A cosa servono le tonsille

20 giugno 2008
Aggiornamenti e focus

A cosa servono le tonsille



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Le tonsille sono piccole masse di tessuto linfatico (fondamentale per le difese immunitarie dell'organismo) situate dietro la lingua, in parte visibili senza ricorrere a particolari manovre. Essendo poste nella principale "porta d'ingresso" delle infezioni aeree, hanno il compito di proteggere le vie respiratorie superiori da eventuali microrganismi contenuti nell'aria inspirata; inoltre, contribuiscono anche a scaldare l'aria prima che raggiunga i polmoni, portandola alla giusta temperatura per il nostro organismo. Quando, però, le tonsille si infettano, non solo vengono meno al compito protettivo che abitualmente svolgono, ma possono anche trasformarsi un fattore di rischio per le infezioni, anche gravi. In genere, i disturbi che coinvolgono le tonsille (tonsillite o angina) non risultano pericolosi. Se, però, si presentano con frequenza e in forma severa (forte dolore, febbre duratura), si può decidere di effettuare una tonsillectomia, cioè di asportare chirurgicamente le tonsille.

I sintomi dell'infezione


Come si fa a capire se è in corso una tonsillite? Innanzi tutto, bisogna distinguere i sintomi generali (che si presentano in tutti i casi di infezioni alle prime vie aeree) da quelli locali:
  • sintomi generali: febbre, malessere, mal di gola, aumento degli indici di laboratorio che segnalano un'infiammazione in atto: VES e PRC.
  • sintomi locali: dolore a deglutire, arrossamento limitato alle tonsille e ingrossamento dei linfonodi del collo.
La forma acuta della tonsillite è molto comune nell'infanzia, soprattutto nei bambini dai 4 agli 8 anni d'età, ed è spesso accompagnata da disturbi alle adenoidi (piccole masse linfatiche poste ad arco dietro le cavità nasali, visibili esclusivamente con particolari strumenti, come il fibroendoscopio e il rinoscopio). In alcuni casi le tonsille possono presentare, oltre al rossore, alcune chiazze bianche. Se, in contemporanea, vi è anche lingua patinosa, vomito, diarrea e febbre (anche fino a 40°C) significa che è in atto una tonsillite in "forma focale acuta", dovuta in genere a infezioni da streptococchi o da stafilococchi (due tipi di batteri). La tonsillite acuta può essere curata con antibiotici associati ad antipiretici e antinfiammatori; se, invece, la terapia farmacologica non viene attuata tempestivamente i germi possono infettare anche altre parti dell'organismo oppure può crearsi una tonsillite cronica.
Se il trattamento antibiotico non riesce a risolvere il problema, le tonsille possono diventare un vero e proprio focolaio cronico di infezione ed è, quindi, preferibile eliminarle.

Quando è utile la tonsillectomia


Schematicamente, l'intervento viene preso in considerazione se:
  1. Il paziente soffre di ricorrenti tonsilliti (per tonsilliti ricorrenti si intendono almeno 3 episodi all'anno per 3 anni consecutivi; o 5 episodi all'anno per 2 anni consecutivi; o 7 episodi nell'ultimo anno)
  2. Ha sofferto di un ascesso peritonsillare (raccolta di germi con formazione di pus nella zona intorno alle tonsille)
  3. Soffre di tonsillite cronica da almeno 6 mesi (che resiste cioè alla terapia antibiotica effettuata)
  4. Dimostra una persistente ostruzione respiratoria (caratterizzata da tonsille molto gonfie, non necessariamente a causa di infezioni, voce nasale e necessità di respirare sempre attraverso la bocca)
  5. Presenta i linfonodi del collo ingrossati e dolenti da almeno 6 mesi (nonostante la terapia)

Vantaggi e svantaggi dell'intervento

Come per ogni operazione chirurgica, anche per la tonsillectomia è sempre doveroso valutare i rischi e i benefici per le possibili complicazioni chirurgiche ed anestesiologiche.
Per controindicazioni si considerano alcune malformazioni del palato, come la presenza di un'ugola bifida o di palatoschisi (incompleta fusione delle lamine del palato).
Il paziente, inoltre, deve essere in buone condizioni generali: gli esami del sangue devono essere regolari e, soprattutto, deve esserci un normale stato di sanguificazione (assenza di anemia), di emostasi (capacità del sangue di coagulare) e non deve essere presente un processo di infiammazione. Infine, è generalmente sconsigliata l'operazione prima dei 4 anni; nei primi anni di vita, infatti, c'è il rischio che il bambino non sopporti l'operazione nel migliore dei modi.
I vantaggi di un'operazione volta ad eliminare le tonsille sono, senza dubbio, l'eliminazione dei principali sintomi della tonsillite o dell'ipertrofia delle tonsille: miglioramento della respirazione e della funzione uditiva, eliminazione dell'ostruzione nasale e riduzione delle malattie all'orecchio, del naso e della gola.
Un certo vantaggio, secondo alcuni studi, si può avere dalla tonsillectomia nei soggetti con psoriasi. Molti studi, infatti, hanno evidenziato una possibile associazione tra tonsillite e psoriasi, malattia cronica cutanea caratterizzata da porzioni di pelle arrossata, ispessita e ricoperta da squame argentee; l'estensione della malattia può variare da aree localizzate di modeste dimensioni, fino al coinvolgimento di tutta la superficie corporea. Uno studio danese, condotto su 245 bambini affetti da psoriasi, ha rilevato che il 54% dei pazienti ha sviluppato la malattia cutanea dopo aver avuto una tonsillite (in media, dopo 2-3 settimane dall'infezione). Un altro studio, condotto su 5.000 soggetti con psoriasi, ha evidenziato che il 6% ha sviluppato la malattia dopo un'infezione alla gola e un altro 6% ha notato segni di peggioramento alla pelle dopo una tonsillite. Un altro indizio della possibile associazione tra psoriasi e tonsillite viene da altri studi che hanno, al contrario, mostrato un miglioramento della psoriasi nei pazienti le cui infezioni alle tonsille sono state curate aggressivamente, con i farmaci o con il bisturi. Prima di confermare questa tesi, però, si attendono i risultati di ulteriori ricerche.

Annapaola Medina



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