Un'immagine magra

11 ottobre 2002
Aggiornamenti e focus

Un'immagine magra



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In caso di grande obesità la prima cosa è ovviamente dimagrire: è la chiave della riduzione dei rischi - gravi - che l'obesità comporta. Questo però può non bastare a recuperare un'immagine corporea soddisfacente per la persona. Una forte perdita di peso, dai 20-30 chilogrammi, comporta pressoché inevitabilmente il formarsi di pieghe di pelle quasi sempre deturpanti. Ed è qui che interviene la chirurgia plastica. Qualcuno potrà pensare che si tratti di un intervento estetico, ed è così, ma non puramente estetico. L'obesità infatti ha tra i suoi effetti anche quelli psicologici e non ripristinare un aspetto adeguato alle aspettative di chi è dimagrito con fatica potrebbe anche portare a stati depressivi che, spesso, esitano in un nuovo aumento di peso.

Dove si interviene


Le lassità cutanee (questa la definizione scientifica) si presentano principalmente in quattro aree:
  • Parete addominale (ventre pendulo)
  • Regione mammaria (ptosi mammaria) sia nell'uomo sia nella donna
  • Regione crurale, cioè le gambe e le cosce
  • Regione supero - mediale delle braccia
Lassità cutanee possono però presentarsi anche nella zona dorso-lombare o anche in quella cervico-facciale. "Dove e come intervenire è una valutazione che spetta al chirurgo plastico" spiega il dottor Pierangelo Bosio, presidente della Società Internazionale di Chirurgia e Medicina Estetica, "e infatti laddove si attua un trattamento multidisciplinare dell'obesità, nell'equipe, accanto al clinico, al chirurgo generale e allo psicologo, lavora anche il chirurgo plastico". Gli interventi, al di là delle differenze tecniche in funzione della sede, mirano tutti a ridurre la cute in eccesso, praticamente come nel lifting. "Esiste un ordine nella scelta degli interventi da effettuare " dice Bosio "In primo luogo si comincia con l'addominoplastica, successivamente si interviene sulla regione mammaria - l'intervento è definito mastopessi - e poi si passa in sequenza agli arti inferiori e, se necessario, a quelli superiori". E' anche possibile, soprattutto nel caso di arti e glutei e soprattutto nelle donne, che all'intervento di plastica si accompagni la lipoaspirazione, al fine di eliminare i depositi di grasso localizzati che ben difficilmente vengono eliminati dimagrendo.
Ovviamente i tempi di recupero per ciascun intervento variano anche in funzione delle caratteristiche individuali "ma è buona norma far trascorrere almeno un mese e mezzo. Se si tiene presente che è regola non intervenire durante l'estate, si può concludere che anche le situazioni più complesse possono essere risolte nell'arco di un anno". E' il caso di ricordare, infine, che molti di questi interventi, quando riguardano grandi obesi, possono essere eseguiti a carico del servizio sanitario.

Le tecniche chirurgiche


Addominoplastica. Lo scopo è rimuovere la cute in eccesso, ma anche il grasso sottocutaneo, e il riposizionamento dell'ombelico in una posizione fisiologica. Lo scopo si ottiene, in linea di massima, con due incisioni, una circolare attorno all'ombelico e una orizzontale appena al di sopra della linea del pube. Il tessuto cutaneo in eccesso viene in pratica scollato dai tessuti sottostanti e asportato, provvedendo poi a suturare i lembi rimasti. L'intervento dura circa 3 ore e, evidentemente, è condotto in anestesia generale.

Mastopessi. Anche questo intervento consiste in una asportazione della cute in eccesso, nel riposizionamento dell'areola e del capezzolo più in alto e nel rimodellamento del tessuto sottostante, se necessario. La mastopessi può essere eseguita sia in anestesia generale sia con l'anestesia locale, che consiste nel blocco dei nervi che attraversano l'area interessata (nervi costali). Come nell'intervento precedente, di solito le incisioni sono due: una attorno all'areola, l'altra nel solco sottomammario.

Dermolipectomia crurale e brachiale. Sono gli interventi che riguardano rispettivamente coscia e braccio. Nel caso del braccio si procede a un'incisione a zig-zag sul lato interno del braccio. Nel caso della coscia, invece, si cerca di praticare le incisioni in corrispondenza delle inserzioni dei muscoli e nella zona del perineo. Gli interventi vengono eseguiti in anestesia generale.
Tutte le operazioni chirurgiche descritte non lasciano cicatrici particolarmente vistose e, solitamente, nel decorso post-operatorio il paziente non prova dolore o comunque avverte dolori trattabili con i consueti farmaci antinfiammatori.

Dopo l'intervento

E se una volta eseguiti gli interventi il paziente riprende peso? "Il grasso sottocutaneo che viene rimosso chirurgicamente con la lipoaspirazione non si riforma" chiarisce il dottor Bosio." Perché non si riformano gli adipociti. Questo però non significa che non si ingrassi, cambia il modo in cui si ingrassa. Nella donna si svilupperà un'obesità viscerale, tipica dell'uomo, perché non sarà possibile l'accumulo nelle zone classiche dei fianchi e dei glutei dove gli adipociti sono stati asportati dalla lipoaspirazione. Ma non solo nell'addome: è abbastanza tipico il caso in cui dopo la lipoaspirazione di cosce e glutei, la donna, che non tiene sotto controllo il peso, veda aumentare le dimensioni delle mammelle". L'immagine corporea, dunque, non è recuperata una volta per tutte... "L'obesità è una malattia cronica evolutiva recidivante" conclude Pierangelo Bosio. "Ed è quindi fondamentale il follow-up: una visita di controllo almeno una volta l'anno".

Maurizio Imperiali



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