Quattro ruote sono troppe

12 ottobre 2007
Aggiornamenti e focus

Quattro ruote sono troppe



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Convincere ragazzi e bambini a fare attività fisica non è semplice, anche se si narra, soprattutto nelle città, di giornata scandite da appuntamenti fissi che vanno dalle arti marziali al nuoto, dal tennis al calcetto. Tutto vero, e le famiglie possono testimoniare, ma se l'obesità incombe sulla società occidentale e inizia proprio dalle fasce di età più giovani, evidentemente è ancora troppo poca l'attività fisica svolta. Eppure, buon senso a parte, esistono evidenze scientifiche che bambini e adolescenti fisicamente attivi sono a minor rischio cardiovascolare e hanno maggiori possibilità di godere di un benessere mentale ed emotivo.

A scuola, a casa, nella comunità


Ma nonostante ciò, in molti paesi sviluppati, tre ragazzi su 10 e quattro ragazze su 10 non si attengono alle raccomandazioni che consigliano ogni giorno di raggiungere un'ora di attività fisica, da moderata, per esempio camminando o pedalando per spostarsi, a intensa facendo sport. Auspicando interventi istituzionali in merito, gli esperti del settore da anni studiano per suggerire metodi da proporre a livello di comunità per incrementare l'attività fisica tra i giovani, e di studi ne sono stati fatti, e anche tanti al punto che una metanalisi ne ha selezionati 57 per valutare gli effetti sortiti in Gran Bretagna. Le prove di efficacia sulle strategie adottate per i bambini sono deboli e non risolutive, mentre per gli adolescenti si ottengono risultati per lo più quando gli interventi prevedono molte proposte e diversi ambiti, scuola, casa e comunità. I tentativi che non hanno portato a cambiamenti di comportamento, sono quelli focalizzati principalmente sull'educazione, mentre erano più efficaci quelli che oltre a educare facilitavano l'attività fisica, offrendo opportunità e un ambiente a supporto a scuola, a casa, e nelle comunità.

Meglio a piedi


In realtà, negli studi presi in considerazione le proposte sono state fatte per lo più nelle scuole e basate principalmente sull'educazione ai benefici dell'attività fisica e quindi non ci sono sufficienti evidenze per tracciare conclusioni da cui trarre indicazioni su come indirizzare gli sforzi. Ciò che, invece, appare evidente è che i genitori detengono un ruolo importante nel permettere l'accesso alle attività fisiche degli adolescenti, in primo luogo perchè sono loro che accompagnano e trasportano i figli nei luoghi in cui si svolgono le attività ricreative. Ma anche perchè influenzano eventuali comportamenti sedentari dei figli rinforzandoli con un esempio scorretto di stili di vita, a conferma che non è solo la scuola l'ambito in cui intervenire, ma anche la famiglia. Anche con piccoli interventi, per esempio incoraggiando il trasporto attivo. Un approccio che porterebbe anche benefici sociali e ambientali: circa il 20% di tutti gli spostamenti mattutini nei giorni feriali nelle ore di punta sono tragitti brevi per portare i figli a scuola. Dal momento che questo gesto è giustificato da un senso di sicurezza nei confronti dei propri figli, creare un ambiente urbano che sostenga lo spostamento a piedi o in bicicletta, potrebbe già essere una priorità delle istituzioni locali.

Simona Zazzetta



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