Trinomia 100 mg/20 mg/2,5 mg 28 capsule

28 marzo 2024
Farmaci - Trinomia

Trinomia 100 mg/20 mg/2,5 mg 28 capsule


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INDICE SCHEDA



INFORMAZIONI GENERALI


TITOLARE:

Ferrer Internacional S.A.

CONCESSIONARIO:

Bruno Farmaceutici S.p.A.

MARCHIO

Trinomia

CONFEZIONE

100 mg/20 mg/2,5 mg 28 capsule

FORMA FARMACEUTICA
capsula

PRINCIPIO ATTIVO
acido acetilsalicilico + atorvastatina + ramipril

GRUPPO TERAPEUTICO
antiaggreganti + ipolipemizzanti + ACE inibitori


INDICAZIONI TERAPEUTICHE


A cosa serve Trinomia? Perchè si usa?


Trinomia è indicato per la prevenzione secondaria degli eventi cardiovascolari, come terapia sostitutiva in pazienti adulti adeguatamente controllati con i monocomponenti somministrati in concomitanza, a dosi terapeutiche equivalenti.


CONTROINDICAZIONI


Quando non dev'essere usato Trinomia?


  • Ipersensibilità ai principi attivi, ad uno qualsiasi degli eccipienti, ad altri salicilati, ai farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), ad altri inibitori dell'enzima convertitore dell'angiotensina (ACE) o alla tartrazina.
  • Ipersensibilità alla soia o alle arachidi.
  • In caso di anamnesi positiva per crisi asmatiche o altre reazioni allergiche all'acido salicilico o ad altri analgesici/antinfiammatori non steroidei.
  • Ulcera peptica ricorrente in fase attiva o pregressa e/o emorragia gastrointestinale, o altri tipi di sanguinamneto come emorragia cerebrovascolare.
  • Emofilia e altri disturbi della coagulazione.
  • Grave compromissione della funzione renale ed epatica (vedere paragrafo 4.2).
  • Pazienti in emodialisi (vedere paragrafo 4.2).
  • Grave insufficienza cardiaca.
  • Trattamento concomitante con metotrexato a un dosaggio di 15 mg o più alla settimana (vedere paragrafo 4.5).
  • L'uso concomitante di Trinomia con medicinali contenenti aliskiren è controindicato nei pazienti affetti da diabete mellito o compromissione della funzione renale (velocità di filtrazione glomerulare GFR < 60 ml/min/1.73 m2) (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).
  • Pazienti con polipi nasali associati ad asma indotta o esacerbata dall'acido acetilsalicilico.
  • Epatopatia in fase attiva o aumenti persistenti e inspiegabili delle transaminasi sieriche oltre 3 volte il limite superiore della norma (vedere paragrafo 4.4).
  • Durante la gravidanza, l'allattamento e in donne in età fertile che non utilizzano adeguate misure contraccettive (vedere paragrafo 4.6).
  • Trattamento concomitante con tipranavir o ritonavir a causa del rischio di rabdomiolisi (vedere paragrafi 4.4 e 4.5).
  • Trattamento concomitante con ciclosporina a causa del rischio di rabdomiolisi (vedere paragrafi 4.4 e 4.5).
  • Anamnesi positiva per angioedema (ereditario, idiopatico o dovuto a precedente angioedema con ACE-inibitori o agonisti del recettore dell'angiotensina II (AIIRA)).
  • Trattamenti extracorporei che comportano il contatto del sangue con superfici a carica negativa (vedere paragrafo 4.5).
  • Stenosi significativa dell'arteria renale bilaterale o stenosi dell'arteria renale in caso di singolo rene funzionante.
  • Il ramipril non deve essere usato in pazienti con stati ipotensivi o emodinamicamente instabili.
  • Bambini e adolescenti al di sotto dei 18 anni. In caso di bambini di età inferiore a 16 anni con febbre, influenza o varicella, esiste il rischio di sviluppo della sindrome di Reye.


AVVERTENZE E PRECAUZIONI D'USO


Cosa serve sapere prima di prendere Trinomia?


