Più controlli, meno ossa rotte

20 luglio 2005
Aggiornamenti e focus

Più controlli, meno ossa rotte



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La misurazione della densità minerale ossea è un metodo affidabile e sicuro per verificare il rischio di fratture nelle donne in post menopausa. Lo screening per l'osteoporosi è potenzialmente in grado di fornire una stima del rischio assoluto di frattura per fragilità ossea nei successivi 5-10 anni. Tuttavia esiste un rischio relativo associato a tanti fattori che non possono non essere presi in considerazione. In riferimento al punteggio T (T-score), che indica la deviazione dal picco medio di massa ossea rilevato con la densitometria, è già possibile stabilire una variazione del rischio. Al di sotto di valori di T pari a -2,5, per ogni riduzione di un punto il rischio di fratture aumenta di una volta e mezza fino a triplicarsi. Superata la soglia dei 50 anni, ogni 10 anni di età in più il rischio raddoppia o triplica. Una storia familiare di fratture, di peso inferiore a 57 kg, o di prima mestruazione tardiva (dopo i 15 anni) aumenta il rischio di un fattore pari a 1,2 fino a raddoppiarlo. Tuttavia il fattore più importante, indipendentemente dalla densità minerale ossea erano le fratture precedenti causate da fragilità: in quel caso il fattore di incremento era 8, in particolare nei primi due o tre anni subito dopo l'episodio. Anche le cadute, i disturbi infiammatori che coinvolgono il sistema gastrointestinale, muscoloscheletrico e polmonare, l'assunzione di cortisonici, la discontinuità della terapia estrogenica in post menopausa, sono tutti fattori aggravanti che accelerano la perdita di massa ossea.

Screening più ampio


Le linee guida correntemente in uso raccomandano di sottoporsi alla misurazione della densità minerale ossea all'età di 65 anni. In realtà esistono indicatori di rischio di fratture, come la precedente fragilità ossea, che possono consigliare l'esame prima dei 65 anni, quindi non soltanto tra le donne che hanno già superato la menopausa e anche tra gli uomini, che comunque non vanno esenti da osteoporosi. Stessa regola vale quando si osservano riduzioni improvvise del peso e dell'altezza, probabilmente dovuta, quest'ultima, a fratture vertebrali. Osservare queste raccomandazioni contribuirebbe a trasformare il controllo della densità minerale ossea in un esame di routine che non dovrebbe interessare solo le donne ultrasessantacinquenni, ma anche uomini e donne più giovani. E una volta riscontrata osteoporosi, intesa come perdita di massa ossea e deterioramento dell'architettura microscopica dello scheletro, il test va ripetuto ogni due anni, ogni cinque se il parametro risulta essere nella norma. Quanto al valore di riferimento, al di sotto del quale si ha la diagnosi di osteoporosi, adrebbe postato da -2,5 a -1, in modo da non lasciar sfuggire al controllo periodico i soggetti a rischio per altri fattori diversi dal risultato del test.

Simona Zazzetta



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