La macchina del tempo

28 aprile 2006
Aggiornamenti e focus

La macchina del tempo



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A voler immaginare il mondo come un grande formicaio in cui gli uomini e le donne si muovono senza sosta in un brulicare di lavoro, spostamenti, cura della persona, cura della famiglia, è possibile individuare una scansione del tempo nel corso delle 24 ore. E per quanto ogni individuo dedichi a queste attività una quantità di tempo variabile, la statistica fornisce strumenti semplici che aiutano a incasellare tali attività in un numero preciso di ore nell’arco della giornata. Esperti in queste analisi sono istituti come l’ISTAT che nella fattispecie ha osservato e quantificato il modo in cui i cittadini organizzano la propria giornata.

Donne molto indaffarate


Il progetto di indagine è stato battezzato Uso del tempo e ha coinvolto 21 mila famiglie italiane (56 mila soggetti) distribuite sul territorio in 500 Comuni, che sono state raggiunte con un questionario individuale, uno familiare e un diario giornaliero relativo, tra il 2002 e il 2003. A grandi linee si è visto che metà della giornata (11 ore circa) è dedicata alle attività fisiologiche: dormire, mangiare e cura della persona. La situazione inizia a differenziarsi tra i due sessi già nelle ore dedicate al lavoro: il 26% della giornata di un uomo è dedicata al lavoro (libero e familiare), il 17% al tempo libero il 7% agli spostamenti. Le donne lavorano di più, per il 30% della giornata, quindi hanno meno tempo libero (14%) e si spostano meno (5,8%). Ma la suddivisione nell’ambito delle ore lavorative è molto diversa: l’83,6% del tempo lavorativo femminile è destinato al lavoro familiare, per contro, il 77% di quello maschile al lavoro retribuito. Considerando solo gli occupati il tempo medio dedicato al lavoro è di 6h09’ per gli uomini e di 4h32’ per le donne, tempo che aumenta in un giorno feriale a 7h34’ e 5h37’, rispettivamente. Avere famiglia fa salire l’impegno lavorativo degli uomini: nella fascia 25-44 anni si dedicano 6h29’ al lavoro retribuito se ci sono figli, solo 5h51’ tra coetanei senza prole. Al contrario, le donne con figli dedicano un’ora in meno al lavoro retribuito rispetto alle coetanee senza (4h02’ e 4h59’). E’ proprio il lavoro familiare che pesa sul monte ore lavorative delle donne: nella fascia di età considerata la famiglia porta un aggravio di tre ore all’impegno familiare, per gli uomini appena 25 minuti in più. Tuttavia confrontando i dati ISTAT registrati con lo stesso metodo nel biennio 1988-1989, si registra un aumento medio di 12 minuti dedicati dagli uomini all’impegno familiare, che arriva a 20 nell’età matura (44-64 anni). Opposta la tendenza nel mondo femminile dove c’è stato un calo di 55 minuti nel lavoro familiare, di 30 se sono occupate. La consolazione è magra (ndr) ma è un piccolo segnale di cambiamento, da una parte, dell’idea di famiglia, in cui l’impegno dei coniugi va verso un’equiparazione e, dall’altra, della presenza femminile nel mondo del lavoro retribuito in cui la donna trova più spazio rispetto a 14 anni fa.

Quel che resta del giorno


Quello che sembra occupare la maggior parte della giornata sono le attività fisiologiche, cioè mangiare, dormire, vestirsi, lavarsi e la cura della persona, ma mentre nelle donne il tempo dedicato è rimasto invariato, negli uomini è calato di 20 minuti. Tolti prevalentemente al sonno (-17 minuti) e ai pasti (-15 minuti), perché pare che si curino di più e riposino di più rispetto al periodo precedentemente considerato. Poche variazioni sul tempo libero, sul quale ovviamente si riflettono le differenze di genere nel tempo dedicato al lavoro e la presenza di figli: in ogni caso rimangono avvantaggiati gli uomini. L’attività principale è guardare la televisione: assorbe tra il 36% del tempo libero delle donne ed è al primo posto anche per gli uomini. Al secondo posto c’è la socializzazione con familiari e amici (20% circa), il relax impegna il 13% per le donne, il 10% per gli uomini, lo sport il 9% e il 12%, all’ultimo posto la lettura con il 7%.
L’analisi ISTAT registra un aumento della complessità nell’articolazione delle 24 ore in cui si inseriscono più attività anche realizzate contemporaneamente: nel 1988-89 la sovrapposizione avveniva per 3h31’, nel 2002-03 accade per 4h11’.
I dati statistici avvisano che il multitasking avanza, gli stili di vita non sembrano particolarmente salutari e, nel complesso, la giornata più impegnativa sembra essere quella delle donne che si conferma più intensa ed eterogenea di quella degli uomini.

Simona Zazzetta



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