Attentati alla salute

13 luglio 2005
Aggiornamenti e focus

Attentati alla salute



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Dopo gli attacchi terroristici di Londra anche in Italia c'è il rischio di sviluppare la "sindrome da metrò". Secondo Roberto Marino, psicologo delle catastrofi, si tratta di un'ansia comprensibile che nasce dalla domanda: "capiterà anche a noi?". La paura dell'attacco terroristico è un nuovo stress collettivo, che pur non sfociando in vere e proprie patologie, crea disagio e inquietudine e porta gli abitanti delle grandi città a frequentare di meno luoghi come la metropolitana, le stazioni o gli aeroporti.Da un'indagine condotta nel novembre 2004 dall'Associazione culturale Essere Benessere, emerge, infatti, che mentre dieci anni fa le paure principali dei cittadini milanesi erano l'AIDS e la droga, oggi è il terrorismo il timore più grande.

Il disturbo da stress post-traumatico


Secondo alcuni studi gli attacchi terroristici provocano effetti più a lungo termine sulla salute mentale delle persone rispetto agli incidenti o alle calamità naturali e le conseguenze sono rabbia, frustrazione, senso di impotenza, paura e desiderio di vendetta. Le ricerche hanno dimostrato che la maggior parte degli individui presenta capacità di recupero, ma chi è stato più a contatto con l'evento, direttamente o attraverso conoscenze personali o anche attraverso i media, ha grandi possibilità di sviluppare il Disturbo da Stress Post-Traumatico (DSPT).Chi è affetto da questo disturbo rivive l'esperienza traumatica attraverso incubi e flashback, soffre di insonnia e ha attacchi di panico. Inoltre si aggiungono ansia, depressione e problemi di memoria che possono durare anche per anni.Uno studio effettuato dall'università di Gerusalemme e pubblicato su "Molecular Psychiatry" ha scoperto che una mutazione genetica del gene Dat, il responsabile del trasporto della dopamina, influenzerebbe la risposta al trauma e la vulnerabilità agli effetti dello stress, causando DSPT.

Cuore a rischio


Da quanto è emerso da uno studio condotto in Israele, paese che da anni convive con il pericolo di attentati kamikaze, la paura del terrorismo può anche causare problemi al cuore, rendendolo più debole. Infatti le donne israeliane, che sono risultate essere le più condizionate dal pensiero di trovarsi sul luogo di un attentato, presentavano elevati livelli di proteina C-reattiva. Questa sostanza aumenta il rischio di infarto, ictus, morte improvvisa e patologie dell'apparato circolatorio.

Aumentano le dipendenze

Lo stress causato dagli attentati terroristici, inoltre, porta a un maggiore abuso di fumo, alcol e droghe. Un'indagine svolta a New York cinque settimane dopo l'attacco dell'11 settembre ha evidenziato che, dopo l'attacco alle Torri Gemelle, i fumatori sono aumentati dell'1% e chi già fumava ha confessato di fumare almeno un pacchetto in più alla settimana. Il numero di bevitori è aumentato del 5,4% e il 20% degli intervistati ha riferito di bere almeno un drink extra al giorno rispetto al solito. Infine anche il consumo di marijuana ha avuto un incremento dell'1,3%. L'analisi dei dati ha dimostrato che le persone che bevevano o fumavano di più erano quelle che più avevano sofferto durante il crollo delle torri o subito dopo e che avevano sviluppato i sintomi del Disturbo da Stress Post-Traumatico e della depressione.

Ombretta Bandi



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