La sigaretta elettronica aiuta a smettere di fumare

27 giugno 2013
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La sigaretta elettronica aiuta a smettere di fumare



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Certamente non è risolutiva, ma, stando alle ultime ricerche, può davvero aiutare nell'impresa che spesso appare molto, molto difficile. L'ultimo studio sul ruolo positivo che la sigaretta elettronica può avere nello smettere di fumare, pubblicato sulla rivista americana Public Library of Sciences, è firmato da un gruppo di ricercatori dell'Università di Catania che hanno arruolato 300 fumatori, che consumavano in media 20 sigarette al giorno dall'età di 17 anni, e che non avevano nessuna intenzione di smettere. Li hanno divisi in tre gruppi. Il primo usava apparecchi da 7,5 milligrammi di nicotina. Il secondo iniziava con 7,5 ma passava dopo un mese e mezzo a 5,4 milligrammi. Il terzo invece fumava vapore aromatizzato al tabacco ma senza nicotina. Sorprendentemente, le percentuali di cessazioni sono risultate molto simili nei tre gruppi. Quanti hanno smesso? L'8,7 per cento dei volontari ha abbandonato il tabacco. All'interno di questo 8,7 per cento, nel giro di un anno tre persone su quattro hanno rinunciato anche alla sigaretta elettronica abbandonando del tutto la nicotina. Segno, scrivono i ricercatori di Catania nello studio, che "il ruolo della nicotina nel creare dipendenza andrebbe rivisto. Altri fattori, come il rituale associato alla sigaretta o la gestualità, hanno invece probabilmente una grande importanza".
Non solo. Oltre ai volontari che hanno abbandonato del tutto il fumo, il 10,3 per cento del campione ha ridotto del 50 per cento o più il consumo di tabacco. Quindi, osservano gli studiosi che in una nota della pubblicazione dichiarano di aver ricevuto alcune consulenze dalla ditta che ha fornito gli apparecchi per lo studio, ma di non esserne stati influenzati, la sigaretta elettronica aiuta a smettere di fumare. Il passaggio dal tabacco alla sigaretta elettronica, secondo lo studio, è stato abbastanza indolore. Dopo due settimane solo il 6,5 per cento sentiva il bisogno di mangiare di più. Il 18 per cento aveva ancora tosse, il 17 per cento bocca secca, il 20 per cento irritazione alla gola e il 4 per cento respiro corto. Ma di ansia, irritabilità, insonnia e depressione si sono lamentati solo fra il 2 e il 4 per cento dei volontari.

Nonostante il succedersi di studi come questo quasi tutte le istituzioni sanitarie nel mondo restano sospettose di fronte alle sigarette elettroniche. L'Organizzazione mondiale della sanità mette in guardia contro la pericolosità della nicotina. L'European respiratory society a metà giugno ha avvertito che anche il vapore causa problemi respiratori. Diversi studi internazionali hanno assolto il fumo passivo, ma hanno riscontrato nelle ricariche di nicotina liquida quote significative di metalli pesanti. L'Unione Europea sta così valutando l'ipotesi di classificare la maggior parte dei modelli di sigarette elettroniche come presidi medici, sottoponendole a controlli più stretti e limitandone le vendite alle farmacie. Ma il mercato in Italia ha ormai assunto dimensioni importanti: il numero di negozi nel nostro Paese ha raggiunto quota 2mila (anche se ha iniziato leggermente a calare), le vendite di tabacco sono calate nel 2012 dell'8 per cento. I consumatori nel nostro paese sono stimati in 2 milioni, con un mercato di 2-300 milioni di euro, che guarda soprattutto ai giovani: una indagine recente ha mostrato che nella fascia tra 15 e 24 anni gli "svapatori" sono il doppio dei fumatori tradizionali (23,6 per cento contro l'11,6 per cento). Tanto che il ministero della Salute ha allo studio un'ordinanza che potrebbe vietarne l'uso nelle scuole. Non solo, per le sigarette elettroniche il Consiglio dei ministri starebbe pensando a una tassa al 58,5 per cento del prezzo di vendita, come copertura per il rinvio dell'Iva.



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