Nati per correre

24 novembre 2004
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Nati per correre



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Come si è evoluto il corpo umano? Per cercare di rispondere a questa domanda un gruppo di ricercatori della Harvard University è arrivato alla conclusione che la possibilità di correre su lunghe distanze sia stato un elemento determinante. I ricercatori sostengono, infatti, che le "maratone" non siano un evento sportivo recente, ma che già due milioni di anni fa, con l'obiettivo di catturare le prede, gli uomini corressero su lunghe distanze e abbiamo in questo modo condizionato lo sviluppo del corpo. Secondo i ricercatori, cioè, all'alba dell'evoluzione umana il passaggio da scimpanzé a Homo erectus sarebbe avvenuto per una concomitanza di fattori apparentemente non legati fra loro che ha reso i primi umani resistenti alla corsa. Aprendo così la possibilità di competere con mammiferi quadrupedi. Ci si riferisce, in particolare a cranio, spalle, tendini e natiche. Senza questa transizione gli esseri umani sarebbero rimasti simili alle scimmie con gambe più corte, cranio più piccolo e una postura incurvata. Ma come è stato realizzato lo studio?

La corsa e l'evoluzione


La ricerca era iniziata con lo studio delle caratteristiche che differenziavano gli animali lenti (per esempio i maiali) da quelli veloci (cavalli o cani). Tutte queste caratteristiche coincidevano proprio con quelle che distinguevano gli ominidi australopitechi dalla successiva specie di Homo erectus. Un chiaro segnale che potesse essere la corsa ad aver dato la spinta decisiva all'evoluzione. Gli autori hanno così preso in esame 26 caratteristiche essenziali perché gli uomini possano correre su lungo percorso. Quali sono quelle più importanti? Si va dalla forma della base del cranio, alla struttura tendinea che rende gli uomini molto reattivi, alla lunghezza delle gambe che permette una maggiore falcata, fino all'indipendenza di testa e spalle che facilita l'equilibrio. La teoria evolutiva prevede che questa forma corporea adatta alla corsa abbia permesso la sopravvivenza, mentre gli australopitechi che non si sono evoluti in questo modo sono inevitabilmente morti. Quella che oggi è una forma di esercizio o ricreativa - sostengono i ricercatori - potrebbe risalire all'origine della specie umana e la sua necessità potrebbe aver favorito l'attuale forma del corpo umano. Grazie alla corsa gli antenati avrebbero, infatti, potuto competere con gli altri carnivori per procacciarsi le proteine nobili necessarie allo sviluppo del cervello così come l'abbiamo oggi. Risultati sicuramente plausibili - concludono -ma che richiedono ulteriori evidenze per quel che riguarda in particolare l'evoluzione dello scheletro dei primi ominidi.

Marco Malagutti



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