Una ferita che non riesco a chiudere.....

20 novembre 2004

Una ferita che non riesco a chiudere.....


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17 novembre 2004

Una ferita che non riesco a chiudere.....

Sono una ragazza di 25 anni. Scrivo con la speranza che qualcuno voglia provare a darmi un consiglio, o provare a capire cos'è questa tristezza che ancora porto nel cuore.
La ragione di tutto è un Lui. . . Un ragazzo lontato da me, poco più giovane, che ho conosciuto l'anno scorso in vacanza.
Non lo vedo da allora. Tra noi c'è stata una relazione virtuale che tra(sue)sparizioni e riapparizioni è durata dallo scorso gennaio fino ad agosto. Niente di fisico tra noi, e solo tante, troppe parole. Un filo e un fiume di sms tra due persone, un contatto che pensavo fosse umano, comunque. E' sparito una notte di agosto non rispondendo più e di lui ho solo un silenzio insopportabile, e tanti, ancora troppi perchè. Credendo di fare la cosa giusta per sentirmi meglio con me stessa. . prendendomi anche le colpe d'essere stata forse spesso eccessiva nel cercarlo. . . Pur di capire gli scrissi una lettera a settembre credendo ingenuamente che a quel punto, con quel mio gesto sincero e privo, assolutamente, di qualsiasi Rabbia, lui mi desse un segno. Ma niente. Ogni tanto mi arrivano delle e-mail stupide, di quelle che si fanno "girare" tra i contatti, ma nient'altro.
Non mi sono mai sognata di chiamarlo e invadere così la sua vita ma quando arriva la notte e ripenso alle parole di quella lettera allora ancora ci sto male, nonostante il tempo. . .
Vorrei tanto sapere come sta(ed è assurdo. . . ?!?). . Non riesco ad odiarlo. A volte vorrei fregarmene dell'orgoglio, del tempo, per dirgli quanto m'ha ferita. . . E l'unico motivo per cui non lo faccio è perchè non sopporterei che mi rispondesse male. Cos'è, cos'è, questa voglia che ho ancora di capire. . . E di sperare che possa ripensare alla mia dolcezza.
Cordiali saluti

Risposta del 20 novembre 2004

Risposta a cura di:
Dott.ssa GIULIA MARIA D'AMBROSIO


Un ragazzo giovane può non aver capito la sua intensità, o può non aver parole sufficienti per fronteggiarla.
Carissima, non so perché ma la sua lettera parla anche di una infanzia con tanti pensieri non condivisi con la famiglia, e forse di un padre un po' assente.
Un percoso psicoterapeutico potrebbe aiutarla a cercare un po' meglio che cosa davvero desidera dalla vita, e a mirare quali sono le persone a cui vale la pena di farlo sapere. Questo penso sia la chiave della sua tristezza.
Un caro abbraccio.

Dott. Ssa Giulia Maria D'Ambrosio
Specialista attività privata
MILANO (MI)



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