Meno check-up, più screening

19 marzo 2004
Aggiornamenti e focus

Meno check-up, più screening



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Fare annualmente o anche ogni due anni una gran selva di esami e accertamenti serve a poco, a meno che non vi siano situazioni particolari, per esempio la valutazione medica generale preliminare alla stipula di una polizza vita. Diverso, invece, è entrare in un programma di screening. La differenza sta nel fatto che lo screening, a differenza del check-up, non procede a tappeto, ma identifica sulla base della storia e delle caratteristiche individuali della persona, chi pur essendo sano al momento, ha più probabilità di trarre benefici dai controlli. E loperazione che viene detta tecnicamente, stratificazione del rischio.

Anche per le pratiche più semplici
La regola è che i test, dunque, andrebbero fatti su una base, anche statistica, di necessità persino i più semplici. Per esempio nel caso della glicemia a digiuno, un test elementare, e del diabete tipo 2, le linee guida attuali danno indicazioni precise: devono senzaltro sottoporvisi tutti gli adulti con più di 45 anni, soprattutto se con indice di massa corporea superiore a 25 e, se il risultato è nella norma, se ne riparlerà dopo tre anni, salvo fatti nuovi. Cominciare i test prima dei 45 anni, o ripeterli più spesso, ha un senso se vi è un sovrappeso importante, obesità, oppure uno o più fattori di rischio specifici come la famigliarità per il diabete, una vita sedentaria, ipertensione, precedenti malattie cardiovascolari e altri ancora. Il fatto è che sulla base dellesperienza, è difficile che un falso negativo si ripresenti a distanza di tempo e, soprattutto, in tre anni le cose non possono precipitare.
Anche la misurazione della pressione arteriosa, unindagine che potrebbe a molti sembrare una formalità, deve obbedire ad alcune regole. Le raccomandazioni ufficiali sono di provarla a tutti coloro che hanno compiuto 18 anni e, se il risultato è inferiore a 130/80 mmHg, si può ripetere dopo due anni. Però, e si sottovaluta questo aspetto, una sola misurazione non basta: per ogni visita va ripetuta due volte, e prima di dire che una persona è ipertesa, la doppia misurazione va ripetuta in almeno due occasioni diverse. Infatti la pressione arteriosa è un parametro soggetto a forti fluttuazioni anche a seguito di circostanze causali (la stessa emozione della visita o ''effetto camice bianco'').

Cambia il tipo di esame e la frequenza
La situazione è anche più complessa per patologie più gravi o che richiedono test invasivi. E il caso del cancro del colon, patologia relativamente diffusa e potenzialmente fatale se trascurata. Negli Stati Uniti, per le persone che appartengono alla media quanto a rischio di questa malattia, si consiglia, arrivati ai 50 anni di effettuare uno dei possibili test : ricerca del sangue nelle feci, sigmoidoscopia, sigmoidoscopia più ricerca di sangue nelle feci, radiografia dopo clisma di bario, colonscopia. Se non risulta nulla, il test può essere ripetuto dopo 5 anni, e addirittura 10 se è stata effettuata una colonscopia, esame decisamente più lungo, invasivo e, ovviamente, accurato. Anche qui il controllo diviene più stretto se esistono fattori di rischio precisi: per esempio la famigliarità per il tumore del colon o gli adenomi. In questo caso il primo test va condotto a unetà pari a quella che aveva il consanguineo quando gli è stata diagnosticata la lesione, e comunque non oltre i 40 anni. In più, non potrà essere indifferentemente uno dei test elencati sopra, ma dovrà essere il più sensibile e specifico: la colonscopia da ripetersi a 5 anni. Intervalli ancora più stretti per le situazioni potenzialmente più pericolose, come le forme ereditarie.

Meglio i programmi organizzati
Fin qui le regole dello screening, cioè sulle indagini condotte a scopo precauzionale su persone sane e senza sintomi. E ovvio che di fronte a chiari sintomi, per esempio, di iperglicemia, con aumento delle urine, spossatezza e gli altri segni che il medico è in grado di individuare facilmente, non cè regola che tenga: si ricorre subito al laboratorio. Però questo non è più screening, è la diagnosi.
Per alcune malattie molto diffuse e per le quali sono possibili una diagnosi precoce e una terapia efficace, come il tumore del collo dellutero o quello del seno, sono le stesse autorità sanitarie pubbliche a predisporre per le fasce di popolazione interessate programmi di screening. Partecipare a questi programmi è più conveniente che non provvedere da sè, sia pure su indicazione del medico. In primo luogo perchè si ha la certezza che i test vengano eseguiti secondo le indicazioni delle linee guida aggiornate e con adeguati controlli di qualità e, infine, perchè si riduce la spesa a carico del cittadino.

Maurizio Imperiali

Fonti
Winawer S et al. Colorectal cancer screening and surveillance: Clinical guidelines and rationale-Update based on new evidence. Gastroenterology 2003 Feb;124(2):544-60.

American Diabetes Association. Screening for type 2 diabetes. Diabetes Care 2003 Jan;26 Suppl 1:S21-4. University of Texas at Austin, School of Nursing, Family Nurse Practitioner Program. Screening for hypertension in adults.Austin (TX): University of Texas at Austin, School of Nursing; 2002 May



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