Integratori a norma di legge

28 luglio 2004
Aggiornamenti e focus

Integratori a norma di legge



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Per gli integratori alimentari, le maglie dei controlli erano storicamente molto più larghe rispetto ai farmaci, anche se in Italia, per una volta, la legislazione era più severa di quanto non accadesse nel resto d'Europa. Comunque ora non si scappa più: in tutta l'Unione europea vige ormai una direttiva unica, che regolamenta tutto il settore degli integratori alimentari.
La legge dà una definizione univoca: "prodotti alimentari destinati a integrare la comune dieta e che costituiscono una fonte concentrata di sostanze nutritive, quali le vitamine e i minerali, o di altre sostanze aventi un effetto nutritivo o fisiologico, in particolare ma non in via esclusiva aminoacidi, acidi grassi essenziali, fibre ed estratti di origine vegetale, sia monocomposti che pluricomposti, in forme predosate". Secondo FederSalus, l'associazione cui afferiscono i principali produttori di integratori, è particolarmente importante il riconoscimento che fa la normativa di tutte le funzioni specifiche di questi prodotti, il cui ruolo non è più soltanto di tipo nutrizionale (vitamine e sali minerali), ma anche salutistico (estratti vegetali), volto cioè a promuovere e mantenere lo stato di salute dell'organismo.

Produzione, etichettatura e pubblicità


Come qualsiasi altro prodotto destinato a essere assunto, per tutte le sostanze contenute valgono precisi requisiti di purezza, le quantità devono essere indicate così come il dosaggio medio consigliato. Un aspetto particolarmente importante è quello pubblicitario. Diventano impossibili i messaggi miracolistici, in particolare quando si tratta di prodotti destinati al dimagrimento. Vale la pena di riportare integralmente il testo del decreto di recepimento, che dice: "Nel caso di integratori propagandati in qualunque modo come coadiuvanti di regimi dietetici ipocalorici volti alla riduzione del peso, non è consentito alcun riferimento ai tempi o alla quantità di perdita di peso conseguenti al loro impiego". Quindi non è possibile promettere la perdita di 5 chili/mese o del 10 per cento del peso di partenza. Inoltre, "i messaggi pubblicitari devono richiamare la necessità di seguire comunque una dieta ipocalorica adeguata e di rimuovere stili di vita troppo sedentari". Se poi esistono delle avvertenze per l'uso, per esempio la possibilità di qualche effetto indesiderato per quanto lieve, nella rèclame va detto di fare riferimento alle avvertenze stesse. Comunque non sono soltanto i prodotti "per dimagrire" che hanno regole chiare: "La pubblicità dei prodotti contenenti come ingredienti piante o altre sostanze comunque naturali non deve indurre a far credere che solo per effetto di tale derivazione non vi sia il rischio di incorrere in effetti collaterali indesiderati". Inoltre, nel testo si conferma che Regioni e Province autonome devono concordare con il Ministero anche operazioni di vigilanza sull'impiego degli integratori, sulla scorta di quanto avviene sull'impiego dei farmaci.

Un miliardo e mezzo di euro


Oggi in Italia il mercato degli integratori alimentari è tutt'altro che trascurabile: i consumatori di questi prodotti sono oltre 3 milioni: un mercato che dal 1992 al 2003 ha raggiunto il miliardo e mezzo di euro con il coinvolgimento di circa 900 imprese. Il fatto che oggi l'Europa abbia una visione unica sull'argomento non fa che piacere ai produttori italiani, peraltro già abituati, come si diceva, a una normativa stringente: "Si tratta di un passo importante - ha detto Renato Minasi, presidente di FederSalus - perché esprime la chiara volontà da parte del mondo della salute di liberare il campo dai troppi equivoci riguardo al ruolo salutistico degli integratori che fino a oggi hanno danneggiato l'intero settore". Proprio la superficialità con cui talvolta è stato affrontato l'argomento, secondo Federsalute, ha portato a collocare sullo stesso piano prodotti preparati a norma di legge, i cui effetti salutistici sono riconosciuti dal Ministero della Salute, ed elisir miracolosi dagli effetti mirabolanti messi in commercio da "aziende fantasma".

Davide Minzoni



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