Trinomia deve essere utilizzato esclusivamente come terapia sostitutiva in pazienti adulti adeguatamente controllati con i monocomponenti somministrati in concomitanza, a dosi terapeutiche equivalenti.

Avvertenze per popolazioni speciali:

Si richiede una supervisione medica particolarmente attenta in caso di:
  • ipersensibilità ad altri analgesici/antinfiammatori/antipiretici/antireumatici o altri allergeni (vedere paragrafo 4.3);
  • altre allergie note (ad es. reazioni cutanee, prurito, orticaria), asma bronchiale, febbre da fieno, gonfiore delle mucose nasali (iperplasia delle adenoidi) e altre malattie respiratorie croniche (vedere paragrafo 4.3);
  • pazienti con anamnesi positiva per ulcere gastriche o enteriche o sanguinamento gastrointestinale (vedere paragrafo 4.3);
  • pazienti con ridotta funzione epatica e/o renale (vedere paragrafo 4.2);
  • pazienti a rischio particolare di ipotensione: in pazienti con sistema renina-angiotensina-aldosterone fortemente attivato, insufficienza cardiaca transitoria o persistente post-infarto del miocardio, pazienti a rischio di ischemia cardiaca o cerebrale, in caso di ipotensione acuta è necessaria la supervisione medica, comprendente il monitoraggio della pressione arteriosa, al fine di ridurre il rischio di un calo pronunciato acuto della pressione arteriosa e il deterioramento della funzione renale dovuto all'ACE-inibizione (vedere paragrafo 4.3);
  • deterioramento della circolazione cardiovascolare (vasculopatia renale, insufficienza cardiaca congestizia, deplezione del volume, intervento chirurgico maggiore, sepsi o eventi emorragici gravi);
  • pazienti con deficit di glucosio-6-fosfato deidrogenasi;
  • pazienti a rischio di aumento dei livelli di acido urico;
  • pazienti che consumano quantità considerevoli di alcol e/o con anamnesi positiva per epatopatie;
  • diagnosi di gravidanza: il trattamento deve essere interrotto immediatamente e, se opportuno, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3 e 4.6);
  • gli ACE-inibitori causano una più elevata incidenza di angioedema nei pazienti neri, rispetto ai pazienti non neri.
    Come per altri ACE-inibitori, il ramipril può essere meno efficace nel ridurre la pressione arteriosa nei soggetti neri, probabilmente a causa della maggiore prevalenza di ipotensione con bassi livelli di renina nella popolazione nera ipertesa.
Il monitoraggio durante il trattamento è richiesto in caso di:
  • trattamento concomitante con farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), corticosteroidi, inibitori selettivi del reuptake della serotonina (SSRI), farmaci antiaggreganti, anticoagulanti;
  • trattamento concomitante con ibuprofene;
  • pazienti che sviluppano segni o sintomi indicativi di lesione epatica;
  • intervento chirurgico: la terapia con Trinomia deve essere temporaneamente interrotta alcuni giorni prima di un intervento chirurgico maggiore in elezione, o quando sopravviene un'importante condizione medica o chirurgica. In caso di interventi di minore entità, come estrazioni dentali, Trinomia può contribuire al prolungamento del tempo di sanguinamento;
  • si richiede un monitoraggio particolarmente attento nei pazienti con compromissione della funzione renale (vedere paragrafo 4.2). Esiste il rischio di compromissione della funzione renale, in particolare nei pazienti con insufficienza cardiaca congestizia o sottoposti a trapianto di rene;
  • nei pazienti a rischio di sviluppo di iperkaliemia, ossia con insufficienza renale, età > 70 anni, diabete mellito non controllato, condizioni quali disidratazione, scompenso cardiaco acuto, acidosi metabolica o che utilizzano in concomitanza sali di potassio, diuretici risparmiatori di potassio e altri principi attivi che aumentano il potassio sierico, si raccomanda il monitoraggio regolare del potassio sierico (vedere paragrafo 4.5).
Avvertenza per effetti indesiderati specifici:
  • Effetti epatici:
I test della funzione epatica devono essere eseguiti periodicamente.
  • Effetti sull'apparato muscoloscheletrico:
L'atorvastatina, come altri inibitori dell'HMG-CoA reduttasi, può in rare occasioni avere effetti sul muscolo scheletrico e causare mialgia, miosite e miopatia, che possono progredire in rabdomiolisi, una condizione clinica potenzialmente letale caratterizzata da un marcato aumento dei livelli di creatinchinasi (CK) (> 10 volte l'ULN), mioglobinemia e mioglobinuria, che possono portare a insufficienza renale. Se i livelli di CK sono significativamente elevati (> 5 volte l'ULN) al basale, il trattamento non deve essere iniziato. Trinomia deve essere sospeso se si verifica un aumento clinicamente significativo dei livelli di CK (> 10 volte l'ULN), o se viene diagnosticata o si sospetta rabdomiolisi.

