Stato ansioso  depressivo reattivo

10 febbraio 2006

Stato ansioso depressivo reattivo


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31 gennaio 2006

Stato ansioso depressivo reattivo

buona sera dottoressa, le scrivo per esporle il caso di mia sorella che da mesi ha gettato la mia famiglia nel panico. Ad ottobre la tragedia, purtroppo ha tentato il suicidio a 28 anni con un miscuglio di medicinali, per fortuna nn è riuscita nel suo intento! In ospedale le hanno diagnosticato uno stato ansioso reattivo depressivo causato (abbiamo poi saputo)da incomprensioni nate nel suo rapporto con il ragazzo con il quale è insieme da 14 anni. Lei è sempre stata una ragazza solare, allegra e dinamica ma molto riservata, nn abbiamo mai dialogato come avrei voluto ma dopo tutto questo le sono stata molto vicino cercando di capirla ed infatti si è aperta molto con me. Dopo l'ospedale ha cominciato a star meglio ma dopo 2 settimane in conseguenza di litigi con il suo lui e alla presa coscienza di ciò che aveva fatto ed al dolore dato a noi ha cominciato a star peggio, ha avuto crisi di panico, la notte nn dormiva e mi faceva mille domande su tutto fino al delirio, aveva paura di perdere tutto:noi, la casa, la reputazione, pensava di essere un mostro, vedeva tutti gli altri tranne noi contro, aveva paura che la uccidessero e tante altre cose, ho i brividi solo a pensarci, così ho chiamato lo psicologo il quale ha detto che lei oltre ad essere molto depressa aveva un distacco dalla realtà. Con il serenase 3 volte al giorno ed il sereupin una volta giorno ed il prazene siamo riusciti a riportarla alla vita normale x 2 mesi, poi a Natale la ricaduta sempre in concomitanza di incomprensioni con lui, subito siamo intervenuti con il serenase che lei aveva sospeso xchè le dava effetti strani usandolo una settimana su consiglio del dottore ed il sereupin che aveva anche sospeso xchè si sentiva meglio, adesso sta meglio è dovrebbe iniziare anche delle sedute di psicoterapia. Adesso lei si chiede come può aver fatto ciò che ha fatto solo x paura di perdere un uomo, noi le stiamo vicini tanto facendole capire che tutti noi abbiamo dei momenti di debolezza ed a volte la mente può prendere altre strade pur di soffocare un dolore. Io ho tanta paura che possa avere ancora quei brutti momenti e le scrivo x chiederele come posso aiutarla e se può farcela un giorno ad uscirne totalmente, è straziante vedere una ragazza che è sempre stata bene perdere la testa. La ringrazio x la pazienza e mi scusi se mi sono dilungata ma volevo essere chiara. Attendo un suo parere. Grazie.

Risposta del 10 febbraio 2006

Risposta a cura di:
Dott.ssa CRISTIANA CECCHI


Non si deve scusare perché capisco la necessità di spiegare bene la difficile situazione che lei e la sua famiglia state vivendo. A mio parere stare vicino a sua sorella come avete cercato di fare finora, con atteggiamento di comprensione ed empatia, è il modo migliore per sostenerla ed affrontare insieme la malattia.
Il fatto che abbia deciso di iniziare un psicoterapia lo ritengo molto utile ma sono convinta che sia necessario anche continuare con la farmacoterapia per un periodo adeguato di tempo che il vostro psichiatra saprà indicarvi con precisione.
Cerchi di tranquillizzarsi, vedrà che i farmaci, il percorso psicoterapico e il supporto familiare che voi le state offendo saranno di grande aiuto per sua sorella.

Distinti saluti

Dott. Ssa Cristiana Cecchi
Specialista attività privata
Specialista in Psichiatria
FIRENZE (FI)



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