Nobel Medicina ai due scienziati che hanno gettato le basi per il vaccino anti-Covid
Hanno portato all'approvazione di due vaccini Covid-19 basati su mRna di grande successo alla fine del 2020. Con questa motivazione è stato assegnato il premio Nobel per la Medicina 2023 a Katalin Karikó e Drew Weissman.
Katalin Karikó è nata nel 1955 a Szolnok in Ungheria, ha conseguito un dottorato nel 1982 e ha poi lavorato per alcuni anni all'Accademia delle scienze ungherese di Szeged. Si è poi trasferita negli Stati Uniti dove ha lavorato in diversi centri di ricerca universitari ed è ora tra i principali dirigenti di BioNTech.
Drew Weissman è nato nel 1959 a Lexington nel Massachusetts (Stati Uniti) e ha conseguito un dottorato in medicina all'Università di Boston nel 1987. Ha lavorato in diversi centri di ricerca ed è responsabile della divisione che si occupa di innovazione legata all'RNA presso il Penn Institute.
Premio per la Fisiologia o la Medicina è il nome ufficiale del riconoscimento, assegnato in apertura della settimana dei Nobel. Il valore sale quest'anno a 11 milioni di corone svedesi (era di 10 mln negli ultimi anni), al cambio odierno circa 950mila euro, la più alta finora concessa.
Il Premio Nobel per la Medicina è stato assegnato ai due scienziati «per le loro scoperte sulle modifiche alle basi azotate dei nucleosidi che hanno reso possibile lo sviluppo di vaccini a mRNA efficaci contro COVID-19». La scoperta, rileva la Fondazione Nobel, ha modificato radicalmente la comprensione di come la molecola di Rna messaggero interagisce con il sistema immunitario. Il Premio viene assegnato annualmente ed è uno dei più importanti riconoscimenti in campo scientifico.
I due ricercatori hanno puntato all'origine dell'mRNA: i quattro nucleosidi che lo compongono a livello molecolare e a che a seconda di come sono combinati forniscono le istruzioni alle cellule. Si resero conto che nelle versioni sintetiche - quindi realizzate in laboratorio - dell'mRNA uno dei mattoncini finiva per attivare le difese da parte dell'organismo, impedendo la trasmissione delle istruzioni alle cellule per produrre le proteine desiderate. Dopo numerosi esperimenti, Karikó e Weissman trovarono il modo di modificarlo in nucleoside spia, in modo che l'mRNA sintetico riuscisse a passare inosservato e a essere trasportato nelle cellule.
A partire dal 2005, i due iniziarono a pubblicare le proprie scoperte su diverse riviste scientifiche, ricevendo attenzione per lo più da altri ricercatori che avevano iniziato a lavorare all'mRNA, in particolare degli attuali fondatori di Moderna e BioNTech (con Pfizer), e che ora sono famosi in tutto il mondo per i loro vaccini contro il coronavirus.
I primi tentativi di sviluppare vaccini a mRNA, per esempio contro il virus Zika e quello che causa la MERS - Sindrome Respiratoria medio-orientale (Mers-CoV - Middle East respiratory syndrome coronavirus infection) -, non portarono a risultati particolarmente incoraggianti. Le ricerche si intensificarono però a partire dal 2020 con l'emergenza SARS-CoV-2, il responsabile della COVID-19. In poco meno di un anno dall'emergere del nuovo virus, fu possibile sviluppare vaccini altamente efficaci, che non impediscono l'infezione virale, ma riducono di molto i rischi di sviluppare le forme gravi della malattia.