Chirurgia robot-assistita

13 febbraio 2009
Aggiornamenti e focus

Chirurgia robot-assistita



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Negli anni Ottanta il primo endoscopio chirurgico, alla fine del XX secolo la chirurgia laparoscopica e nel XXI la progressione della mininvasività continua con la chirurgia robotica. A operare è sempre un chirurgo, ma lo fa servendosi di un sistema robotizzato che ne amplifica possibilità e precisione, perfezionando i vantaggi della laparoscopia: dalla parte del medico così come del paziente, con minore invasività, ridotte complicanze, migliore funzionalità post-intervento, degenza abbreviata. La punta di diamante di quest'approccio è una sofisticata apparecchiatura battezzata daVinci, sviluppo ultimo di una ricerca iniziata negli Stati Uniti negli anni Novanta per la microchirurgia in situazioni di guerra o calamità, della quale l'Italia si sta dotando sempre più, e meglio, di altri paesi europei: 32 quelle disponibili, contro 13 in Germania e uno in Francia, con una quota nazionale di casi trattati arrivata nel 2008 a 2480. Gli interventi sono in aumento e così le possibili applicazioni.

Interventi e degenze brevi, meno complicanze


In Lombardia la Regione ha ora dotato del robot chirurgico l'Ospedale Luigi Sacco di Milano (altri Centri cittadini ne dispongono), nel quale è stato eseguita nel 2004 la prima prostatectomia radicale robotica in Italia, dal direttore di Urologia Franco Gaboardi. "Questa è una chirurgia del futuro che però è già presente" ha detto Gaboardi in un incontro milanese sull'iniziativa della Regione. "Nel nostro studio su 70 prostatectomie robot-assistite in soggetti con età media 66 anni, l'intervento si è ridotto a meno di tre ore, la degenza media a 4,7 giorni contro la settimana tradizionale. Inoltre, a un mese c'era già continenza nel 77% e nel 15% l'attività sessuale era normale, con aumenti successivi. Solo nell'11% c'è stato bisogno di terapie aggiuntive. Lo usiamo anche per tumori della vescica, del rene, del testicolo, malformazioni e calcolosi urinaria. Notevoli vantaggi sono la migliore visualizzazione in 3D e l'accuratezza chirurgica, ma anche quelli per la qualità di vita del paziente". Il dispositivo sembra un po' una via di mezzo tra un robot e una playstation: si presenta con una console di comando, un carrello mobile con quattro bracci robotici (il quarto nel daVinci S è integrato e non opzionale) e una colonna attrezzata per la chirurgia endoscopica mininvasiva. Il chirurgo opera stando seduto, con una visione ottimale, mentre i bracci riproducono i movimenti delle sue mani, con grande precisione, superando anche l'effetto stanchezza dell'operatore. Tra l'altro l'intervento si può eseguire anche a distanza. Altre applicazioni sono chirurgia toracica e cardiovascolare; neoplasie di stomaco, pancreas, fegato, intestino; in otorinolaringoiatria per tumori, malformazioni e russamento; si usa anche in chirurgia pediatria. "Si eseguono così molti interventi sui grandi obesi, persone anche di oltre 200 kg per le quali gli interventi tradizionali non bastano" dice Diego Foschi, responsabile di Chirurgia generale del Sacco. "Il risultato si raggiunge più facilmente e c'è una riduzione netta di complicanze e durata delle degenze".

Dalla prostata a varie altre applicazioni


Un altro campo è la ginecologia. "La chirurgia robotica consente di operare in modo meno invasivo in situazioni non facili" spiega Irene Cetin, responsabile di Ostetricia e Ginecologia del nosocomio "come l'endometriosi, che nei casi severi si cura con la chirurgia e dovendo ricorrere a volte a quella classica: il vantaggio è vedere in 3D e muoversi in modo più delicato. Si eseguono anche miomectomie e isterectomia; l'approccio è particolarmente indicato per il tumore dell'utero". La metodica è in ulterore evoluzione, con i primi interventi senza incisioni (via trans-gastrica o trans-vaginale), la tecnologia wireless, infrastrutture e protocolli che la renderanno eseguibile a distanza. Le potenzialità e le applicazioni possibili sono ampie; c'è un problema di costi sia dell'apparecchio sia dell'intervento che sono però bilanciati dal risparmio legato a degenze più brevi, meno complicanze e per il paziente rientro più precoce al lavoro, e che possono inoltre essere ammortizzati da un alto volume di interventi nelle grandi strutture ospedaliere. Il Sacco tiene un corso di prostatectomia robot-assistita giunto all'11° edizione e farà formazione anche sulle altre applicazioni in collaborazione con altri Centri.

Vivana Zanardi



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