14 maggio 2009
Schizzofrenia
Tags:
10 maggio 2009
Schizzofrenia
buongiorno sono una ragazza di 27 anni, vivo a roma, e ho un fratello di 35 anni che soffre di schizzofrenia. la cosa è stata "scoperta" da pochi mesi circa 6, da novembre 2008 a gennaio 2009 è stato in cura e gli hanno sommistrato il farmaco Risperdal, grazie al quale ha avuto un periodo in cui le paranoie e i deliri gli si erano calmati. ha avuto però una ricaduta a aprile 2009, violenta ma non al punto di far male fisicamente a qualcuno anche perchè si è molto indebolito. la mia famiglia vive a perugia e ho potuto vedere meglio e capire la malattia solo in questa occasione durante le vacanze di pasqua. la mia famiglia è totalmente inebetita difronte a questo problema al punto che i mie genitori non hanno saputo dirmi con chiarezza di cosa mio fratello fosse malato finchè non ho letto le indicazioni del medicinale Risperdal. li ho allarmati della gravità della malattia e del fatto che loro hanno un compito molto difficile, la convivenza con una persona paranoica e delirante. dopo questa ricaduta non si è capito se lui è tornato dal medico che lo aveva seguito quel periodo, oppure no e di conseguenza se ha ripreso medicinali. quello che vorrei capire è il ruolo della famiglia in questo caso, cioè quanto conta la nostra parola, di noi fratelli e quella dei miei genitori. è una domanda che sembra banale ma siamo completamente tenuti fuori da tutto perchè mio fratello ha 35 anni ed è sposato. la cosa assurda è che la moglie non riconosce che sta male, ha negato le sue paronoie e i suoi deliri dicendo che è sempre stato così. c'è stato un forte allontamento dalla famiglia, niente telefonate niente visite. . . L'unica persona che è a più stretto contatto con lui è mio fratello di 30 anni con il quale lavora tutti i giorni. ma anche con lui l'argomento non viene assolutamente toccato, ha scatti di ira ogni volta che se ne parla o che si tenta di parlarne. vi chiedo informazioni in quanto mia madre non sa affrontare la questione, ho più volte e insistentemente chiesto di fare una telefonata al medico che lo ha seguito, solo per sapere se lui ci è andato e se prende il farmaco. se non lo prende e il sospetto c'è, che cosa si fa in questi casi? grazie ElisaRisposta del 14 maggio 2009
Risposta a cura di:
Dott. MAURO MILARDI
Argomento complesso e difficile anche perchè sono coinvolte più famigie. Diciamo qualcosa di generale: l'affrontare tematiche schizofreniche non significa non parlarne magari per paura del giudizio sociale. Si tratta di una malattia come le altre e se ben curata spesso permette una vita normale. Inoltre mentre per altre elazioni terapeutiche esiste la tematica della privacy da parte del medico curante, qui ci troviamo in una situazone diversa perché fra gli aspetti della malattia c'è la negazione della stessa e quindi è necessario valutare anche con i parenti varie situazioni. fra queste quelle legate al rispetto della somministrazione dei farmaci. Il problema dovrebbe essere affrontato con le strutture del Dipartimento di Salute Mentale terrioriale, anche per quanto riguarda il coinvolgimento dei familiari, che loro stessi debbono essere aiutati alla capacità di confrontarsi con questa malattia. Se invece il curante è uno specialista privato il discorso è sostanzialmente uguale.
Dott. Mauro Milardi
Specialista attività privata
Specialista in Anestesia e rianimazione
Specialista in Igiene e medicina preventiva
Specialista in Psicologia
ANCONA (AN)

Ultime risposte di Mente e cervello
- Ansia e intolleranza antidepressivi
- Doc e rituali?
- Sintomi da stress
- Informazione
- Ho un disturbo mentale? ossessioni e paranoie
- Depressione
- Mancanza effetto sereupin
- Problema con cadasil
- Ansia e attacchi di panico
- Referto rm encefalo
...e inoltre su Dica33: