Sorveglianza carente

05 gennaio 2007
Aggiornamenti e focus

Sorveglianza carente



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Che sfortuna essere bambini! Se pochi sono gli studi dedicati all'uso dei farmaci in età pediatrica, non è molto migliore la situazione per quanto riguarda la farmacovigilanza, cioè l'attività di segnalazione delle reazioni avverse ai farmaci somministrati ai pazienti. Questa attività, che spetta ai medici e ai farmacisti (per quanto riguarda i farmaci in libera vendita), si basa sull'inoltro di un'apposita scheda alle autorità sanitarie, schede e segnalazioni che confluiscono in un database unico, grazie al quale è possibile trarre conclusioni importanti sulla necessità di mantenere o meno un farmaco in circolazione, o di modificarne le indicazioni e le precauzioni per l'uso. Spesso, ricorda il Bollettino di Informazione sui Farmaci curato dall'Agenzia italiana del Farmaco (AIFA), le situazioni messe in luce dalla farmacovigilanza sono del tipo che sfuggirebbe a qualsiasi studio clinico condotto a priori. Insomma, un aspetto fondamentale per la tutela della salute, che appare particolarmente trascurato, dati alla mano, quando si tratta di giovani e giovanissimi: su una popolazione di poco meno di 10,5 milioni (tanti sono gli italiani sotto i 18 anni di età), nel periodo tra il gennaio 2001 e il dicembre 2005 soltanto 6044 segnalazioni hanno riguardato persone con meno di 18 anni, vale a dire il 19% delle segnalazioni totali, vale a dire 18 segnalazioni per 100.000 abitanti. Un dato, a essere buoni, poco credibile.

Il paradosso dei vaccini


Il dato è quindi molto basso e approfondendo, come viene fatto sul BIF, si traggono altre considerazioni negative. Per cominciare, pochissime sono le segnalazioni giunte dai pediatri di libera scelta che, alla fine, sono i principali referenti della salute dei bambini: solo 595, cioè l'1,8% delle segnalazioni totali e meno del 10% delle segnalazioni relative alla fascia di età considerata. Quindi, dicono gli esperti dell'AIFA, l'attività di segnalazione dei pediatri di libera scelta è "praticamente inesistente", e non va meglio con le strutture sanitarie pediatriche. Inoltre, va tenuto presente che, delle segnalazioni inviate, soltanto 1632 riguardano farmaci propriamente detti, le altre sono relative ai vaccini. Questa circostanza va spiegata, prima che si pensi che i vaccini "fanno male". Mentre per i farmaci c'è l'obbligo a segnalare, dal 2003, soltanto le reazioni gravi o quelle inattese , per i vaccini vanno segnalate tutte le reazioni anche quelle lievi e quelle attese, cioè che sono conosciute da sempre: per esempio, la febbricola dopo l'inoculazione del vaccino contro la rosolia. L'altra spiegazione statistica è che i vaccini vengono somministrati, per fortuna, alla quasi totalità della popolazione pediatrica e che, a differenza di quanto evidentemente avviene altrove

Essenze balsamiche


Ciò detto, le reazioni avverse registrate riguardano soprattutto gli antibiotici, gli antipiretici (i farmaci usati per abbassare la febbre), alcuni FANS, i prodotti per le malattie da raffreddamento e alcune sostanze usate per i disturbi gastrointestinali. Per quanto riguarda quest'ultima classe, le segnalazioni riportano reazioni avverse a metoclopramide e domperidone, tanto che per la prima sostanza, dal 2004, è stata introdotta la controindicazione per i minori di 16 anni. Peccato che siano effetti noti...Quanto agli antibiotici, niente di nuovo: le reazioni sono prevalentemente di tipo allergico e riguardano molecole di uso comune. Una sola eccezione è il ceftriaxone, che risulta molto impiegato malgrado abbia indicazioni piuttosto ristrette, soprattutto pensando all'uso pediatrico. Ma, come ama ripetere un grande infettivologo di Firenze, in Italia c'è la cultura del "forte, più forte assai". Un dato interessante: per quanto riguarda le vie respiratorie, la tipologia di farmaci più spesso coinvolta è quella usata per liberare il naso e i bronchi. In cima alla lista delle segnalazioni, però, non vengono i broncodilatatori beta 2 agonisti o altri farmaci di sintesi, ma i naturalissimi terpeni cioè le essenze di pino, eucalipto eccetera: 11 segnalazioni delle quali 6 sfociate in ricovero per broncospasmo, tosse o dispnea. Insomma, sempre meglio andare cauti: naturale, naturale...anche il colesterolo è naturale.

Maurizio Imperiali



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