Un giorno per salvarsi la pelle

05 maggio 2006
Aggiornamenti e focus

Un giorno per salvarsi la pelle



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Il fatto che il numero dei casi di tumore sia in aumento è apparentemente un cattivo segno, in realtà è il risultato di un'aumentata coscienza della pericolosità della patologia e della necessità di fare prevenzione. Il che significa anche aumento delle diagnosi precoci, che vanno a "rimpinzare" i valori dell'incidenza annuale ma che, per contro, fanno diminuire la mortalità. La prevenzione passa quindi attraverso uno screening che, a differenza di altri tipi di tumore, non è generalizzato alla popolazione, ma a un gruppo di soggetti considerati più a rischio, definito anche in base al tipo di tumore considerato. Per sensibilizzare la popolazione e creare l'occasione per riconoscere eventuali situazioni di rischio o di malattia, ogni anno la Società Italiana di Dermatologia Medica, Chirurgica, Estetica e Malattie Sessualmente Trasmesse (SIDeMAST) propone lo Skin Cancer Day. Una giornata, il 7 maggio, in cui tutti i cittadini, previa prenotazione, potranno ricevere una visita specialistica dermatolgica. L'iniziativa, presentata oggi in conferenza stampa a Milano, coinvolgerà 180 centri, tra ospedali, istituti universitari, poliambulatori pubblici e privati; 1000 dermatologi saranno impegnati a incontrare, secondo le stime, oltre 40 mila persone.Per conoscere il centro più vicino, il sito http://www.skincancerday.it permette di fare una rapida ricerca.

Melanoma...


Durante la visita saranno controllati i nevi (nei) e sarà valutato, in base all'anamnesi, cioè alla storia del paziente, il livello di rischio di tumore cutaneo. E non è così scontato che i fattori di rischio siano sempre gli stessi, perché variano i tipi di tumore e variano anche le condizioni che li favoriscono.Per esempio, per il melanoma, solo nel 30% dei casi insorge su un nevo preesistente, nei restanti casi insorge su pelle normale. La familiarità in parenti di primo grado, il fenotipo chiaro, le scottature solari, specie se avvenute in età pediatrica e l'immunodepressione, sono condizioni favorenti il melanoma. A differenza di altre patologie maligne della pelle, in questo caso è il danno solare acuto, più che un'esposizione cronica, a rappresentare un rischio: un'ustione solare con danno di 2° grado, cioè comparsa di vescicole aumenta il rischio di melanoma per tutta la vita, soprattutto se si verifica in età pediatrica. Il trattamento elettivo del melanoma è l'asportazione chirurgica, più semplice ed efficace quando la lesione è superficiale, con sopravvivenza a cinque anni superiore al 95%. La sopravvivenza scende all'aumentare dello spessore: al 78% se è di due millimetri, al 65% se è di quattro millimetri, al 45% se è presente ulcerazione. La prognosi peggiora quando la lesione scende in profondità nella pelle e invade i vasi sanguigni, a quel punto la metastasi è più probabile e la prognosi si aggrava.

...e altri tumori


Ma i rischi non finiscono qui, perché anche se non si sono verificate ustioni solari, l'esposizione cronica espone ad altri rischi, cioè quello di cheratosi attiniche e carcinoma cutaneo. In realtà le prime non sono ancora forme maligne ma più che altro rappresentano uno stadio precursore del carcinoma baso-cellulare (basalioma) vero e proprio. In questo caso le persone più a rischio sono quelle più anziane proprio per un effetto di accumulo di esposizione al sole durante la vita. Tra le soluzioni più recenti, alcuni farmaci, l'imiquimod che attiva le difese immunitarie locali e il diclofenac che al contrario agisce come un antinfiammatorio, e la terapia fotodinamica (basata sull'applicazione di luce di una particolare lunghezza d'onda che attiva la sostanza applicata una volta penetrata nelle cellule).Un'altra forma maligna che colpisce la cute, anche se molto raramente, sono i linfomi primitivi cutanei. Sono linfomi extranodali, cioè che interessano linfociti che circolano e sostano preferenzialmente nella cute. Hanno un decorso clinico molto lento e non aggressivo e contrariamente agli altri tumori, non dipendono dall'esposizione al sole, e vista la loro natura "mista", cutanea e linfoide, richiedono l'intervento di più specialisti oncologi, non solo del dermatologo.

Simona Zazzetta



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