 15 gg. (mictasone, ribotrex, permixon). In data 08/11/07 ricontrollo il PSA e mi riisulta totale 5, 8, libero, 0, 7. Il medico mi consiglia ulteriore cura per un mese con difaprost e mi richiede un ulteriore controllo del PSA tra 20 gg. ed eventuale biopsia. Per completezza, dal caso acuto del mese di luglio c. A. non avverto alcun dolore o fastidio; nei vari controlli (ispezione rettale ed ecografia) la prostata mi risulta nei limiti della norma, regolare, pastosa, con vistose plurime calcificazioni, assenza di noduli. A questo punto, che devo fare? Mi devo preoccupare? L'eventuale bioposia è consigliabile?

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