La pressione cala col fattore umano

27 giugno 2008
Aggiornamenti e focus

La pressione cala col fattore umano



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Tra tutti i fattori di rischio per le patologie cardiovascolari l'ipertensione il più comune ma anche il più reversibile. Vale, quindi, l'accanimento nel cercare soluzioni per migliorarne il controllo, anche perchè finora i miglioramenti sono stati modesti: il tasso di controllo è passato dal 23% del 1999 al 35% del 2004 ed è improbabile che per il 2010 possa arrivare all'obiettivo del 50%. Un vero peccato, dal momento che, per ogni riduzione di 10 mmHg del valore della pressione sanguigna sistolica (la massima), il rischio medio di mortalità per cause cardiache diminuisce del 30% e per cause cerebrovascolari del 40%.

Punto debole


Secondo gli esperti dell'American Medical Association che hanno firmato un commento pubblicato da JAMA, tale ritardo è dovuto da una parte all'inerzia clinica dei medici, definita come l'incapacità di intensificare la terapia (comprensiva di controlli e monitoraggio) quando gli obiettivi del trattamento non vengono raggiunti. Dall'altra ci sono i pazienti con la loro inerzia, fatta anche di rimozione di un disturbo che non causa sintomi avvertibili, i quali non aderiscono come dovrebbero alle terapie o non si ripresentano per i controlli periodici. Se lo scambio di informazioni e di feedback tra medico e paziente fosse il punto debole di un circolo potenzialmente virtuoso, bisognerebbe trovare modalità che rendano questa comunicazione una consuetudine. Considerando impossibile raggiungere questo obiettivo nell'ambulatorio, dove il medico è spesso oberato di incombenze, la via scelta da alcuni ricercatori è quella telematica, fatta di internet, e-mail, sfigmomanometro digitale e interfacce virtuali tra il medico e il paziente.

Sentirsi osservati migliora la resa


Una parte del campione di persone arruolato, tutte tra i 25 e i 75 anni, tutte con un'ipertensione fuori controllo nonostante l'assunzione di antipertensivi, è stata istruita a eseguire l'automisurazione della pressione arteriosa almeno per due giorni alla settimana (con due misurazioni ogni volta). Inoltre è stato loro insegnato come usare i servizi offerti da un sito internet allestito per la sperimentazione in cui erano disponibili una mail per comunicare con il medico, i dati della propria cartella clinica, indicazioni sullo stile di vita più adeguato. Parte del campione è stata avviata allo stesso tipo di percorso ma con un elemento in più: un farmacista ospedaliero a disposizione per l'assistenza e il consulto. Un terzo gruppo è stato avviato a un monitoraggio tradizionale della pressione con visite periodiche e basta. A distanza di un anno, nel primo gruppo il livello auspicabile di controllo della pressione è stato raggiunto dal 36%, non molto di più di quanto si è ottenuto con cure cliniche usuali (31%). La differenza invece, sembra averla fatta la presenza del farmacista che ha portato al 56% la quota di casi con la pressione sotto controllo adeguato. Il risultato ottenuto dall'intervento del farmacista può essere attribuibile, secondo i commentatori, all'effetto generato già solo dal fatto che sia i medici sia i pazienti si sentivano sotto osservazione e il miglioramento, in un certo senso, già solo per questo motivo è assicurato. Ma la sovrapponibilità dei risultati tra cure standard e via web può anche essere dovuto al fatto che l'uso di strumenti tecnologici nel tempo perdeva regolarità, infatti in un anno i contatti con il medico erano stati simili a quelli registrati nel gruppo in terapia tradizionale. Per vari motivi: addestramento non adeguato agli strumenti, limitata percezione dei vantaggi del servizio, incapacità da parte dei medici di dare risposte in tempi rapidi, maggiore facilità dei contatti tradizionali, per esempio via telefono. In sostanza non si registrava un miglioramento della comunicazione tra le parti interessate.

Il fattore F

L'inserimento del farmacista nel programma di monitoraggio cambiava di molto lo scenario, intanto aumentando il numero di contatti: in media sono state inviate 22 e-mail. Di certo l'incoraggiamento che si ottiene dal contatto con un professionista, come già altri studi hanno dimostrato, può modificare gli esiti di un programma di trattamento e monitoraggio dell'ipertensione, e anche l'uso di strumenti digitali per misurare la pressione è ormai raccomandata quale parte integrante della strategia. Assodato che il fattore umano conta pracchio resta da capire se sia strettamente necessario per il successo di un di monitoraggio o se, invece, una gestione programmata di invio di mail e messaggistica come promemoria, di certo meno costosa possa sortire effetti altrettanto efficaci.

Simona Zazzetta



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