La creatinchinasi (CK) non deve essere misurata dopo un esercizio fisico intenso o in presenza di una qualsiasi causa alternativa plausibile di aumento della CK, perchè ciò potrebbe rendere difficile l'interpretazione del valore. Se i livelli di CK sono significativamente elevati al basale (> 5 volte l'ULN), la misurazione deve essere ripetuta entro i 5-7 giorni successivi per confermare i risultati.

Il rischio di rabdomiolisi ed eventi correlati (ad es. miopatia) aumenta quando Trinomia viene somministrato in concomitanza con inibitori potenti del CYP3A4, o proteine da trasporto. Il rischio di miopatia può aumentare anche con l'uso concomitante di derivati dell'acido fibrico (incluso gemfibrozil), eritromicina, niacina ed ezetimibe, ezetimibe, telaprevir o con la combinazione di tipranavir/ritonavir. Nei casi in cui la somministrazione concomitante di questi medicinali con Trinomia sia necessaria, si devono considerare attentamente il beneficio e il rischio del trattamento concomitante (vedere paragrafi 4.3 e 4.5).



Durante il trattamento:
  • ai pazienti deve essere chiesto di riferire immediatamente la comparsa di dolore, crampi o debolezza muscolari, soprattutto se accompagnati da malessere o febbre;
  • se tali sintomi si verificano mentre il paziente è sottoposto a trattamento con atorvastatina, devono essere misurati i livelli di CK. Se tali livelli risultano significativamente elevati (> 5 volte l'ULN), il trattamento deve essere interrotto;
  • se i sintomi muscolari sono intensi e causano fastidio quotidiano, anche se i livelli di CK sono elevati a 5 volte l'ULN, deve essere considerata la possibilità di interrompere il trattamento;
  • se i sintomi si risolvono e i livelli di CK ritornano nella norma, si può considerare il ripristino del trattamento con atorvastatina o l'introduzione di una statina alternativa, con un attento monitoraggio;
  • Trinomia deve essere sospeso se si verifica un aumento clinicamente significativo dei livelli di CK (> 10 volte l'ULN), o se viene diagnosticata o si sospetta rabdomiolisi.
Vi sono state segnalazioni molto rare di miopatia necrotizzante immuno-mediata (Immune-Mediated Necrotizing Myopathy, IMNM) durante o dopo il trattamento con alcune statine, inclusa atorvastatina. L'IMNM è caratterizzata clinicamente da debolezza persistente dei muscoli prossimali e da un'elevata creatinchinasi sierica, che permangono nonostante l'interruzione del trattamento con statine.

Trinomia non deve essere somministrato contemporaneamente a formulazioni sistemiche di acido fusidico o entro 7 giorni dalla sospensione del trattamento con acido fusidico. Nei pazienti in cui l'uso di acido fusidico ad azione sistemica è considerata essenziale, il trattamento con statine deve essere sospeso per tutta la durata del trattamento con acido fusidico. Sono stati segnalati casi di rabdomiolisi (tra cui alcuni decessi) nei pazienti trattati con acido fusidico e statine in combinazione (vedere paragrafo 4.5). Il paziente deve essere avvisato di consultare immediatamente il medico in caso di sintomi di debolezza muscolare, dolore o dolorabilità.

