Consumatore informato mezzo salvato

01 luglio 2004
Aggiornamenti e focus

Consumatore informato mezzo salvato



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Il ricorso alla medicina tradizionale e alla medicina complementare è considerevolmente cresciuto negli ultimi anni. Una crescita da non sottovalutare, in particolare, in virtù dei rischi associati all'uso di queste terapie. Spinte proprio dalla necessità di fronteggiare la mancanza di informazioni cui spesso sono esposti i consumatori, l'Organizzazione Mondiale della Sanità e la Regione Lombardia hanno presentato a Milano le "Linee guida per sviluppare l'informazione del consumatore sull'utilizzo appropriato della medicina tradizionale, complementare/alternativa". Il documento, già presentato nella sede dell'OMS a Ginevra, rappresenta la prima iniziativa in questo campo e riguarda pratiche terapeutiche largamente diffuse: 12 milioni di italiani e il 20% dei lombardi secondo i dati della Regione. Si tratta di agopuntura, fitoterapia, omeopatia, chiropratica e medicina ayurvedica ma anche altre meno note.

Informare i consumatori


Il problema - come sottolineato in una recente dichiarazione da Xiaorui Zhang, coordinatrice dell'Unità per la Medicina Tradizionale dell'OMS - è che pur essendo diffuso l'uso della medicina tradizionale a livello mondiale, la maggior parte delle persone ricorrono a queste terapie senza consultare uno specialista, solo il 25% lo fa. La scelta viene così effettuata sulla base del passaparola o delle notizie apprese dai giornali, dalla televisione o da internet. Ma non basta. Per di più sono pochi quelli effettivamente convinti dell'utilità e dell'efficacia di queste cure. Ecco allora che diventa provvidenziale il ruolo delle linee guida. "Vogliamo ottenere - ha sottolineato l'assessore Borsani - sicurezza scientifica in questo campo, innanzitutto con informazioni corrette alla gente, perché non insegua soluzioni miracolistiche, affidandosi a consigli di persone non esperte. In secondo luogo, sviluppando una regolamentazione per chi opera nella preparazione e nella vendita dei prodotti e nell'applicazione delle tecniche alternative". Non si tratta perciò di opporsi ad oltranza a questo tipo di terapie ma di accettarle quando abbiano dimostrato la loro efficacia per i pazienti e minimizzato i rischi. In prospettiva si stanno così studiando procedure per la certificazione dei percorsi formativi dei professionisti e delle strutture di medicina alternativa. Ma che cosa dicono le Linee guida?

Che cosa dicono le Linee guida


Le principali indicazioni che emergono si possono così riassumere:

Evitare i rischi
scongiurare l'autoprescrizione da parte dei pazienti, l'attività di operatori non qualificati, l'uso di prodotti di erboristeria non garantiti o non associabili con i normali farmaci;

Governare il settore
occorre assicurare la presenza di enti che presiedano alla formazione, all'informazione e alla ricerca sulla medicina complementare;

Favorire l'associazionismo
creare associazioni locali di operatori di medicina complementare, che possano costituire l'ossatura di future associazioni nazionali;

Creare il registro degli operatori
bisogna giungere a forme di riconoscimento ufficiale degli operatori delle principali medicine complementari (attraverso strumenti di certificazione legale);

Realizzare etichette chiare
e' essenziale che preparati erboristici, rimedi omeopatici e integratori alimentari vengano assunti nei tempi corretti, nelle dosi giuste e per un periodo adeguato, secondo le indicazioni fornite dallo specialista e con istruzioni presentate con chiarezza sull'etichetta:

Favorire la comunicazione
cioè il dialogo tra chi utilizza queste pratiche e i propri medici di famiglia e tra questi e gli operatori di medicina complementare.

L'OMS ritiene che l'informazione e l'educazione possano aiutare i consumatori a individuare il tipo di autocura più adatto e di ottenere i massimi benefici dalle terapie alternative evitando rischi inutili. E se lo dice l'OMS...

Marco Malagutti



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