Covid-19, picco a metà luglio per la nuova ondata

04 luglio 2022
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Covid-19, picco a metà luglio per la nuova ondata



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«Siamo nel mezzo della nuova ondata, il cui picco è prevedibile a fine luglio». È l'avvertimento del virologo Fabrizio Pregliasco che chiede attenzione ai cittadini ormai rilassati mentre si diffonde la variante più contagiosa di tutte: Omicron 5. 

Scendono le vendite di igienizzanti e mascherine nelle farmacie, mentre salgono quelle di tamponi, aumentati di oltre il 17% in una settimana. In particolare, di quelli fai da te. Ma con il rischio di avere un quadro falsato della circolazione virale perché gli esiti degli auto-test «molto spesso non sono comunicati», secondo l'epidemiologo Cesare Cislaghi, con la conseguenza che «i positivi sarebbero già ora almeno un milione e si rischia di andare incontro a un aumento dei decessi». Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, ospite di 'Buongiorno' su SkyTg24, rassicura: «Il virus circola ancora ma il dato sui nostri ospedali ci dice che non c'è pressione. È normale un aumento dei casi se consideriamo che da giorni non esistono restrizioni e ci sono maggiori possibilità di incontri che possono far aumentare i contagi. Dobbiamo monitorare la situazione ma no ad allarmi».

Uno studio dell'università di Pechino pubblicato su Nature conferma che le persone che si sono infettate con omicron, anche se vaccinate, potrebbero essere vulnerabili alle nuove sotto-varianti BA.4, BA.5 e BA.2.12.1. Quanto al fatto che, secondo alcuni, il Covid sia ormai paragonabile ad un'influenza, «diciamo che Omicron 5 è quattro volte forte» afferma Pregliasco. Per questo le mascherine, «vanno indossate anche al mare nei momenti di affollamento». «Dopo un periodo di calo, stiamo vedendo un nuovo aumento di tamponi Covid effettuati in farmacia. Ma soprattutto un aumento molto considerevole dei test fai da te» ma questi «non permettono di avere una reale percezione della circolazione reale del virus in questa nuova ondata determinata», spiega il segretario di Federfarma, Roberto Tobia. 

Sono 16.571 i nuovi contagi da Covid registrati nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute, mentre ieri erano stati 30.526. Ma i test anti-Covid di autodiagnosi «stanno falsando» il quadro generale dell'andamento epidemico e «possiamo supporre che i positivi in totale siano in realtà attualmente circa un milione, considerando che l'esito positivo del test di autodiagnosi spesso non è comunicato dai cittadini. Direi cioè che ci sono almeno tanti contagi autodiagnosticati e non denunciati rispetto a quelli invece notificati», precisa Cislaghi, già presidente della Società italiana di epidemiologia. «Ogni medico - spiega - ha l'obbligo di denunciare ogni malattia infettiva di cui fa diagnosi, purtroppo quest'obbligo non ce l'ha il contagiato che se la autodiagnostica». Secondo l'esperto, sarebbe dunque necessaria una «maggiore regolamentazione per gli auto-test e la denuncia di malattia infettiva debba riguardare anche il malato, qualora l'abbia autodiagnosticata». In questo contesto, avverte, il rischio è quello di una «sottostima della reale circolazione del SarsCoV2», con un conseguente aumento dei ricoveri nelle prossime settimane e dei decessi «a partire dalla fine del mese».

Anche Alberto Mantovani, direttore scientifico di Humanitas e professore emerito di Humanitas University, in un'intervista al 'Corriere della Sera', dichiara: «Con Omicron si rischiano anche più casi di Long Covid. Unica difesa, la vaccinazione». Il long Covid è un fenomeno destinato ad aumentare, lo indica uno studio inglese pubblicato sulla rivista 'The Lancet' che ne ha confrontato l'insorgenza dopo l'infezione acuta con le varianti Delta oppure Omicron del virus SarsCoV- 2. Chi è stato infettato con Delta ha una probabilità maggiore di andare incontro a Long Covid, ma Omicron è talmente più diffusa e contagiosa da far prevedere agli autori un notevole incremento della sindrome in termini assoluti. In merito alle vaccinazioni anti-Covid, «sebbene le indicazioni sul suo ruolo protettivo anche nei confronti del long Covid siano solide, circolano alcuni dubbi, instillati anche da una ricerca sui veterani americani che riconosce alla vaccinazione una protezione significativa ma limitata verso la sindrome. Questa ricerca - continua lo scienziato - ha però grandi limiti metodologici dal momento che ha incluso soltanto il 10% di donne nel campione, sebbene siano più suscettibili al problema, e ha preso in considerazione schemi di vaccinazione incompleti, cioè a base di una sola dose di vaccino con adenovirus o di due dosi con vaccino a mRna, quando è assodato che ne servono due del primo tipo e tre del secondo. Tant'è vero che dati israeliani, al contrario, dimostrano come il ciclo completo di vaccinazione eserciti un effetto protettivo anche nei casi in cui ci si reinfetti dopo vaccinazione o malattia, come sta capitando a moltissime persone con le nuove varianti».


Fonte: Sanità33




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