La terapia con statine può essere reintrodotta sette giorni dopo l'ultima dose di acido fusidico.

In circostanze eccezionali, in cui è necessario il trattamento con acido fusidico ad azione sistemica prolungata, ad esempio, per il trattamento di infezioni gravi, la necessità di co-somministrazione di Trinomia e acido fusidico deve essere considerata caso per caso e sotto stretto controllo medico


  • Pneumopatia interstiziale:
Casi eccezionali di pneumopatia interstiziale sono stati segnalati con alcune statine, soprattutto con la terapia a lungo termine (vedere paragrafo 4.8). Le caratteristiche che si presentato possono includere dispnea, tosse non produttiva e peggioramento dello stato di salute (affaticamento, perdita di peso e febbre). Se si sospetta lo sviluppo di pneumopatia interstiziale in un paziente, la terapia con statine deve essere interrotta.
  • Diabete mellito
I pazienti a rischio di diabete (glucosio a digiuno da 5,6 a 6,9 mmol/l, IMC > 30 kg/m2, trigliceridi elevati, ipertensione) devono essere monitorati dal punto di vista clinico e biochimico, secondo le linee guida nazionali.
  • Angioedema:
Angioedema è stato segnalato in pazienti trattati con ACE-inibitori, incluso ramipril (vedere paragrafo 4.8).

In caso di angioedema, il trattamento con Trinomia deve essere interrotto.

Deve essere immediatamente istituita una terapia di emergenza. Il paziente deve essere tenuto sotto osservazione per almeno 12-24 ore e dimesso dopo la completa risoluzione dei sintomi.

Angioedema intestinale è stato segnalato in pazienti trattati con ACE-inibitori, incluso ramipril (vedere paragrafo 4.8). Questi pazienti presentavano dolore addominale (con o senza nausea o vomito).
  • Duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS)
Esiste l'evidenza che l'uso concomitante di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell'angiotensina II o aliskiren aumenta il rischio di ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l'insufficienza renale acuta). Il duplice blocco del RAAS attraverso l'uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell'angiotensina II o aliskiren non è pertanto raccomandato (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).

Se la terapia del duplice blocco è considerata assolutamente necessaria, ciò deve avvenire solo sotto la supervisione di uno specialista e con uno stretto e frequente monitoraggio della funzionalità renale, degli elettroliti e della pressione sanguigna.

Gli ACE-inibitori e gli antagonisti del recettore dell'angiotensina II non devono essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica.
  • Reazioni anafilattiche durante la desensibilizzazione:
La probabilità e la gravità delle reazioni anafilattiche e anafilattoidi al veleno di insetti e ad altri allergeni aumentano con l'ACE-inibizione. Si deve considerare la sospensione temporanea di Trinomia prima della desensibilizzazione.
  • Neutropenia/agranulocitosi
Neutropenia/agranulocitosi, trombocitopenia e anemia sono state osservate raramente ed è stata segnalata mielodepressione. Si raccomanda di monitorare i globuli bianchi del sangue. Un monitoraggio più frequente è consigliato nella fase iniziale del trattamento e nei pazienti con compromissione della funzione renale, in quelli con concomitanti malattie del collagene (ad es. lupus eritematoso o sclerodermia) e in quelli trattati con altri medicinali che possono causare alterazioni del quadro ematico (vedere paragrafi 4.5 e 4.8).
  • Tosse
La tosse è stata segnalata con l'uso di ACE-inibitori. Tipicamente, la tosse è non produttiva, persistente e si risolve dopo l'interruzione della terapia. La tosse indotta da ACE-inibitori deve essere considerata nell'ambito della diagnosi differenziale della tosse.

Trinomia contiene lattosio. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di lattasi o da malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale.


POSOLOGIA E MODO DI SOMMINISTRAZIONE


Come si usa Trinomia? Dosi e modo d'uso


Posologia 

Adulti 

I pazienti attualmente controllati con dosi terapeutiche equivalenti di acido acetilsalicilico, atorvastatina e ramipril possono passare direttamente alle capsule di Trinomia. 

Il trattamento deve essere iniziato sotto supervisione medica (vedere paragrafo 4.4). 

