Bibite zuccherate, divieto a scuola condiziona poco i consumi

26 marzo 2012
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Bibite zuccherate, divieto a scuola condiziona poco i consumi



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La scelta di bandire dalle scuole le bevande zuccherate, fatta da alcuni legislatori statunitensi ha ottenuto risultati parziali, poiché a una riduzione dell'accesso e dell'acquisto di prodotti nelle ore di lezione, non è corrisposta una riduzione del consumo generale. Lo ha riscontrato un'indagine dell'Istituto per la ricerca sulla salute e la politica, dell'Università dell'Illinois, condotta nelle scuole pubbliche in 40 stati confrontando politiche di divieto totale di tutte le bibite dolcificate con quelle che bandiscono solo le bibite frizzanti o che non prevedevano restrizioni in tal senso. Si è visto tra il vietare solo bibite frizzanti e non porre alcuni divieto, non c'erano sostanziali differenze nei comportamenti degli studenti. Le politiche di divieto totale invece sortivano un certo effetto riducendo del 14,9% l'accesso alle bevande zuccherate ma solo del 7,3% l'acquisto, e in generale il consumo nell'arco della giornata veniva modestamente condizionato dalle politiche adottate nella scuola: l'85% circa degli studenti di averle consumate nei sette giorni precedenti, almeno una volta.



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