Ansia e depressione nei rapporti affettivi

21 aprile 2012

Ansia e depressione nei rapporti affettivi


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17 aprile 2012

Ansia e depressione nei rapporti affettivi

Ho 37 anni e da circa 13 anni soffro di alcuni disagi che comportano forme d'ansia e depressione che non mi consentono, di vivere serenamente rapporti sociali e soprattutto affettivi. Ho seguio percorsi di psicoterapia (psicanalisi freudiana, gestalt, counseling, ed attualmente congnitivo comportamentista), con risultati non apprezzabili. Ho affrontato anche cure farmacologiche (sereupin, depakin, xeroxat, xanax - alcuni in conbinazione) con discreti risultati, fino alla loro interruzione, dopo i problemi si sono nuovamente aquiti). Dai percorsi intrapresi sono emersi problemi relativi all'affettività, all'inadeguatezza, trappole della deprivazione emotiva e attivazione dello schema insicuro evitante. Il fatto è che ogni qual volta intraprendo una relazione, dopo alcune settimane, quando il rapporto è divenuto più profondo nascono una serie di ansie ed angosce che trasformano la compagna da persona desiderata a persona da rigettare perchè il suo pensiero, la sua presenza, creano nodo alla gola, dolori addominali, ansia anticipatoria, pensieri ripetitivi. Il tutto è condito da senso di inadeguatezza con atteggiamenti finalizzati all'accettazione ed al non abbandono (continue rassicurazioni, richieste di conferma, ecc. . ). La deprivazione emotiva di una madre che non sapeva comunicare il proprio affetto e le critiche di un padre che inviava messaggi del tipo (non sei capace, non ce la fai, non se all'altezza). Da questo mix è venuto fuori un ragazzo forte ma incapace di relazioni sane, che fatica ad amare e farsi amare, che scredita e svilisce il partner ed il terapeuta, che resiste alle terapie dei più bravi, che fatica a sentire l'amore dei nipoti quando lo abbracciano e che vive disagio nella relazione genitoriale e per fino con il proprio gatto quando quest'ultimo sembra chiedere affetto e coccole (mi rende nervoso). La domanda è se una cura farmacologica, possa aiutare a scardinare gli schemi ed i core belief alla base del mio disagio. Grazie. Fabio.

Risposta del 21 aprile 2012

Risposta a cura di:
Dott. MARCO PAOLEMILI


Caro Fabio,

Una terapia farmacologica la può aiutare con i suoi stati emotivi, a contenere le ansie e il fluttuare del suo umore. Può renderlo più sereno e, per così dire, più lucido per affrontare i suoi schemi mentali, i pensieri che regolano le sue credenze e i suoi comportamenti. Ma questo lo deve fare attraverso la psicoterapia. Non so da quanto tempo stia facendo una esperienza con la cognitivo comportamentale, ma le suggerisco di continuare su quella strada.

Dott. Marco Paolemili
Casa di cura convenzionata
Specialista attività privata
Ricercatore
Specialista in Psichiatria
Roma (RM)


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