Per la prevenzione cardiovascolare, la dose di mantenimento target di ramipril è 10 mg una volta al giorno. 

Popolazione pediatrica 

Trinomia è controindicato nei bambini e negli adolescenti di età inferiore ai 18 anni (vedere paragrafo 4.3). 

Popolazioni speciali 
  • Pazienti con compromissione della funzione renale: la dose giornaliera nei pazienti con compromissione della funzione renale deve basarsi sulla clearance della creatinina (vedere paragrafo 5.2):
    • se la clearance della creatinina è ≥ 60 ml/min, la dose giornaliera massima di ramipril è 10 mg;
    • se la clearance della creatinina è compresa tra 30-60 ml/min, la dose giornaliera massima di ramipril è 5 mg. 

Trinomia è controindicato nei pazienti in emodialisi e/o con grave compromissione della funzione renale (clearance della creatinina < 30 ml/min) (vedere paragrafo 4.3). 

  • Pazienti con compromissione della funzione epatica: Trinomia deve essere somministrato con cautela in caso di compromissione della funzione epatica (vedere paragrafo 5.2). I test della funzione epatica devono essere eseguiti prima di iniziare il trattamento e di seguito periodicamente. Nei pazienti che sviluppano segni o sintomi indicativi di lesione epatica devono essere eseguiti i test della funzione epatica. I pazienti che sviluppano un aumento dei livelli di transaminasi devono essere monitorati fino alla risoluzione della(e) anomalia(e). Qualora persista un aumento delle transaminasi di oltre 3 volte il limite superiore della norma (ULN), si raccomanda di sospendere Trinomia (vedere paragrafo 4.8). 
    Inoltre, in questi pazienti la dose giornaliera massima di ramipril è 2,5 mg e il trattamento deve essere iniziato esclusivamente sotto stretta sorveglianza medica. 
    Trinomia è controindicato nei pazienti con insufficienza epatica grave o in atto (vedere paragrafo 4.3). 
  • Anziani
    Nei pazienti molto anziani e cagionevoli il trattamento deve essere iniziato con cautela, a causa della maggiore probabilità di comparsa di effetti indesiderati.
Modo di somministrazione 

Le capsule rigide di Trinomia sono per uso orale.

Trinomia deve essere assunto per via orale sotto forma di una singola capsula al giorno, preferibilmente dopo un pasto.

Trinomia deve essere ingerito con liquidi e non deve essere masticato o frantumato prima della deglutizione. La capsula non deve essere aperta. Il sistema di chiusura garantisce le proprietà farmacologiche dei farmaci attivi. 

Evitare il succo di pompelmo quando si assume Trinomia.


SOVRADOSAGGIO


Cosa fare se avete preso una dose eccessiva di Trinomia?


Acido acetilsalicilico

Nel sovradosaggio cronico di acido acetilsalicilico, predominano sintomi a carico del sistema nervoso centrale, quali sonnolenza, capogiri, confusione o nausea (salicilismo). L'intossicazione acuta da acido acetilsalicilico, d'altro canto, è una grave alterazione dell'equilibrio acido-base. Anche nell'ambito delle dosi terapeutiche, l'aumento della respirazione provoca alcalosi respiratoria, compensata da un incremento dell'escrezione renale di carbonato di idrogeno per mantenere il pH ematico normale. A dosi tossiche, la compensazione non è più sufficiente e il pH ematico diminuisce, così come la concentrazione di carbonato di idrogeno. A volte, la pCO2 nel plasma può essere normale. La condizione clinica sembra essere acidosi metabolica, nonostante sia una combinazione di acidosi respiratoria e metabolica. Le relative cause sono: limitazione della respirazione su azione di dosi tossiche, accumulo di acido, in parte dovuto da una ridotta eliminazione per via renale (acido solforico e fosforico, oltre ad acido salicilico, acido lattico, acido acetoacetico e altri), a causa di una grave alterazione del metabolismo dei carboidrati. Si osservano inoltre squilibrio elettrolitico e perdite importanti di potassio.

