È epilessia?

30 ottobre 2004

È epilessia?


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30 ottobre 2004

È epilessia?

Ci rivolgiamo se possibile ad un neurologo pediatrico. Il nostro bambino ha da poco compiuto tre anni quando incomincia a frequentare la scuola materna; anche se molto socievole, piange quando viene lasciato all’insegnante e sta attraversando un periodo di inappetenza. Il 23 settembre, tre giorni dopo l’inizio, camminando inciampa procurandosi un bernoccolo sulla fronte, piange, ma dopo un pò si consola e va a scuola. Verso le 10. 30 vengo chiamata perché il bambino si è fatto la pipì addosso, cosa che non mi preoccupa perché ogni tanto in questi giorni succede perché il bambino ha un pò di irritazione e, quindi trattiene per evitare di urinare. Dopo 10 minuti mi richiamano dalla scuola per sollecitarmi; quando incontro la maestra, mi spiega che dopo almeno 5-10 minuti che aveva fatto la pipì e, mentre lei lo tratteneva, il bambino è svenuto, ha chiuso gli occhi e si è rilassato fra le sue braccia. La cosa è durata pochissimo, si è subito ripreso sorridendo a tutti e quando io lo vedo è un po’ pallido ma del solito ottimo umore. Su consiglio della pediatra dopo una ventina di giorni fa un EEG. Nel frattempo il bambino è come sempre sereno e vivace. L’esito dell’EEG è il seguente: “ Durante l’addormentamento si registrano diversi grafoelementi di aspetto aguzzo, ipervoltati, in sede bitemporo-centrale. Si registra inoltre una isolata scarica di punto-onde 3-3. 5 c/sec, di grande ampiezza, della durata di 3 sec. circa, diffusa a tutte le derivazioni. Il restante tracciato permette di cogliere le attività fasiche e cicliche del sonno normale fino alle fasi più profonde. Conclusioni: anomalie parossistiche generalizzate. ” Il neurologo che lo ha eseguito ritiene che il bambino debba essere sottoposto a terapia. Consultiamo un neurologo pediatrico che ci assicura che EEG di questo tipo possono presentarsi nei bambini da 2 a 5 anni, che, da quello che gli racconto dell’episodio, dubita fortemente che sia trattato di una crisi epilettica. Ci rivolge una serie di domande sul bambino ed alla fine ci consiglia di tenerlo soltanto sotto controllo e decide di non intraprendere alcuna terapia perché, dice, per parlare di epilessia manca l’evento fondamentale e cioè la crisi ed il ripetersi delle crisi. Consultiamo un altro neurologo (non pediatrico) che conosciamo e questi, invece ci dà una terapia (notropil sciroppo due misurini per 60 gg. , Depemag 200 1 compressa) da seguire inizialmente per tre mesi perché, dice, per ora il bambino non ha nulla di grave ma il ripetersi di crisi può provocare dei problemi di maggiore entità, perché rischiare? Dopo i tre mesi senza sospendere la terapia ci raccomanda un nuovo EGG ed nuova visita. Dal punto di vista neurologico il bambino è normale. Ho parlato ancora con la maestra che ora, che lo conosce meglio, ha dei dubbi sul fatto che sia stato uno svenimento perché lui, che è un gran monello, quando non vuole fare qualcosa che gli si vuole imporre, alcune volte, chiude gli occhi e gira il volto da un’altra parte o si stende per terra o, se lo si ha in braccio si lascia un po’ andare, ma è evidente che è un atteggiamento e non uno svenimento. Adesso non sappiamo cosa fare. Ci hanno detto di osservare se il bambino ha delle assenze, ma visto che il bambino per noi è assolutamente normale è possibile che sia difficile accorgersi o che avvengano in momenti, ad esempio durante l’addormentamento, in cui non si può controllare? Vorremmo, soprattutto sapere se, dal momento che l’evento che non si riesce a ben classificare, può l’EEG del bambino da solo essere la prova inconfutabile che ci sia una malattia che va trattata? Il nostro dubbio è che il bambino abbia un problema e che noi non curandolo lo danneggiamo, oppure che non abbia nulla di particolarmente grave e che dandogli un antiepilettico, di cui non ha bisogno, gli facciamo, comunque del male. Vi ringraziamo per la risposta.

La domanda è in attesa di risposta.


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