Nemico ubiquitario

20 giugno 2008
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Quella dell'amianto è una storia infinita con passi avanti e passi indietro. Dei passi avanti si parla in un editoriale di Lancet che prende spunto dall'iniziativa dell'Alta Corte di Inghilterra e Galles, sull'indennizzo assicurativo aziendale a malati di mesotelioma amianto-correlato dalla loro esposizione alla sostanza cancerogena, e non dalla manifestazione della malattia che avviene anche 30-40 anni dopo. Ma il problema è contenere e ridurre il carico (anche economico), che non è in diminuzione, anzi. Da un lato nei paesi industrializzati c'è l'onda lunga dei casi legati all'esposizione soprattutto nei decenni passati, dall'altro in quelli in via di sviluppo c'è un uso tuttora ampio e incauto che porterà a epidemie anche peggiori. E intanto ci sono passi indietro, e non sono pochi.

Mortalità per mesotelioma aumentata


Va ricordato che l'amianto o asbesto è una combinazione minerale di silicati presente in natura principalmente in due forme, crisotilo o amianto bianco (in assoluto il più usato) e crocidolite o amianto blu, entrambe con diverse utilizzazioni e cancerogene. Fino dagli anni Sessanta, quando l'uso è stato massiccio , l'asbesto è stato messo in relazione con malattie come l'asbestosi, tipo di fibrosi polmonare, e soprattutto mesotelioma e tumore polmonare: in particolare il mesotelioma è la più tipica patologia da amianto, un tumore del rivestimento dei polmoni cioè la pleura (ma anche del peritoneo e in altre sedi) causato dall'inalazione delle fibre, il cui rischio cresce nel tempo anche se l'esposizione è cessata; in più la terapia è ancora piuttosto disarmata, vari gli studi in corso. Nel mondo sono circa 90.000 all'anno le morti amianto-correlate; la mortalità per mesotelioma è aumentata nei paesi occidentali negli ultimi vent'anni per l'elevata esposizione passata, in Europa si stima un picco intorno al 2015, mentre nei paesi in sviluppo l'epidemia continuerà a crescere. In questi ultimi infatti l'amianto è ancora ampiamente usato, in quanto economico e con molte applicazioni (costruzioni, isolamento termico o acustico, protezioni ignifughe, tubature, materiali tessili o antifrizione, plastiche, ecc), inoltre le conoscenze sui rischi sono scarse e le precauzioni adottate ancora meno, ci sono anche impianti di lavorazione abbandonati con il minerale a cielo aperto e comunità insediate su terreni con rifiuti all'amianto. L'Unione Europea nel 1999 ha siglato una dichiarazione per bandire l'uso dell'amianto in tutti gli stati membri; oggi sono 43 le nazioni che lo vietano, molte aderenti alla risoluzione del 2006 dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), mentre in altre 153 sul totale delle Nazioni Unite non è ancora al bando.

Crisotilo non sulla lista nera


Ma veniamo a un passo indietro recente. Nel novembre dell'anno scorso, alla conferenza di Roma che ha riunito esperti di 120 paesi per decidere se aggiungere due pesticidi e l'amianto crisotilo all'elenco delle sostanze pericolose per le quali occorre la procedura di Previo Consenso Informato (PIC), il crisotilo, ritenuto meno rischioso delle altre forme di asbesto (in lista) non è passato. Il PIC è una garanzia, in quanto la nazione aderente che esporta una di queste sostanze deve informare sui rischi e ottenere il consenso da quelle che la importano. Per includere il crisotilo nella lista tutti gli appartenenti dovevano essere d'accordo. Ma paesi come Canada, Russia, Pakistan e India si sono opposti. Il Canada è l'unica nazione molto avanzata dove si estrae ancora l'amianto (crisotilo) e il secondo principale esportatore, dopo la Russia; quasi tutto il prodotto canadese va a finire in paesi in via di sviluppo, tra i quali l'India, che è il maggiore importatore. Produttori sono anche Cina, Brasile e Stati Indipendenti dell'ex-URSS, importatori anche Tailandia, Corea del Sud e Iran. Estrazione, lavorazione, utilizzi, e rifiuti, relativi all'amianto sono in aumento nel mondo in sviluppo più o meno accelerato, dove aumentano anche i relativi costi umani, con un impatto sconosciuto e prevedibilmente in crescita, date le scarse conoscenze locali sui rischi e sulle procedure di sicurezza: anche qui però, si commenta pensando a paesi come l'India, gli alibi valgono fino a un certo punto, ci sono infatti materiali alternativi o misure poco costose come l'uso di mascherine. La conclusione, impegnativa, è che bisognerebbe seguire l'OMS che sostiene come l'unico modo per eliminare le malattie amianto-correlate sia fermare l'uso di tutte le sue forme in tutto il mondo.

Elettra Vecchia



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