20 aprile 2024
Calmine
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Cos'è Calmine (ibuprofene)
Calmine è un farmaco a base di ibuprofene, appartenente al gruppo terapeutico Analgesici FANS.
A cosa serve Calmine e perchè si usa
Dolori di varia origine e natura (mal di testa, mal di denti, nevralgie, dolori osteoarticolari e muscolari, dolori mestruali).
Indicazioni: come usare Calmine, posologia, dosi e modo d'uso
Posologia
Adulti e ragazzi oltre i 12 anni:
1-2 compresse rivestite, 2-3 volte al giorno, preferibilmente a stomaco pieno.
Non superare la dose di 6 compresse rivestite al giorno. Non superare le dosi consigliate.
Dopo 2-3 giorni di trattamento senza risultati apprezzabili è necessario una valutazione clinica.
Popolazioni speciali
I pazienti anziani dovrebbero attenersi ai dosaggi minimi sopraindicati.
Gli effetti indesiderati possono essere minimizzati con l'uso della dose minima efficace per la durata di trattamento più breve possibile necessaria per controllare i sintomi (vedere paragrafo 4.4).
Modo di somministrazione
Uso orale.
Controindicazioni: quando non dev'essere usato Calmine
Non somministrare al di sotto dei 12 anni, durante la gravidanza e l'allattamento.
Il farmaco è controindicato in caso di:
- ipersensibilità individuale accertata verso il principio attivo o verso altri antinfiammatori non steroidei (acido acetilsalicilico, ecc.) o ad uno qualsiasi degli eccipienti;
- ulcera gastroduodenale attiva o altre gastropatie;
- insufficienza epatica o renale grave;
- storia di emorragia gastrointestinale o perforazione relativa a precedenti trattamenti attivi o storia di emorragia/ulcera peptica ricorrente (due o più episodi distinti di dimostrata ulcerazione o sanguinamento);
- severa insufficienza cardiaca (IV classe NYHA).
Calmine può essere usato durante la gravidanza e l'allattamento?
Gravidanza
L'inibizione della sintesi di prostaglandine può interessare negativamente la gravidanza e/o lo sviluppo embrio/fetale.
Risultati di studi epidemiologici suggeriscono un aumentato rischio di aborto e di malformazione cardiaca e di gastroschisi dopo l'uso di un inibitore della sintesi delle prostaglandine nelle prime fasi della gravidanza. Il rischio assoluto di malformazioni cardiache aumentava da meno dell'1%, fino a circa l'1,5%.
È stato ritenuto che il rischio aumenta con la dose e la durata della terapia. Negli animali, la somministrazione di inibitori della sintesi di prostaglandine ha mostrato di provocare un aumento della perdita di pre e post-impianto e di mortalità embrione-fetale.
Inoltre, un aumento di incidenza di varie malformazioni, inclusa quella cardiovascolare, è stato riportato in animali a cui erano stati somministrati inibitori di sintesi delle prostaglandine, durante il periodo organogenetico.
Durante il terzo trimestre di gravidanza, tutti gli inibitori della sintesi di prostaglandine possono esporre
il feto a:
- tossicità cardiopolmonare (con chiusura prematura del dotto arterioso e ipertensione polmonare);
- disfunzione renale, che può progredire in insufficienza renale con oligo-idroamnios;
la madre e il neonato, alla fine della gravidanza, a:
- possibile prolungamento del tempo di sanguinamento, ed effetto antiaggregante che può occorrere anche a dosi molto basse;
- inibizione delle contrazioni uterine risultanti in ritardo o prolungamento del travaglio.
Il medicinale è controindicato durante l'allattamento e nei bambini al di sotto dei 12 anni.
Quali sono gli effetti indesiderati di Calmine
Gli eventi avversi più comunemente osservati sono di natura gastrointestinale. Del tutto eccezionalmente con l'uso di ibuprofene, è stata riferita la comparsa di ulcere, alcune complicate con gastroenterragia.
Tali fenomeni regrediscono di norma con la sospensione del trattamento.
Possono verificarsi ulcere peptiche, perforazione o emorragia gastrointestinale, a volte fatale, in particolare negli anziani (vedere paragrafo 4.4).
Dopo somministrazione di CALMINE sono stati riportati: senso di peso epigastrico, dolori addominali, stipsi, nausea, vomito, diarrea, flatulenza, costipazione, dispepsia, dolore addominale, melena, ematemesi, stomatiti ulcerative, esacerbazione di colite e morbo di Crohn (vedere paragrafo 4.4).
Meno frequentemente sono state osservate gastriti.
Raramente, in alcuni pazienti sensibili, si sono verificati broncospasmo e trombocitopenia.
Edema, ipertensione e insufficienza cardiaca sono state riportate in associazione al trattamento con FANS.
Si sono presentate anche reazioni bollose includenti Sindrome di Stevens-Johnson e Necrolisi Tossica Epidermica (molto raramente).
Talvolta si possono verificare eruzioni cutanee su base allergica (eritemi, prurito, orticaria).
Studi clinici e dati epidemiologici suggeriscono che l'uso di ibuprofene, specialmente ad alti dosi (2400 mg/die), può essere associato ad un modesto aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi (per esempio infarto del miocardio o ictus) (vedere paragrafo 4.4).
Si deve invitare il paziente a comunicare qualsiasi effetto indesiderato diverso da quelli sopra indicati.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo http://www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.
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Fonte: CODIFA - L'informatore farmaceutico