27 febbraio 2008
Curarsi in inghilterra
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27 febbraio 2008
Curarsi in inghilterra
Salve, sono un ragazzo di 25 anni, da poco mi sono trasferito in Inghilterra (a Liverpool) per motivi di lavoro e, probabilmente, se le cose vanno per il verso giusto, potrei stabilirmici definitivamente. . . C'è solo un dubbio che mi tormenta e provo a spiegarvelo di seguito. . . A giugno 2007 scopro, in seguito ad una donazione di sangue fatta in ospedale, di essere "positivo" ai test dell'HIV, ma non solo. . . il laboratorio del centro sosteneva fermamente che io fossi positivo anche al test per l'HCV. . Premesso che ero e sono, tutt'ora, a-sintomatico per entrambe le infezioni, il centro, in seguito, ha ripetuto una seconda volta i test, ha confermato la diagnosi e mi ha consigliato/indirizzato presso il loro reparto di malattie infettive, per monitorarmi/curare queste infezioni: ogni mese mi recavo presso di loro per fare dei prelievi (day Hospital) e per verificare, a loro dire, che il livello degli LCD4 fosse tale da non necessitare ancora di terapie. Col passare del tempo, tuttavia, sono sorti vari dubbi, in merito all'attendibilità del centro stesso e delle relative analisi da loro effettuate perché: 1) quando provavo a chiedere, numericamente, il livello di LCD4, ricevevo sempre risposte molto vaghe, del tipo "è tutto ok", 2) ma la cosa più preoccupante era che quando chiedevo dell'HCV-RNA, ad intermittenza, mi veniva detto, tra 1 appuntamento e l'altro, che io ero/non ero infetto da HCV?!? Quindi, sistematicamente, si rifaceva il relativo test, la volta seguente si confermava a voce il tutto, e poi nuovamente si negava il tutto in seguito??? Francamente non sono a tutt'oggi sicuro di essere infetto (dopo circa 8 mesi di "monitoraggio") e, eventualmente di cosa sono veramente infetto. . . so solo che intanto mi sono dovuto trasferire a Liverpool e vorrei trovare il modo di essere seguito/controllato quì se possibile, senza però andare incontro a problemi. . . So che in Inghilterra è possibile curarsi, come se si fosse in Italia, grazie ai vari accordi bilaterali tra i paesi europei, ma non so se, facendo i test del caso, andrei poi incontro a grane/problemi. sul posto. . Ad esempio, è tutelata la privacy dei sieropositivi e/o viene in qualche modo informato il datore di lavoro della mia situazione (rischierei di perdere il posto)? e fossi realmente infetto, come sostenevano in italia, è possibile farsi assistere direttamente quì, senza tornare ogni mese in Italia, come invece mi consigliava questo dottore? Intanto mi sono iscritto al NHS, senza effettuare alcun test, perché, non sapendo come funziona, vorrei cercare di reperire prima qualche notizia "certa", ed evitare di combinare guai. Cosa mi consigliate di fare? Provo a curarmi quì o torno ogni mese (che stress) in italia dal dottor Mr. X??? Inutile dire che sono totalmente confuso. Grazie in anticipo per le risposte che mi darete e buon lavoro.La domanda è in attesa di risposta.