Psicoterapia-psicanalisi-farmaci???

24 luglio 2006

Psicoterapia-psicanalisi-farmaci???


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21 luglio 2006

Psicoterapia-psicanalisi-farmaci???

Buona sera, pongo la questione ai medici che gentilmente forniscono questo servizio, in particolare al dott. Palmieri e alla dott. Ssa Baldo. Ho 31 anni, avevo già scritto al dott. Palmieri che mi aveva consigliato di rivolgermi alla società psicanalitica della mia città, e così ho fatto. Ho consultato quindi due psicanalisti che sono anche medici, per alcuni disturbi di ansia che in certi periodi non riesco a gestire adeguatamente. Premetto che non assumo farmaci ma, al bisogno le crisi le faccio passare con 5 gocce di xanax. Uno dei due mi ha prescritto lo zoloft, lasciandomi un pò spiazzata, perchè pur non essendo preparata in materia, credevo che il farmaco fosse una scelta da fare in casi, diciamo così, "estremi", cioè in presenza di una patologia veramente invalidante o, comunque, in ultima analisi dopo un tentativo almeno di psicoterapia, almeno nel mio caso. Io sono spesso avvilita per i disturbi che ogni tanto compaiono ( dispnea, agitazione, voglia di non fare niente, scoramento), ma non vivo da reclusa nè sono asociale. La prescrizione del primo medico, che mi aveva fatto una buna impressione, mi è sembtrata, insomma, frettolosa. Il secondo, che ho consultato oggi, mi ha detto che nel mio caso escluderebbe un impiego di farmaci (xanax a parte, al bisogno, continuando come adesso) e mi ha consigliato un ciclo di psicoterapia, una decina di sedute da diluire in max 6 mesi, per poi valutare insieme la possibilità di fare un percorso di tipo analitico. Mi rimane questo dubbio. . . Ma qual è il limite oltre il quale il farmaco è indispensabile? E' normale prescriverlo dopo una mezz'ora di colloquio?Anche perchè questi farmaci vanno presi a lungo, se non sbaglio. . . E la psicoterapia ha un numero variabile di sedute, in base alla risposta del paziente? Sono confusa, opterei per la serie di sedute senza uso del farmaco, ma, nei limiti del possibile e rendendomi conto che ogni caso è a sè, vorrei sapere cosa ne pensate. grazie se vorrete rispondermi.

Risposta del 24 luglio 2006

Risposta a cura di:
Dott. GASPARE PALMIERI


E' difficile stabilire il limite oltre il quale il farmaco sia necessario. E' comunque fondamentale che la persona sia d'accordo nell'assumerlo. E' una scelta che si fa d'accordo con il paziente. nel suo caso visto che i disturbi non sono così invalidanti si può effettivamente prendere o non prendere. diciamo che talvolta può essere una scorciatoia per stare meglio prima o una stampella per camminare meglio in un periodo difficile. Il fatto di prescriverlo dopo un solo colloquio è normale, visto che lo zoloft è un antidepressivo ben tollerato di solito e largamente usato.
se si sente che la psicoterapia sia la cosa che può aiutarla maggiormente percorre tale strada. La proposta che le ha fatto l'analista mi sembra buona, è come dire vediamoci per un periodo per vedere se la psicoterapia potrà aiutarla sul serio. la psicoterapia ha una durata variabile di sedute in base alla risposta di solito. In alcuni casi (abbastanza rari) ha un numero fisso di sedute fin dall'inizio, soprattutto per problemi molto specifici.

Dott. Gaspare Palmieri
Casa di cura convenzionata
Specialista attività privata
Specialista in Psichiatria
MODENA (MO)

Risposta del 24 luglio 2006

Risposta a cura di:
Dott.ssa MARIA ADELAIDE BALDO


Solitamente il colloquio è sufficiente a far capire allo specialista se e quale farmaco usare. Infatti l'abilità dello specialista sta proprio nel riconoscere dal colloquio quelle variabili che orientano verso la diagnosi e verso la prescrizione farmacologica. Purtroppo c'è molta confusione da parte dei pazienti circa l'uso dei farmaci e anche lei crede che prendere un farmaco corrisponda a fare una diagnosi di gravità. In realtà il farmaco serve a tenere sotto controllo i sintomi che, sempre, anche l'origine è picologica, si manifestano attraverso meccanismi biologici. Quindi è sbagliato pensare che farmaco=patologia grave.
Il farmaco a lei consigliato è tra i più tollerati e appartiene ad una categoria che si usa molto frequentemente per le ragioni che le ho detto. Io credo che, data anche la sua giovane età, un percorso di psicoterapia analitica sia quello più indicato. Mi sembra che lo specialista abbia agito correttamente suggerendole di fare alcune sedute prima di prendere una decisione in quel senso. Le terapie brevi solo in alcuni casi danno buoni risultati, ma è anche vero che per iniziale una psicoterapia analitica bisogna essere più che convinti, dal momento che si tratta di un percorso lungo. Che dà sicuramente ottimi risultati, se gestito da specialista ben preparato.

Dott. Ssa M. Adelaide Baldo
Specialista attività privata
Specialista in Psicologia
BRESCIA (BS)



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