Memoria ed epilessia

06 settembre 2005

Memoria ed epilessia


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03 settembre 2005

Memoria ed epilessia

Gentili Professori ho letto e in più parti come si creda fermamente che chi ha l'epilessia ha poca memoria poichè. . . "Studi fatti sui topi epilettici. . . . " hanno portato a questa conclusione. Si dice che la zona dell'ippocampo sia quella più "toccata" attraverso le crisi. Vorrei dirVi che pur essendo un epilettico per "Causa post-vaccinica" ho molta o abbastanza memoria. Ho infatti scritto libri, fatto conferenze, scritto su molti giornali, ecc. basterebbe girare per mio sito: http://www. Polarisweb. It/dangeloalessandro/ Vi renderete conto che non tutti hanno poca memoria. Vorrei ricordare anche che i topi non si possono esertitare come gli uomini ad esercitare il cervello per poter migliorare la memoria. Voi cosa pensate? C'è differenza? Cordiali saluti Alessandro D'Angelo

Risposta del 06 settembre 2005

Risposta a cura di:
Dott. EDOARDO GENTILE


Sono assolutamente d'accordo, infatti non è assolutamente vero che tutti i paziente affetti da epilessai debbano avere disturbi di memoria. Alcuni tipi di Epilessia, spesso uniti ad alcune terapie farmacologiche, possono portare ad una diminuzione delle capacità mnestiche ma non è la regola.

Dott. Edoardo Gentile
Medico Ospedaliero
Specialista in Neurologia
TORINO (TO)

Risposta del 06 settembre 2005

Risposta a cura di:
Dott. GIOVANNI MIGLIACCIO


Concordo pienamente con il Collega. Gli studi sperimentali devono considerare molte stiuazioni e aspetti di una malattia, studiando negli animali comportamenti, sintomi, funzionalità degli organi ecc. al fine di ricercare alterazioni anatomiche, biochimiche, farmacologiche che possano far capire la causa di una patologia. Osservare in un animale affetto da Epilessia (tra l'altro indotta) una diminuzione della memoria (testabile in modo differente che nell'uomo) non ha alcun significato pratico e in ogni caso molti risultati delle ricerche sperimentali possono non spiegare affatto quello che succede nell'insorgere e nella evoluzione di una malattia nell'uomo.
Ci vorrebbe più di un volume intero per trattare tali argomenti, spero di essermi spiegato al meglio.
Cordialmente

Dott. Giovanni Migliaccio
Medico Ospedaliero
Specialista in Neurochirurgia
MILANO (MI)



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