03 giugno 2014
Terapia anticoagulante
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03 giugno 2014
Terapia anticoagulante
Mia madre, 88 anni, dopo un'ischemia cerebrale (un anno fa ), deve seguire una terapia anticoagulante, che ha iniziato 7 mesi fa; purtroppo, pur prestando attenzione alla dieta (mangia zucchini, carote, patate, mele, fette tosate a base di riso e quinoa, riso, pasta, tè nero, biscotti, formaggio parmigiano, crescenza, carni bianche, sogliole ), non riesce a mantenere con regolarità l'INR tra i valori di 2e 3 assumendo il Coumadin. Nel frattempo ha avuto anche due episodi di TIA. A causa della disfagia, causata dall'ictus, non è in grado di deglutire intere le capsule rigide di Pradaxa. Il medico di famiglia afferma che se il livello è troppo alto (3. 8) possono solo verificarsi degli ematomi, se invece troppo basso (1. 7, 1, 8) mia madre ha gli stessi rischi di una persona " normale" ;. Faccio eseguire i prelievi (anche in farmacia, con prelievo dal dito) 1 volta alla settimana, a volte anche ogni 4 giorni. Oltre al Coumadin, assunto sempre alle 17. 00, mia madre prende al mattino e alla sera Sotalolo (mezza compressa alla volta) e prima di coricarsi 3-4 gocce di Xanax. Grazie per il consiglio che vorrete darmi.Risposta del 03 giugno 2014
Risposta a cura di:
Prof. ALBERTO TITTOBELLO
Purtroppo l'assorbimento e il metabolismo del coumadin dipendono da molti fattori, tra cui la dieta e l'assunzione di altri farmaci, compresi i betabloccanti, come è per sua madre. E spesso è difficile trovare il dosaggio ottimale. tuttavia, esistono diversi altri farmaci ad azione anticoagulanti o antiaggreganti, tra cui l'eparina a basso peso molecolare, facile da somministrare sottocute. Ma deve sempre rivolgersi a un esperto di coagulazione, per gestire bene la situazione.
Prof. Alberto Tittobello
Casa di cura privata
Specialista attività privata
Universitario
Specialista in Gastroenterologia
Specialista in Cardiologia
Milano (MI)