Covid-19, annunciata nuova ondata in Cina a giugno

01 giugno 2023
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Covid-19, annunciata nuova ondata in Cina a giugno



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La Cina si prepara ad affrontare una nuova ondata di Covid-19 che arriverà al suo picco a fine giugno con 65 milioni di casi alla settimana. La previsione è di Zhong Nanshan, considerato il massimo esperto cinese di malattie respiratorie, citato dal Global Times. 

L'esperto ne ha parlato nel corso del forum scientifico a Guangzhou, durante il quale Zhong ha anche rivelato che presto saranno immessi sul mercato due nuovi vaccini per contrastare la variante Xbb, aggiungendo che probabilmente altri tre o quattro saranno approvati a breve.

"Nello sviluppo di vaccini più efficaci, siamo in anticipo rispetto agli altri Paesi", ha detto. Le proiezioni mostrate da Zhong evidenziano che in Cina un piccolo picco di infezioni da Covid-19 è probabile già alla fine di maggio, con circa 40 milioni di infezioni a settimana, inoltre entro la fine di giugno l'epidemia dovrebbe raggiungere circa 65 milioni di infezioni a settimana. Cifre che secondo Massimo Ciccozzi, direttore dell'Unità epidemiologica all'Università Campus Biomedico di Roma, non sono realistiche. 

"Non so come facciamo a fare questa previsione, ogni modello matematico applicato al Covid specialmente a Omicron che ha grande varietà di sottovarianti, non funziona - spiega l'esperto - Credo sia una previsione un po' forzata, non la vedo assolutamente una cosa probabile proprio perché tutti i modelli, anche quelli più importanti hanno fallito, perché non è possibile modellare un virus che ha così tante variabili da poter mettere dentro un algoritmo, l'algoritmo stesso sbaglia, ti dà qualcosa che non è preciso. Quei 60 milioni che prevedono possono essere 600mila o 6mila".

"La contagiosità di un virus, non accompagnata da patogenicità, non deve preoccupare". Lo ribadisce all'Adnkronos Salute Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano, commentando la nuova ondata Covid, in corso in Cina. E se dagli esperti del gigante asiatico arriva un invito alla prudenza, rivolto alle fasce di popolazione più vulnerabili, l'esperta sottolinea che "i fragili, in quanto tali, sono aggredibili da qualsiasi agente esterno e dovrebbero adottare misure preventive sempre. 

Perché il mondo - chiosa Gismondo - più che da uomini è popolato da microbi". "Sicuramente 65 milioni di casi a settimana su una popolazione di 1,5 miliardi vogliono dire numeri abbastanza importanti. Ma dobbiamo vedere la ricaduta, perché potremmo avere il 5% della popolazione che si fa una forma che è poco più di un raffreddore, mentre diverso è dire che rischiano la polmonite. E io non credo sia quest'ultimo il risultato, perché con le varianti Omicron siamo di fronte a forme meno impegnative di malattia. 

Oggi anche XBB non dovrebbe dare conseguenze cliniche importanti. Ci dobbiamo preoccupare noi in Italia? Io non credo, ma loro in Cina si gestiranno la loro ondata Covid". Commenta all'Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive San Martino di Genova. "È evidente che" in Cina "hanno una copertura vaccinale diversa dalla nostra - osserva - Una grande parte dei cinesi si è immunizzata 4-5 mesi fa e sappiamo bene che questa immunità da Omicron dura meno del vaccino. Ma è un problema loro. A dimostrazione del fatto che bene abbiamo fatto con le vaccinazioni in Italia e in Europa".

Intanto negli Stati Uniti dal primo giugno non si conteranno più nuovi contagi di Covid. L''Agenzia del governo Usa - i Cdc - sorveglierà esclusivamente i nuovi ricoveri per Covid e i dati che emergeranno dalle acque reflue, ora monitorate per individuare l'eventuale presenza del virus Sars-Cov2 e di nuove possibili varianti. 

La decisione non è però condivisa da tutti gli esperti: il 'covid data tracker' dei Cdc ha aggiornato in tempo reale il numero di casi e morti durante la fase più intensa della pandemia, per poi passare ad un conteggio settimanale. Alcuni hanno fatto notare che proprio il Covid continua a rappresentare la quarta causa di morte negli Stati Uniti e mantenere il virus sotto 'osservazione' statistica è ancora utile per verificare il trend delle nuove infezioni.





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