Sintomi di intossicazione acuta

Oltre agli squilibri acido-base, si osservano anche squilibri elettrolitici (ad es. perdita di potassio), ipoglicemia, rash cutanei e sanguinamento gastrointestinale, sintomi come iperventilazione, tinnito, nausea, vomito, alterazione della vista e dell'udito, cefalee, capogiri e disorientamento. L'intossicazione grave (oltre 400 µg/ml) può provocare deliri, tremore, distress respiratorio, gonfiore, disidratazione, ipertermia e coma. Per le intossicazioni letali, la morte è in genere causata da un'insufficienza della funzione respiratoria.

Terapia dell'intossicazione

L'ambito delle opzioni terapeutiche per l'avvelenamento da acido acetilsalicilico è determinato dalla gravità, dallo stadio e dai sintomi clinici dell'intossicazione. Corrispondono alle procedure standard per ridurre l'assorbimento della sostanza, bilanciando idratazione ed elettroliti e controllando la termoregolazione e la funzione respiratoria alterate. La terapia è costituita prevalentemente da trattamenti che accelerano l'eliminazione e normalizzano l'equilibrio acido-base ed elettrolitico. Oltre alle infusioni di sodio bicarbonato e potassio cloruro, si somministrano anche diuretici. Il valore pH delle urine deve essere basico, per aumentare il grado di ionizzazione dell'acido salicilico e, di conseguenza, ridurre il riassorbimento tubulare. È fortemente raccomandato il controllo dei parametri ematochimici (valore pH, pCO2,, bicarbonato, potassio, ecc.). I casi gravi possono richiedere emodialisi.

In caso di sospetto sovradosaggio, il paziente deve essere tenuto sotto osservazione per 24 ore, perchè la comparsa dei sintomi e dei livelli plasmatici dei salicilati può richiedere diverse ore.

Atorvastatina

Non è disponibile un trattamento specifico per il sovradosaggio di atorvastatina. Qualora si verifichi un sovradosaggio, il paziente deve essere trattato sintomaticamente e devono essere istituite misure di supporto, secondo necessità. Devono essere eseguiti i test della funzione epatica e devono essere monitorati i livelli sierici di CK. A causa dell'ampio legame dell'atorvastatina alle proteine plasmatiche, non si prevede che l'emodialisi aumenti in misura significativa la clearance dell'atorvastatina.

Ramipril

I sintomi associati al sovradosaggio di ACE-inibitori possono comprendere vasodilatazione periferica eccessiva (con marcata ipotensione, shock), bradicardia, alterazioni elettrolitiche e insufficienza renale. Il paziente deve essere attentamente monitorato e il trattamento deve essere sintomatico e di supporto. Le misure consigliate prevedono disintossicazione primaria (lavanda gastrica, somministrazione di adsorbenti) e misure per il ripristino della stabilità emodinamica, inclusa la somministrazione di agonisti alfa-1-adrenergici o la somministrazione di angiotensina II (angiotensinamide). Il ramiprilato, il metabolita attivo di ramipril, viene scarsamente eliminato dalla circolazione generale mediante emodialisi.


GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO


E' possibile prendere Trinomia durante la gravidanza e l'allattamento?


Gravidanza 

Trinomia è controindicato durante la gravidanza (vedere paragrafo 4.3). 

L'uso di ACE inibitori non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4). L'uso di ACE inibitori è controindicato durante il secondo ed il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4). 

L'evidenza epidemiologica sul rischio di teratogenicità a seguito dell'esposizione ad ACE inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non ha dato risultati conclusivi; tuttavia non può essere escluso un lieve aumento del rischio. A meno che la terapia continuativa con ACE inibitori sia considerata essenziale, le pazienti che progettano una gravidanza devono essere indirizzate verso trattamenti antipertensivi alternativi, con un comprovato profilo di sicurezza per l'uso in gravidanza. Quando viene diagnosticata la gravidanza, il trattamento con gli ACE inibitori deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere avviata una terapia alternativa. 

