Ma non è una malattia

20 giugno 2008
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Ma non è una malattia



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È un sintomo non una malattia, una precisazione basilare se si parla di stipsi. Un sintomo con differente significato per diverse persone. Si attribuisce a seconda dei casi alla scarsa frequenza dei movimenti intestinali, ad una riduzione nel volume e nel peso delle feci, al bisogno di spingere durante la defecazione, alla sensazione di evacuazione incompleta o alla necessità di clisteri, supposte, lassativi, per sentirsi regolari. Circa l'80% della popolazione riferisce stitichezza qualche volta nel corso della vita e periodi brevi di stipsi sono normali. La stipsi però può essere diagnosticata se i movimenti intestinali e la defecazione avvengono con una frequenza inferiore a tre volte alla settimana, durante un arco di tempo molto lungo. Quali che siano i sintomi si tratta di una condizione comune, generalmente benigna, ma comunque da non sottovalutare.

Un disturbo in rosa


È un problema molto diffuso e ne soffre circa il 20% della popolazione, soprattutto donne e anziani con più di 65 anni. Secondo una recente indagine Eurisko 7 italiani su 10 a soffrire della malattia sono donne. Molte di più sono le persone che ritengono di essere stitiche. La stipsi aumenta con l'età e diminuisce all'aumentare del peso corporeo. Anche le donne in gravidanza lamentano stipsi, ed è un fenomeno comune dopo il parto ed interventi chirurgici. Negli Stati Uniti è il problema gastrointestinale più comune, essendo la causa di circa due milioni di visite l'anno. Comunque molte persone si curano da sé, come confermano i dati sulle spese in lassativi degli americani: circa 725 milioni di dollari l'anno (826 milioni di euro). Il dato vale anche per l'Italia, dove, sempre secondo Eurisko, sono 4 milioni i soggetti colpiti dal problema che ricorrono a rimedi farmacologici o naturali. Ma l'autoprescrizione comporta dei rischi.

Sintomo cioè?


La stipsi, infatti, può essere sintomo di un problema più serio, specialmente se unita a sangue nelle feci o ad una perdita di peso. Quindi meglio evitare la medicina "fai da te" a meno che non si tratti di stitichezza occasionale, quale per esempio quella provocata da un viaggio. Tra le malattie per le quali la stipsi è elencata tra i sintomi vanno ricordate appendicite, cancro colorettale, diverticolosi del colon, emorroidi, ernia inguinale, ipotiroidismo, meningite, meningite da pneumococco nonché sindrome del colon irritabile. La stipsi è inoltre, se pur raramente, un sintomo di sclerodermia, lupus, disordini del sistema nervoso o endocrino, incluso la sclerosi multipla, il morbo di Parkinson, i traumi da midollo spinale.

Quali cause

Fondamentale è distinguere la stipsi idiopatica, in cui non è possibile ritrovare una causa effettiva, da una stipsi che è sintomo di una patologia ben più importante. In questo secondo caso le cause possono essere le più varie: lo stress, una cattiva alimentazione, la diminuzione dell'attività fisica e alcuni farmaci.

Dieta
La causa più frequente è una dieta povera in fibre, che si trovano nei vegetali, frutta, cereali, e ricca in grassi. I liquidi come l'acqua ed i succhi aggiungono fluidi al colon e massa alle feci, rendendo i movimenti peristaltici più efficaci e favorendo il passaggio delle feci

Attività fisica
Lo scarso esercizio può portare alla stipsi, sebbene i medici non ne conoscano la causa. Per esempio, la stitichezza spesso insorge dopo un incidente o dopo una malattia quando si è costretti a letto e non è possibile fare alcun esercizio fisico

Stress
I cambiamenti nelle abitudini di vita o nella routine quotidiana sono tra le cause principali di stipsi. Le persone diventano spesso costipate quando viaggiano, in considerazione della modificazione del regime alimentare abituale e della routine giornaliera. La gravidanza, invece, rappresenta un caso a sé in cui le donne possono soffrire di stipsi a causa di modificazioni ormonali e di un utero ingombrante che comprime l'intestino e può compromettere la regolarità intestinale.

Farmaci
Narcotici, antiacidi che contengono alluminio, antispastici, antidepressivi, il ferro, i diuretici e gli anticonvulsivanti utilizzati nella terapia dell'epilessia possono rallentare il passaggio delle onde peristaltiche, che contraggono il colon.

Quale soluzione

Avendo escluso con sicurezza altre patologie di cui la stipsi è solo un sintomo, la terapia mira a modificare le abitudini di vita ed alimentari del paziente, ricorrendo, saltuariamente all'uso di lassativi e farmaci antispastici. La stipsi, perciò, si cura correggendo l'alimentazione, introducendo più fibre e bevendo molta acqua. Importante è abituare gradualmente l'intestino a scaricarsi con regolarità e condurre una vita attiva. Per risolvere temporaneamente il problema può essere utile un clistere, che non ha effetti dannosi ma non elimina assolutamente la causa della stipsi. L'uso dei lassativi va fatto con cautela ed è sconsigliato in presenza di dolori addominali. È comunque preferibile usare lassativi molto blandi, occasionalmente, quando la stitichezza altera funzioni intestinali di solito normali.

Marco Malagutti



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