Tossicodipendenze controllate

16 gennaio 2008
Aggiornamenti e focus

Tossicodipendenze controllate



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Sono sei ora i paesi europei impegnati nel progetto di distribuzione controllata di eroina come parte integrata della politica del governo per la gestione delle tossicodipendenze da droghe. Il sesto governo che ha adottato il metodo è quello danese: il ministro locale della salute, Lars Rasmussen, ha annunciato che vuole iniziare la distribuzione controllata a consumatori da lungo tempo in Danimarca, la decisione conterebbe su una maggioranza parlamentare. La strategia si colloca all'interno del tentativo di riduzione del danno sanitario e sociale e consiste in una terapia di mantenimento assistita, offerta ai tossicodipendenti, ma non senza polemiche nel mondo scientifico. Si confrontano, infatti, punti di vista diametralmente opposti supportati da evidenze scientifiche e cliniche degne di nota. Recentemente un contraddittorio sul tema è stato ospitato nelle pagine della rivista British Medical Journal dove esperti di tossicodipendenze hanno espresso il proprio parere.

Punti a favore


Approvano il metodo e la scelta del governo danese, due docenti del Centre for Addiction and Mental Health di Toronto secondo i quali non ci sono motivi per non inserire il trattamento di mantenimento assistito con eroina nel sistema complessivo di gestione delle dipendenze da oppioidi. A sostegno di questa conclusione hanno segnalato diversi e importanti risultati ottenuti da studi condotti in Svizzera, Olanda e Germania. In Svizzera, per esempio, l'approccio era stato sperimentato su un piccolo gruppo di soggetti da molto tempo tossicodipendenti, refrattari ad altri tentativi e con disagi sociali, fisici e psicologici. Risultati di efficacia sono stati osservati in termini di salute fisica, con meno attacchi di epilessia e deperimento fisico, e mentale, meno disturbi da ansia e dell'affettività, ma anche in termini di uso più corretto della droga e di minor numero di crimini di furto e spaccio. In Germania e in Olanda sono stati paragonati diverse modalità di distribuzione controllata di eroina con il trattamento con metadone, ottenendo risultati simili e in altri studi svizzeri e olandesi i primi sono risultati superiori al metadone nel bilancio costi-benefici e costi-efficacia. Inoltre, sostengono, per quanto metadone e buprenorfina si siano dimostrati più efficaci dell'astinenza e dei placebo per la disintossicazione, le ricadute tendono a ripetersi in quanto fanno parte della natura della dipendenza da oppiodi. Non vedono quindi per quale motivo l'eroina dovrebbe venire esclusa da questi interventi, dal momento che negli studi svizzeri la mortalità era più bassa rispetto ad altri programmi di mantenimento e l'incidenza della dipendenza da eroina era scesa dall'inizio della sperimentazione.

Perplessità ed evidenze


Di tutt'altro avviso un docente della University of Glasgow che in primo luogo mette in dubbio l'efficacia, riportando dati che in modo più probabilistico affermano che si può arrivare all'abbandono dell'uso di droghe. Inoltre, pone due argomentazioni: in primo luogo la sicurezza dei medici prescrittori e poi l'obiettivo della strategia, cioè che cosa si vuole curare. Molti medici non convinti delle evidenze non sempre così nette, vivono con ansia la prescrizione temendo anche eventuali indagini del General Medical Council. Inoltre, una volta avviata la procedura non è semplice tirarsi indietro di fronte a un paziente che chiede il farmaco, con il timore per esempio di minacce da parte dell'assistito di riprendere le sue precedenti abitudini per procurarsi la droga. In secondo luogo, pone anche una domanda: che cosa si vuole curare? Se l'obiettivo è ridurre la criminalità, l'abuso di droga non controllato, i rischi di contrarre HIV, epatite C o di incorrere in overdose allora ha un senso la strategia di prescrizione della droga da cui il paziente dipende. Ma poiché, secondo questo punto di vista, tutto ciò accade perchè per il tossicodipendente la droga è più importante della vita stessa, l'attività dei servizi dedicati alle tossicodipendenze, dovrebbe intervenire su questo punto nevralgico. A rinforzo di questa tesi esiste anche un sondaggio, condotto tra persone che si erano sottoposte al regime di somministrazione controllata dell'eroina: la maggior parte di esse voleva liberarsi dalla dipendenza. Auspicabile obiettivo, ma nel frattempo è bene non dimenticare i danni collaterali.

Simona Zazzetta



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