Depressione reattiva sintomatologia correlata

19 gennaio 2005

Depressione reattiva sintomatologia correlata


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16 gennaio 2005

Depressione reattiva sintomatologia correlata

sti. To dott, il mio nome e' Carlo. In seguito ad una brutta sorpresa -abbandono dapo 5anni di fidanzamento(ovviamente qualcge anno fa) in dirittura di matrimonio con una donna che conoscevo e amavo totalmente, ho sviluppato una Depressione e crollo dell'autostima(niente e servito a riportarla a me), Il peggioramento e la perdita della vita di mia zia come fosse stata mia madre, evento contemporaneo alla fidanzata mi ha fatto crollare e h lasciato il lavoro che svolgevo di informatore medic-scientifico- Il problema reale e' che sono passati 8 anni e ho provato tutta la categoria di medici addetti da neurologi per eludere cause organiche a psichiatri per gliSSRNI serotoninergici -ad una psicanalisi junghiana servita a niente. Ora non so ' piu' che fare -Un suo suggerimentio professionare per trovare aiuto a debellare questa Nevrosi depressiva unipolare e ben accetto. Per ultio un anno fa e mancato mio padre a cui ero attaccatissimo e sono ora con questo trauma e lutto da elaborare. E per finire ilMio medico di una vita avendo 73 anni e' andato in pensione lasciandomi nelle mani di un vs collega poco interessato alla cura dei pazienti. Vivendo in un paese di 5000 abitanti sembra non ci sia scelta??? Graditi i suoi consigli per una terapia psicologica e di sostegno fatta da un medico esperto psichiatra e psicoterapeuta.
Grazie

Carlo

Risposta del 19 gennaio 2005

Risposta a cura di:
Dott.ssa MARIA ADELAIDE BALDO


Lei elenca una serie tale di lutti e perdite che metterebbe a dura prova chiunque! E' vero che la morte esiste e prima o poi tutti la dobbiamo incontrare, è vero che anche un grande amore può finire, ma dalla sua lettera sembra di capire che tutte queste cose le sono capitate prima che potesse riaversi del tutto dalla precedente, col risultato di una sorta di "ingorgo" delle emozioni.
Lei ha provato diversi approcci terapeutici, tutti di per sè validi, ma che a quanto pare non hanno sortito grandi effetti. Non conoscendola direttamente posso solo fare delle ipotesi: andrebbe valutato se il percorso analitico in senso stretto sia quello adatto a lei, o se invece non sarebbe preferibile un approccio più mirato sulla costruzione di un progetto. Questo approccio non esclude che si considerino gli aspetti inconsci, ma lavora più sulla ristrutturazione del presente. Inoltre potrebbe essere utile pensare ad una terapia in un gruppo terapeutico piuttosto che una terapia individuale. In base alla mia esperienza clinica, spesso è proprio la situazione di gruppo terapeutico che "sblocca". Provi ad informarsi se dalle sue parti ci sono specialisti che si orientano in questa direzione. Le faccio tanti auguri.

Dott. Ssa M. Adelaide Baldo
Specialista attività privata
BRESCIA (BS)



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