Spossatezza generalizzata e cronica

30 settembre 2006

Spossatezza generalizzata e cronica


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25 settembre 2006

Spossatezza generalizzata e cronica

Ho 41 anni, obeso (122 kg x 180 cm), fumatore moderato, non bevo e non uso stupefacenti. I miei valori dei trigliceridi sono generalmente superiori al normale (tra 240 e 300) mentre i valori di colesterolo rimangono nella norma (sebbene vicini ai valori massimi). Anche la glicemia è generalmente normale sebbene abbia una familiarità con il diabete (forme piuttosto leggere delle quali soffre mia madre ed ha sofferto mia nonna materna) La mia pressione è generalmente 90-140. Da circa un anno ho iniziato un percorso di "rieducazione alimentare" (con l'apporto di nutrizionisti, psicologi, psichiatri ed altri specialisti) che mi ha portato a raggiungere gli obiettivi sinora fissati (arresto dell'incremento di peso e perdita di tre kg. ). In tale contesto il senso generalizzato di spossatezza che avverto sin dal mattino e per tutto il giorno non solo non è diminuito ma è aumentato. Dormo poco (ho delle apnee notturne). Mi sento perennemente assonnato, stanchissimo e, a volte, sudo esageratamente anche se non è caldo. Anche rimanere a casa e dormire per un giorno intero non mi crea alcun giovamento e, per quanti sforzi faccia, mi riesce difficile iniziare delle attività motorie. Vorrei un consiglio su quali accertamenti eseguire e quali figure professionali interpellare per individuare il problema (o i problemi). Un ringraziamento A.

Risposta del 30 settembre 2006

Risposta a cura di:
Dott. ALBERTO MOSCHINI


Egregio, lei ha una sindrome metabolica, caratterizzata da iperinsulinemia, insulino-resistenza, obesità, Diabete di tipo due, Ipertensione arteriosa, alterazioni arteriosclerotiche. Lei, per ora, ha solamente i primi tre, poiché ancora il Diabete non si è verificato, ma le azioni terapeutiche effettuate, non hanno risolto completamente le problematiche esistenti, come l’insulino-resistenza e l’iperinsulinemia, che sono alla base della sindrome metabolica e sono all’inizio del soprappeso e obesità. Infatti la sua spossatezza è provocata dal diminuito apporto di microelementi, proteine, derivanti dalla modificazione dell’apporto nutrizionale, che non corrisponde alla sua esigenza quotidiana. La sua “rieducazione alimentare”, non corrisponde al consumo giornaliero che le è necessario. L’intervento che va applicato, deve essere rivolto, non solo sulla rieducazione alimentare, che deve essere consona al consumo giornaliero, calcolato non in base al carico glicemico giornaliero, prodotto dai cibi assunti, in base al loro indice glicemico, infatti è proprio questo, che va a provocare l’insulino-resistenza e l’iperinsulinemia, che iniziano tutto il processo metabolico del soprappeso, creando anche l’alterazione della regolazione dell’assunzione del cibo.
L’organismo non sa cosa noi mangiamo, conosce solamente quello che avviene successivamente all’assorbimento, il contenuto in glucosio, sali minerali e vitamine, microelementi, amminoacidi, contenuti nelle proteine; se questi elementi sono scarsi, crea nuovamente la necessità di assumere cibo. Nel caso in cui il glucosio sia eccessivo, deve produrre una quantità superiore di insulina, che fa entrare il glucosio nelle cellule, le quali, trovandone una quantità eccessiva rispetto alla loro esigenza, non solo lo depositano in grasso, ma chiudono i loro recettori dell’insulina, diventando insulino-resistenti; infatti la quantità eccessiva di glucosio che arriva è eccessiva e ritenuta tossica, glucotossicità, quindi chiudono l’arrivo. La continua assunzione di cibi con alto indice glicemico, persevera l’aumento della glicemia, le cellule hanno chiuso l’ingresso, l’organismo non ha possibilità di diminuire la glicemia, per cui deve per forza produrre una quantità superiore, per superiore la barriera dell’insulino-resistenza. In questo caso, l’iperinsulinemia, permette l’ingresso del glucosio nella cellula, che aumenta la sua insulino-resistenza; praticamente è un circolo vizioso. Inoltre l’insulina è un ormone che favorisce il deposito e l’aumento dell’assunzione del cibo.
Questo è l’inizio del soprappeso, favorito anche dalla alterazione del tessuto adiposo, che deve essere considerato, non come un tessuto di deposito, ci levo e ci metto a mio piacimento, ma è un organo endocrino, che produce ben 26 proteine con effetto ormonale, fra cui anche molte proteine, citochine, che intervengono nel processo infiammatorio, nella regolazione della pressione arteriosa, nella regolazione del tono dell’umore e dell’assunzione del cibo. Quindi il tessuto adiposo come organo endocrino, che fa parte dell’asse HPA, Hypothalamic Pituitary Adrenal axis nelle sue funzioni, la PNEI, psiconeuroendocrinoimmunologia, quindi ha una grande Influenza su tutte le ghiandole, soprattutto tiroide e gonadi.
La disregolazione di questo organo adiposo, influisce anche sulla regolazione di ormoni che Influenza no la regolazione dell’assunzione del cibo, che vengono secreti anche da questo. Leptina, adiponectina, resistita.
La leptina influisce sui centri ipotalamici bloccando l’assunzione del cibo, la adiponectina protegge i vasi dall’insulto del tessuto adiposo stesso, la resistita, crea la resistenza delle cellule nei confronti dell’insulina, quindi del glucosio.
L’organo adiposo, produce anche il Malonyl-Co-A, che è ritenuto uno dei maggiori regolatori dell’assunzione del cibo.
Come vede l’organismo non conosce le calorie, la regolazione del disequilibrio dell’organo adiposo e di tutto l’asse HPA, può condurre ad alterazioni generali molto importanti, come lei ha constatato.
L’intervento che deve essere applicato è il riconoscimento di tutti i componenti implicati, nella loro regolazione. In ogni momento si deve sapere esattamente cosa sta succedendo, per spiegare e trovare la soluzione giusta.
Saluti

.

Dott. Alberto Moschini
Specialista in Medicina alternativa (omeopatia, agopuntura. . . )
MASSA (MS)



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