Cibo che nutre l'intelletto

16 luglio 2008
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Cibo che nutre l'intelletto



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L'istruzione, si sa, è una delle componenti chiave dello sviluppo dell'alfabetizzazione, così come della comprensione nella lettura e della funzione cognitiva. Quindi un tassello fondamentale del capitale umano. E tutti gli investimenti fatti per l'istruzione e per lo sviluppo intellettuale, come osservano un gruppo di ricercatori statunitensi sull'ultimo numero degli Archives of Pediatric and Adolescent Medicine, sono senza dubbio costo-efficaci. Ma anche il contesto conta. E la letteratura suggerisce che gli ambienti poveri e caratterizzati da uno status nutrizionale povero nella prima infanzia sono caratterizzati anche da performance scarse nei test cognitivi successivi, fino all'età adulta. L'idea comune è che anche il contributo nutrizionale possa essere determinante per il buon funzionamento intellettuale in età adulta. Ma è veramente così? Per verificarlo i ricercatori hanno preso in considerazione una coorte di uomini e donne del Guatemala che hanno partecipato da bambini a un programma di supplementazione nutrizionale. La conferma è arrivata: l'unione di nutrizione rafforzata e istruzione dà ottimi frutti in età adulta.

Migliore crescita fisica...


Il dato più significativo, commentano i ricercatori, è che il ruolo nutrizionale prescinde da quello dell'istruzione e quindi va coltivata la strategia che prevede l'investimento in strategie di supporto nutrizionale. Tra il 1969 e il 1977, l'INCAP (Institute of Nutrition of Central America and Panama) ha condotto lo studio su quattro villaggi guatemaltechi. I bambini di questi villaggi sono stati sottoposti a differenti regimi dietetici e in particolare quelli che hanno consumato atole, meglio noto come Champurrado, una varietà di cioccolata particolarmente speziata tipica del Messico, arricchita con Incaparina (una proteina vegetale), latte scremato e zucchero, hanno evidenziato una crescita migliore. A questo punto i soggetti indagati sono stati seguiti in modo prospettico. Si è arrivati in questo modo a ottenere informazioni su 1448 soggetti (il 68,4%) di quelli originariamente presi in esame. Gli autori hanno, così, comparato le capacità cognitive in rapporto al regime dietetico seguito dalla nascita fino ai primi 24 mesi di età.

...e intellettuale


I test sono stati condotti quando i soggetti avevano un età media di 32 anni, verificando anche il tipo di istruzione seguita. Nei test eseguiti la nutrizione con atole arricchita è stata associata a un aumento rilevante su due diversi parametri statistici relativi all'apprendimento. Senza che, osservano i ricercatori, ci fosse alcuna interazione statistica tra l'apporto nutrizionale e gli anni di istruzione. La conclusione è evidente. La nutrizione nei primi anni di vita è associata con marker dello sviluppo infantile e una dieta arricchita comporta un aumento nell'istruzione raggiunta. Un risultato particolarmente rilevante per il sesso femminile. L'integratore, specificamente utilizzato nello studio, non è disponibile in commercio, ma, osserva su Medscape uno degli autori della ricerca Aryeh Stein, è fatto di cibi largamente reperibili. Quanto basta per osservare che i risultati dello studio dovrebbero trovare applicazione in altre aree di denutrizione cronica. Ulteriori studi dovranno dare conferma a questi risultati, nel frattempo tutti gli sforzi devono essere tesi a migliorare lo stato nutrizionale dei bambini nei paesi in via di sviluppo. Oltre alla loro istruzione.

Marco Malagutti



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