Sono preocupata

29 dicembre 2006

Sono preocupata


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22 dicembre 2006

Sono preocupata

salve dottore, io sono in gravida 8 settimana ed ho scoperto che ho il toxoplasmosi, la mia dottoressa mi ha detto di prendere la spiramicina con antibiotico ma io sono preocupata vorrei sapere che ce la speranza di guarire e saltare uesto periodo, grazie

Risposta del 29 dicembre 2006

Risposta a cura di:
Dott.ssa BENEDETTA BRUNDU


Contrarre la toxoplasmosi in gravidanza è un rischio cui sono esposte tutte le donne non immunizzate precedentemente. La terapia suggerita dalla sua ginecologa è corretta, efficace ed è anche l'unica possibile e imprescindibile. Ciò non esclude comunque una possibile Influenza di questo protozoo sul corretto sviluppo del feto. Sarà necessario seguire la gravidanza progressivamente, anche con controlli ecografici seriati e ravvicinati soprattutto nel secondo trimestre per escludere questa eventualità.
In una gestante, a seguito di una infezione da toxoplasmosi ben documentata da esami immunologici, l'infezione fetale avviene nel corso della fase in cui il toxopl Asma si trova nel sangue. Si tratta di un periodo limitato nel tempo e non è protratto per tutta la gravidanza. Si rammenta che:

Va ricordato comunque che un'infezione fetale non significa danno fetale, neonatale o infantile;

toxoplasmosi congenita conclamata),
2) condizioni cliniche lievi,
3) sequele tardive (tra cui ipoacusia, deficit intellettivi, infezioni della retina),
4) forme subcliniche senza alcuna sintomatologia;

E' inoltre buona norma mettersi in contatto con un centro specializzato, in primis per un consulto infettivologico e successivamente per eseguire intorno alla 20-24esima settimana una diagnosi prenatale sul liquido amniotico (tramite amniocentesi) e/o su sangue del cordone ombelicale del feto (tramite funicolocentesi).

Le tecniche di diagnosi prenatale sono varie e comprendono prove immunologiche, biologiche (inoculazione nel topo) e molecolari (indagine sul DNA del toxopl Asma ).
La presenza di infezione fetale non implica un danno (evidente nel feto o in seguito nel neonato o bambino).

Se la diagnosi prenatale indica la presenza di infezione del feto è utile iniziare nella madre una adeguata terapia contro la toxoplasmosi. Di solito ciò si verifica dopo la 24-30esima settimana di gestazione. Esistono vari schemi terapeutici di simile efficacia, variabili in base all'età gestazionale del feto. È noto che:

il rischio che un feto, la cui madre sia stata trattata con spiramicina, presenti un danno fetale grave (di solito evidente all'ecografia - 70-80% dei casi), è indicato nella tabella 2 e come si può notare è globalmente del 2, 6% sul totale dei casi e del 37% su quelli nei quali si era dimostrata un'infezione fetale. Il danno fetale grave, nonostante la terapia, implica quadri di idrocefalo, ritardo mentale, alterazioni neurologiche, convulsioni, epato-splenomegalia;

il rischio che un feto (che abbia contratto l'infezione in gravidanza, ma che sia risultato del tutto normale all'ecografia, e che sia stato trattato adeguatamente), presenti qualche problema importante nel periodo neonatale o in seguito è molto basso (inferiore al 5%);

il rischio che un neonato-bambino con segni di infezione pre o neonatali presenti dei segni clinici lievi o sequele tardive (infezione della retina, calcificazioni endocraniche) è complessivamente del 12, 4% e di solito tuttavia questi segni non alterano sensibilmente lo sviluppo psico-motorio.

Infine al momento della nascita è indispensabile far controllare il neonato in centro specializzato e se necessario iniziare una terapia adeguata, per ridurre l'eventuale danno tardivo dell'infezione da toxopl Asma. Si ricorda che l'infezione da toxoplasmosi conferisce un'immunità permanente e quindi non darà problemi nelle future gravidanze, né alla mamma né al nascituro.

Dott. Ssa Benedetta Brundu
Specialista in Ginecologia e ostetricia



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