L’identikit del fumatore italiano

01 giugno 2010
Aggiornamenti e focus

L’identikit del fumatore italiano



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In Italia fumano tre adulti su dieci. Il consumo medio si aggira attorno alle tredici sigarette al giorno, ma sette persone su cento arrivano anche a "bruciarne" più di venti al giorno. Sono alcuni dei dati elaborati dal Sistema di sorveglianza Passi (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia) presentati il 31 maggio dall'Istituto superiore di sanità (Iss) in occasione della Giornata mondiale senza tabacco.

Dati che tracciano un bilancio dove segni più e meno si alternano: la legge Sirchia sul fumo nei locali pubblici conferma il suo effetto deterrente, ma preoccupa la percentuale di abitazioni con bambini al di sotto dei 14 anni dove si respira normalmente fumo passivo (una su cinque). Nel 2009 i fumatori ammontano a circa il 29% degli adulti tra i 18 e i 69 anni. Rispetto al 2007 sono in calo ma di appena due punti, cosa che conferma quanto sia difficile per molti smettere di fumare: un italiano su dieci sta attualmente provando a farlo, ma soltanto in otto su cento riescono a rinunciare alla sigaretta per più di sei mesi. Il vizio del tabacco infine si conferma più diffuso tra gli uomini, tra i giovani sotto i 25 anni e tra chi ha difficoltà economiche o un livello di istruzione medio-basso. Donne e ragazze stanno diventando il bersaglio prioritario delle strategie di marketing condotte dall'industria del tabacco. In Italia tuttavia le donne continuano a fumare meno degli uomini (il 24% contro il 33%) e a consumare meno sigarette (11 contro 15). La legge che vieta il fumo nei locali pubblici continua a lasciare il segno, anche se i dati di Passi rivelano un'applicazione non sempre rigorosa della normativa. Gli intervistati (un campione selezionato di assistiti delle Aziende sanitarie e ospedaliere che partecipano al sistema Passi) che dicono di aver visto rispettare il divieto in tutti i luoghi pubblici ammontano all'86%, anche se con forti discrepanze regionali: l'osservanza risulterebbe massima in Friuli-Venezia Giulia e Valle d'Aosta (96% delle risposte), minima invece in Calabria (64%).



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