L'amianto scovato

19 ottobre 2005
Aggiornamenti e focus

L'amianto scovato



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Di sicuro oggi la regolamentazione sull'uso dell'amianto è più rigida. Alla luce delle scoperte scientifiche è diventato indispensabile e urgente vietarne l'utilizzo e cercare di smaltire quello che è ancora in circolazione. Al di là dello stato dei lavori, bisogna comunque fare i conti con quella fascia di popolazione che, nel momento storico caratterizzato ancora dall'inconsapevolezza dei rischi, è entrata in contatto con questa sostanza, soprattutto per motivi di lavoro. La cosiddetta esposizione occupazionale ha interessato milioni di persone tra carpentieri, operai industriali e dei cantieri navali, elettricisti, ferrovieri, caldaisti. Senza contare poi che solo negli Stati Uniti ci sono 7 milioni e mezzo di lavoratori del settore edilizio che hanno usato materiale edilizio contenente amianto per costruzioni a prova di incendio, per l'isolamento acustico, per l'istallazione di condutture, caldaie e tubature.

Molti casi in gioco


Va da sé che la popolazione che potrebbe contrarre malattie legate all'esposizione all'amianto è ancora ampia, e, per esempio, sempre negli Stati Uniti si stimano ogni anno circa 2500-3000 nuovi casi di mesotelioma, una delle neoplasie del polmone maggiormente associate a questo fattore di rischio. Il mesotelioma, in generale, è il tumore delle cellule del mesotelio, un tessuto che riveste tutta la cavità addominale ricoprendo la superficie esterna degli organi interni. A livello intestinale, per esempio, il mesotelio prende il nome di peritoneo, a livello dei polmoni, invece, si chiama pleura. Circa il 75% dei mesoteliomi maligni origina nella cavità toracica a livello dei polmoni (mesotelioma pleurico). E' molto aggressivo e dalla diagnosi la sopravvivenza media oscilla tra i 6 e i 10 mesi, e il rischio, nel corso della vita, che si sviluppi in persone che sono state esposte all'amianto varia tra il 4,5 e il 10%.Essendo facilmente identificabili i soggetti a rischio, sarebbe utile avere un metodo di screening che permetta di valutare il rischio effettivo, ma al momento non ce ne sono, o comunque non ragionevolmente economici.

Rischio stratificato


Tuttavia, sono stati numerosi gli studi, su piccoli gruppi di pazienti che hanno tentato di identificare possibili biomarcatori in grado di predire la malattia in popolazioni a rischio elevato. Il più promettente sembrava essere l'osteopontina, una glicoproteina prodotta in eccesso nei tessuti tumorali di polmoni, mammella, colon-retto, stomaco, ovaie e nel melanoma. Elevati livelli di questa molecola sono indice di invasione e progressione tumorale e metastasi; inoltre in modelli animali la sua produzione veniva indotta in tumori provocati dall'amianto.La concentrazione di osteopontina è stata verificata in 69 pazienti con patologie polmonari non maligne correlate all'amianto, in 45 soggetti sani senza una storia di esposizione all'amianto (il gruppo controllo) e in 76 pazienti trattati chirurgicamente proprio per il mesotelioma (di cui il 78% risultava essere stato esposto all'amianto). In effetti nel gruppo esposto all'amianto, il livello elevato di osteopontina era associato alla presenza di placche polmonari e fibrosi e si abbassava se c'era solo fibrosi, se c'erano solo placche ed era minimo se non c'erano anomalie radiografiche. Ma il valore del parametro si alzava significativamente nel gruppo di pazienti con la malattia conclamata rispetto al gruppo che era stato esposto all'amianto. I risultati, lungi dal proporre uno screening di massa nei gruppi a rischio, suggeriscono però la possibilità di usare l'osteopontina per discriminare tra persone che sono state esposte all'amianto che non hanno mesotelioma pleurico e quelle che lo hanno sviluppato. In effetti si era notato che la durata dell'esposizione all'amianto e le evidenze radiografiche erano i fattori che maggiormente influenzavano i livelli di osteopontina: tanto maggiore era l'esposizione e tanto più estese erano le lesioni, tanto più elevate erano le concentrazioni della molecola. La combinazione degli esiti della radiografia e dei livelli di osteopontina può essere un utile strumento per stratificare il rischio in una popolazione di persone con una storia di esposizione all'amianto alle spalle.

Simona Zazzetta



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