Nelle città più inquinate aumentano emicrania e malattie nervose

28 luglio 2022
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Nelle città più inquinate aumentano emicrania e malattie nervose



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Essere esposti a città inquinate mette a rischio la salute cerebrale, questo almeno è quanto evidenziato da una ricerca sugli ospedali canadesi recentemente pubblicata sulla rivista PlosOne.

L'inquinamento dell'aria ambiente è stato spesso associato a danni per la salute neurologica. Si ritiene, infatti, che gli inquinanti ambientali scatenino lo stress ossidativo e l'infiammazione a cui popolazioni vulnerabili, come gli anziani, possono essere particolarmente sensibili.
Il nuovo studio ha valutato la possibile associazione tra le concentrazioni di inquinanti atmosferici e il numero di visite al pronto soccorso dovuto a disturbi a carico del sistema nervoso. È stato utilizzato un disegno di studio case-crossover che combina i dati del National Ambulatory Care Reporting System (NACRS) e del National Air Pollution Surveillance (NAPS).
I ricercatori hanno combinato i dati di vari inquinanti, tra cui il monossido di carbonio (CO), il biossido di azoto (NO2), l'anidride solforosa (SO2), l'ozono (O3) e la concentrazioni di polveri ultra-sottili (PM 2,5) a due indici di qualità dell'aria (chiamati AQHI e AQHIx) intersecandoli anche con i dati delle condizioni metereologiche.

Sono state analizzate 140.511 visite al pronto soccorso relative a malattie del sistema nervoso.
La maggior parte dei casi è stato a carico delle donne (59,5%). Un totale di 89.708 visite è stato per disturbi episodici e parossistici, di cui quasi il 40% era correlato ad attacchi di emicrania.

Lo studio ha trovato un'associazione significativa tra la concentrazione degli inquinanti atmosferici e le visite al pronto soccorso per malattie del sistema nervoso. I risultati hanno rivelato che le femmine erano, in particolar modo, più inclini ad avere bisogno del pronto soccorso dopo essere state esposte almeno una settimana prima della visita ad alte concentrazioni di CO, SO2 e PM2,5; l'associazione si è dimostrata particolarmente vera riguardo le concentrazioni di monossido di carbonio.

La fisiopatologia della cefalea, scrivono gli autori, può essere dovuta a stimoli nocicettivi, che possono innescare cambiamenti nella vasodilatazione dei vasi sanguigni cranici e/o delle fibre nervose sensoriali, ed è noto che l'inquinamento atmosferico provoca cambiamenti nell'attività vascolare e neurale. Gli inquinanti atmosferici possono essere correlati a infiammazione sistemica, stress ossidativo, apoptosi, ossigenazione e metabolismo cerebrali.
Precedenti studi hanno mostrato effetti più forti dell'esposizione acuta agli inquinanti atmosferici sulla salute umana. Uno studio europeo, ad esempio, ha mostrato come a seguito della maggior inalazione di monossido di carbonio si siano avuti maggiori livelli di mal di testa, aumento della frequenza cardiaca e vasodilatazione a livello della pelle del viso. Altri studi hanno mostrato effetti simili con emicranie, nausea, vomito, vertigini, ospedalizzazioni e mortalità più elevati all'aumentare dell'inquinamento, soprattutto negli anziani.

Tuttavia, le ricerche mostrano che i sintomi dovuti all'esposizione prolungata alla CO si verificano normalmente quando i livelli superano le 70 parti per milione (ppm), che è molto di più rispetto ai livelli riscontrati da questo nuovo studio (0,3 ppm). Lo studio ha mostrato come anche l'esposizione ad altri inquinanti, come PM2,5 e SO2, può contribuire a disturbi del sistema nervoso centrale.

Un'altra novità apportata dalla ricerca è che i risultati suggeriscono che le donne siano più sensibili agli inquinanti rispetto agli uomini. Le differenze osservate possono essere attribuibili a differenze biologiche, fisiologiche e comportamentali tra i sessi, suggeriscono gli autori, anche se questi ipotesi andrebbero meglio indagate.


Fonte: Doctor33




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