26 ottobre 2006
Mononucleosi
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22 ottobre 2006
Mononucleosi
GENTMO DOTT. MOSCHINI, NEL 2004 MIO FIGLIO ANNI 24, HA CONTRATTO LA MONONUCLEOSI. NE AVEVO SEMPRE SENTITO PARLARE CON NONCURANZA COME CSE SI TRATTASSE DI UN BANALE RAFFREDDORE. IL MEDICO DI FAMIGLIA NON HA RITENUTO DI DOVERE INTERVENIRE NE CON FARMACI NE CON ALTRO E MI HA DETTO RIPOSO E PASSERA'. MA LEGGO SEMPRE PIU' SPESSO NOTIZIE ALLARMANTI E ANCHE SE MIO FIGLIO SI E ' RIPRESO MI CHIEDO SPESSO SE IL VIRUS NON SIA SUBDOLAMENTE INSERITO NEL SUO ORGANISMO. NOI VIVIAMO A BARI E LUI PER MOTIVI DI STUDIO E DI LAVORO VA IN GIRO SPESSO. VORREI CHE LEI LO VISITASSE E MI CONSIGLIASSE EVENTUALI ESAMI, MA ESCLUDO CHE LUI POSSA VENIRE A MASSA. ALLORA COME FARE, NON SO MA SONO PRECCUPATA. GRAZIE, RIMANGO IN ATTESA DI UNA SUA RISPOSTARisposta del 26 ottobre 2006
Risposta a cura di:
Dott. ALBERTO MOSCHINI
Egregio, è tutto scritto in letteratura internazionale, purtroppo gli esami che vengono eseguiti in medicina convenzionale, sono tutti indiretti, basati sulla produzione di anticorpi, quindi basta eseguirli per vedere se la persona è venuta in contatto con il virus, ma non dicono se è presente. Pertanto, ci si deve avvalere di quelli esami che integrano la medicina convenzionale, con quella biologica, anche per individuare tutti gli altri agenti patogeni che sono entrati, conseguentemente alla immunodeficienza che lui ha provocato. Da qui dipende la terapia. Non esiste protocollo o standardizzazione, come in medicina convenzionale. Ogni diagnosi e terapia, sono strettamente personalizzati, derivano da tutto un ragionamento applicativo.
Saluti
Dott. Alberto Moschini
Specialista in Medicina alternativa (omeopatia, agopuntura. . . )
MASSA (MS)