Procreazione assistita: in nuove linee no a test a fini eugenetici

27 febbraio 2012
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Procreazione assistita: in nuove linee no a test a fini eugenetici



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Potranno accedere alla procreazione medicalmente assistita (Pma) chi è infertile, chi è fertile se portatore di malattie infettive come Hiv, Hbv e Hcv, ma non si potrà effettuare diagnosi preimpianto sull'embrione a scopo eugenetico. Inoltre, non ci sarà più il limite della produzione di soli tre embrioni da impiantare. Sono questi alcuni dei contenuti presenti nelle nuove linee guida della legge 40 che, con alcune modifiche rispetto al testo presentato dall'ex sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella e con qualche suggerimento al ministro della salute, hanno avuto parere favorevole dal Consiglio superiore di Sanità. Verranno ora vagliate dal ministro della Salute per l'approvazione; successivamente se il ministro apporrà la firma al provvedimento, le linee guida dovranno essere pubblicate in gazzetta ufficiale. Non sono state inserite specifiche dedicate alle malattie genetiche, ma nelle valutazioni, il Css avrebbe preso atto di alcune sentenze dei tribunali che hanno già riconosciuto il diritto di accedere alle tecniche di Pma a coppie fertili che rischiavano di avere figli con grave malattie come la talassemia e la fibrosi cistica. Tuttavia, l'esplicitazione del divieto a test preimpianto per scopi eugenetici, apre a diverse interpretazioni. Secondo alcuni membri del Css, infatti, il test preimpianto su coppie fertili ma portatrici di malattie genetiche (che rientrerebbero secondo alcuni specialisti nella categoria delle coppie infertili, poiché impossibilitate a procreare prole sana) non rappresenta eugenetica e dunque, in conseguenza di tale interpretazione, sarebbe possibile effettuarlo anche sulla base di alcune sentenze già espresse da tribunali. Secondo l'interpretazione di alcuni esperti si aprirebbe dunque la strada alla possibilità di effettuare il test preimpianto per le coppie portatrici di patologie genetiche. Secondo altri, al contrario, è da considerarsi la norma della legge a tutela della salute dell'embrione, sulla base della quale si escluderebbe, tale possibilità di test preimpianto.



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