Calma e gesso, ma non al volante

21 gennaio 2005
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Calma e gesso, ma non al volante



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Non è il classico argomento da rivista scientifica ma, indubbiamente, è interessante. Così, nell'ultimo numero della rivista di traumatologia Injury, è stato pubblicato uno studio che verte su una domanda centrale: chi ha un braccio o una gamba ingessati può guidare l'auto? In effetti con trasmissioni automatiche, cambi sequenziali al volante, computer di bordo e altri sistemi più o meno nuovi, potrebbe anche sembrare tutto più semplice e meno impegnativo, anche per chi si trovi a essere temporaneamente menomato. Ma chi decide se è possibile o meno impegnarsi alla guida? I ricercatori, britannici per la precisione, hanno rivolto il quesito a alle compagnie assicurative, ai medici e alla polizia.
La richiesta si basava sul fatto che vi fosse un ipotetico paziente con diversi tipi di immobilizzazione, infatti venivano ipotizzate 4 diverse situazioni per gli arti superiori e una che coinvolgeva un arto inferiore, con applicazione di uno stivaletto corto, quindi non un'ingessatura che immobilizzasse il ginocchio. Agli ortopedici, 126 per l'esattezza, veniva chiesto se il paziente poteva a loro avviso guidare l'auto in sicurezza; alle compagnie assicurative (27) veniva domandato invece se avrebbero assicurato per la responsabilità civile chi guidasse in una delle situazioni prospettate. Infine alla Polizia (o meglio a 6 commissariati) la domanda era obbligata: "E' legale che il paziente guidi in queste condizioni?"

Risposte poco chiare


La metà dei medici interpellati ha risposto al quesito, praticamente tutti hanno detto che a loro avviso il paziente poteva guidare.
Delle compagnie assicurative, soltanto una ha risposto, dicendo che il paziente avrebbe dovuto consultare il suo medico per sapere se poteva o meno. La polizia, dal canto suo, ha risposto attraverso un'autorità centrale, dicendo che non dovrebbe essere il medico a stabilire se il paziente può o meno guidare, ma dovrebbe essere il paziente stesso a stabilire se è in grado di usare l'auto in piena sicurezza. Nel dubbio, chiudeva la risposta delle autorità di pubblica sicurezza, avrebbe dovuto consultare la propria assicurazione. Il cerchio si chiude e in maniera poco soddisfacente, tutto sommato, tanto che gli autori concludevano lo studio dicendo che occorrerebbe una procedura più chiara.
Una volta tanto non è soltanto l'Italia ad avere normative di difficile interpretazione.

Meglio astenersi


Quanto appunto all'Italia la situazione è non molto dissimile, anche se un po' di chiarezza in più forse c'è. In linea generale, per quanto riguarda la legalità del mettersi al volante con stivaletti e docce gessate, il codice è a suo modo abbastanza netto. Infatti al comma 2 dell'articolo n° 140 si legge che "Il conducente deve sempre conservare il controllo del proprio veicolo ed essere in grado di compiere tutte le manovre necessarie in condizione di sicurezza, specialmente l'arresto tempestivo del veicolo entro i limiti del suo campo di visibilità e dinanzi a qualsiasi ostacolo prevedibile". In altre parole, sembra di poter escludere che il vigile o l'agente della Stradale possano lasciar correre se vedono al volante qualcuno con braccio al collo, o peggio con un'ingessatura tale rendere possibile l'azionamento contemporaneo di freno e acceleratore.
Tanto che, interpellato, un agente della Stradale ha concluso che non si può guidare in queste condizioni. Certamente ci sono casi meno vistosi e magari la si può anche passare liscia. Ma se succede un incidente che, malauguratamente, procura danni a qualcuno? L'assicurazione paga il danneggiato, a meno che il contratto non preveda rivalse, come succede per la guida in stato di ebbrezza. Ma che l'assicurazione agisca o meno, resta il fatto che potrebbe comunque scattare il reato di guida pericolosa. Quindi, a meno che non decidiate di "girare" in pista, meglio lasciare perdere la guida fino al recupero della mobilità piena.
Come disse un medico del Pronto Soccorso dell'Ospedale Fatebenefratelli di Milano: "Si ammazzano anche quando sono tutti interi, figurarsi da fratturati..."

Maurizio Imperiali



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