Pesce OGM per le emorragie

15 settembre 2004
Aggiornamenti e focus

Pesce OGM per le emorragie



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Quando si parla di geneticamente modificato scatta una diffidenza immediata, i più credono, infatti, che i prodotti OGM facciano male indistintamente. E' significativo del resto che solo un italiano su dieci, da una recente indagine, si dichiari disponibile a consumare alimenti contenenti OGM. Il pregiudizio, però, è sbagliato, lo conferma un recente studio, presentato su New Scientist, nel quale è stato prodotto un importante fattore coagulante del sangue utilizzando come laboratori viventi pesci modificati geneticamente.

Lo studio britannico
I primi risultati in questa direzione risalgono allinizio di questanno quando si è cominciato a pensare a creare pesci modificati geneticamente a immagine e somiglianza della carne. Lidea era quella di associare allalto contenuto di acidi grassi omega-3, protettivi per il cuore e attivi sullo sviluppo delle ossa, anche una certa dose di acido linoleico in grado di prevenire malattie come cancro e diabete. Lidea statunitense di utilizzare le sofisticate tecniche dellingegneria genetica per migliorare le caratteristiche nutrizionali degli alimenti che vengono dal mare, ha spiccato un ulteriore balzo in avanti grazie a questa ricerca delluniversità britannica di Southampton, in collaborazione con una azienda biotech statunitense. Ma di che cosa si tratta? I ricercatori hanno prodotto il fattore VII della coagulazione, utilizzato per curare le persone emofiliche o somministrato ai feriti gravi in caso di incidente: lo usa, per esempio, anche lesercito americano in Iraq per arginare le emorragie da ferite da arma da fuoco. Il fattore VII può essere purificato anche dal sangue umano, ma si tratta di una via a rischio di trasmissione di infezioni. Per questo la proteina coagulante del sangue viene ottenuta usando le cellule modificate geneticamente dei criceti.

I mammiferi costano di più
Ma selezionare, lavorare e conservare cellule di mammiferi è un processo estremamente costoso: per uniniezione si può arrivare fino a 9 mila euro. Meglio, perciò, sotto il profilo economico fare la stessa operazione con i pesci, che secondo lautore della ricerca permetterebbero di spendere un decimo del prezzo corrente. Nel caso specifico è stata utilizzata la tilapia o pesce San Pietro, un pesce comune e facilmente allevabile. Il suo fegato se modificato con laggiunta del gene umano per il fattore VII, lo produce e lo libera nel sangue. Finora sono stati fatti nascere pesci in grado di produrre un millilitro di fattore VII, lo stesso quantitativo generato dallorganismo umano. Un successo inequivocabile anche se la disponibilità non è immediata, infatti, prima di vedere un prodotto simile sugli scaffali delle farmacie - sostengono i ricercatori - dovrà passare parecchio tempo. Ma grazie a questa scoperta sono almeno venti le proteine terapeutiche per uso umano ottenibili allo stesso modo. Ora si tratta di convincere gli enti regolatori delle scoperte scientifiche che si tratta della stessa proteina sintetizzata dallorganismo umano. Un processo lungo per questioni di sicurezza. Lottimismo comunque regna sovrano visto che - concludono i ricercatori - non si conoscono malattie trasmissibili dal pesce alluomo.

Marco Malagutti

Fonte
GM fish produce cheap blood-clotting agent. New Scientist, print edition 11 settembre 2004



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