Long Covid e sintomi neuropsichiatrici

06 agosto 2022
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Long Covid e sintomi neuropsichiatrici



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Secondo uno studio pubblicato su JAMA Psychiatry, sempre più dati supportano un'elevata prevalenza di sintomi neuropsichiatrici nel long COVID, ma la letteratura attuale è troppo eterogenea e basata su piccoli campioni. «I sintomi neuropsichiatrici sono stati segnalati come una caratteristica importante delle sequele post-acute di COVID-19, note come PASC o long COVID, con sintomi comuni che includono deterioramento cognitivo, difficoltà del sonno, depressione, stress post-traumatico e disturbi da uso di sostanze» esordiscono Jennifer Frontera e Naomi Simon, della New York University Grossman School of Medicine di New York, autrici del lavoro. 

«Una sfida primaria dell'analisi dell'epidemiologia e della fisiopatologia del long COVID è la mancanza di una definizione standard della sindrome, e questo vale in particolare per quanto riguarda i meccanismi del long COVID neuropsichiatrico» proseguono le esperte. Le ricercatrici riferiscono che, anche se i tassi di prevalenza dei sintomi sono variabili, almeno un sintomo neuropsichiatrico è stato riportato nel 90% dei pazienti sei mesi dopo il ricovero per COVID-19, e in circa il 25% degli adulti non ricoverati ma che sono stati infettati da SARS-CoV-2.

 I probabili meccanismi delle sequele neuropsichiatriche di COVID-19 sono ancora in studio, ma potrebbero includere lesioni cerebrali statiche accumulate durante COVID-19 acuto, neurodegenerazione innescata da effetti secondari di COVID-19 acuto, meccanismi autoimmuni con infiammazione cronica, persistenza virale nei serbatoi di tessuto o riattivazione di altri virus latenti. Le esperte sottolineano che nonostante i dati in rapida espansione, persistono molte lacune nelle conoscenze relative alle definizioni di long COVID, alla fenotipizzazione o al riscontro di biomarcatori standardizzati, alla variabilità nei genotipi dei virus. 

«Seguendo campioni di pazienti di grandi dimensioni e conducendo valutazioni all'avanguardia, il Researching COVID to Enhance Recovery (RECOVER), un'iniziativa di ricerca multicentrica finanziata dal National Institutes of Health, aiuterà a chiarire l'epidemiologia, la fisiopatologia e i meccanismi di lesione attivi nel long COVID, e a identificare gli obiettivi migliori per l'intervento terapeutico» concludono le autrici.

 

Fonte: Doctor33



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