Gente allegra se si muove

15 giugno 2005
Aggiornamenti e focus

Gente allegra se si muove



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Dei benefici dell'attività fisica non si smette di parlare, e per una volta con a supporto ricerche piuttosto articolate. Anche solo mettendo insieme gli studi pubblicati negli ultimi 12 mesi, una review statunitense è riuscita a isolare diversi temi. Al di là dell'effetto sull'obesità o sui fattori di rischio cardiovascolare, nella letteratura esaminata spiccano alcune indicazioni che riguardano non tanto il corpo, quanto la salute mentale. Per esempio, nei giovani adulti si è dimostrato che il coinvolgimento in programmi di aerobica si è rivelato molto positivo per un gruppo di persone cui era stata diagnosticata la depressione maggiore, addirittura la riduzione della sintomatologia era paragonabile a quella di un gruppo trattato con antidepressivi. Ma accanto al buon risultato immediato, questa attività fisica pareva avere un effetto anche sulle ricadute, minori di quelle registrate tra chi era trattato con i farmaci. Ma non c'è soltanto un effetto curativo: essere impegnati fisicamente sembra anche ridurre il rischio di episodi depressivi. I disturbi dell'umore sono quindi un campo di applicazione promettente, anche negli anziani, dove spesso il confine tra depressione e declino cognitivo è piuttosto labile. In particolare una ricerca ha valutato gli effetti di un programma, della durata di 24 settimane con tre sedute settimanali, imperniato sul miglioramento della resistenza. Qui i partecipanti non solo hanno sperimentato miglioramenti dell'umore, ma anche una diminuzione della confusione. Ancora più chiaro il risultato di un altro studio, che ha considerato poco meno di 800 donne di età compresa tra 70 e 81 anni. Le partecipanti hanno subito una valutazione delle capacità cognitive e del livello di attività fisica normalmente svolta; ebbene, il gruppo che era più attivo fisicamente mostrava un 20% in meno di possibilità di andare incontro al declino cognitivo dovuto all'età.

Anche le discipline esotiche...


Fin qui si è parlato di attività fisica convenzionale, ma anche le discipline orientali sono state oggetto di indagine, visto l'accento che si pone sugli effetti mentali (o spirituali) di pratiche come lo yoga o il Tai Chi Chuan. Soprattutto nei giovani, per i quali vengono sempre più spesso proposte come attività collaterali e che, almeno negli Stati Uniti, vengono sempre più spesso segnalati come vittime di disturbi del comportamento o dell'umore. Per esempio, una ricerca ha coinvolto una settantina di liceali di entrambi i sessi, che sono stati avviati in alternativa a un corso di Hata Yoga, a uno di danza africana o a una lezione di biologia in classe (gruppo di controllo). I parametri valutati erano lo stress percepito (esiste un'apposita scala di valutazione detta PSS), le emozioni negative, quelle positive e il livello di cortisolo nella saliva. Il cortisolo, infatti è uno degli "ormoni dello stress" che il corpo produce in situazioni di pericolo o di aggressione. Si è visto che, rispetto alla lezione di biologia, tanto lo yoga quanto la danza riducono significativamente i sentimenti negativi e lo stress, mentre soltanto la danza riesce a migliorare l'ideazione positiva. Quanto al cortisolo, diminuiva in chi aveva fatto yoga, segno che in effetti si "abbassava il volume" delle reazioni fisiologiche, mentre si alzava con la danza. Quest'ultimo aspetto può voler dire che il benessere mentale non passa necessariamente per il rilassamento, ma che anche essere sanamente su di giri fa bene....

Gianluca Casponi



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