È noto che una esposizione a terapia con ACE inibitori/Antagonisti dei Recettori dell'Angiotensina II (AIIRA) durante il secondo e il terzo trimestre di gravidanza induce fetotossicità nell'uomo (diminuzione della funzionalità renale, oligoidramnios, ritardo nell'ossificazione del cranio) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperpotassiemia). (Vedere anche paragrafo 5.3 'Dati preclinici di sicurezzà). Nel caso in cui si sia verificata un'esposizione ad ACE inibitori a partire dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalità renale e del cranio. I neonati le cui madri hanno assunto ACE inibitori devono essere attentamente monitorati per ipotensione, oliguria e iperpotassiemia (vedere anche paragrafi 4.3 e 4.4). 

Durante il primo e il secondo trimestre di gravidanza, l'acido acetilsalicilico deve essere assunto solo nei casi di effettiva necessità.  

L'inibizione della sintesi delle prostaglandine può avere effetti negativi sulla gravidanza e/o sullo sviluppo embrionale/fetale. I dati derivati da studi epidemiologici mostrano un aumento del rischio di morte fetale, nonché di malformazioni cardiache e gastroschisi, dopo la somministrazione di inibitori della sintesi delle prostaglandine nelle prime fasi della gravidanza. Si suppone che il rischio aumenti in relazione al dosaggio e alla durata del trattamento. 

L'esperienza precedente con dosi giornaliere di 50-150 mg di acido acetilsalicilico somministrato a donne in gravidanza nel secondo e terzo trimestre non ha evidenziato inibizione del travaglio, aumentata tendenza al sanguinamento o chiusura prematura del dotto arterioso. 

Non vi sono dati sufficienti per confermare o escludere l'associazione di acido acetilsalicilico a un aumento del rischio di aborto spontaneo. Inoltre, non vi sono dati che dimostrino l'associazione di acido acetilsalicilico a malformazioni, anche se non si può escludere un aumento del rischio di gastroschisi. 

In una meta-analisi comprendente 6 studi di coorte, 1 studio randomizzato controllato e 15 studi caso-controllo (Kozer et al., 2002), riguardante la relazione tra malformazioni e trattamento con acido acetilsalicilico durante il primo trimestre di gravidanza, non è stato evidenziato un aumento significativo del rischio di malformazioni (odds ratio= 1,33 OR IC al 95%: 0,94 – 1,89). Lo studio di coorte più importante comprendeva circa 15.000 donne in gravidanza che avevano assunto acido acetilsalicilico durante il primo trimestre. 

Gli studi sugli animali hanno mostrato una tossicità riproduttiva nei riguardi dei principi attivi acido acetilsalicilico, atorvastatina e ramipril (vedere paragrafo 5.3). 

Nel caso in cui donne che prevedono di iniziare una gravidanza o donne nel primo o secondo trimestre di gravidanza assumono acido acetilsalicilico, la durata del trattamento deve essere il più possibile breve.

Durante il terzo trimestre di gravidanza, a causa dell'uso di inibitori della sintesi delle prostaglandine, il feto può essere esposto a: 
  • tossicità cardiopolmonare (chiusura prematura del dotto arterioso e ipertensione polmonare);
  • deficit renale, che può provocare insufficienza renale e oligoidramnios. 
La madre e il feto, al termine della gravidanza, possono essere esposti a:
  • possibile prolungamento del tempo di sanguinamento, un effetto antiaggregante che può verificarsi anche alle dosi più basse;
  • inibizione delle contrazioni uterine, con conseguente ritardo o prolungamento del travaglio. 
La sicurezza di atorvastatina nelle donne in gravidanza non è stata stabilita. Non sono stati condotti studi clinici controllati con atorvastatina in donne in gravidanza. Sono stati segnalati rari casi di anomalie congenite in seguito all'esposizione intrauterina a inibitori dell'HMG-CoA reduttasi. Gli studi sugli animali hanno mostrato tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). 

Il trattamento materno con atorvastatina può ridurre i livelli fetali di mevalonato, un precursore della biosintesi del colesterolo. L'aterosclerosi è un processo cronico e di solito la sospensione dei medicinali ipolipemizzanti durante la gravidanza dovrebbe avere un impatto minimo sul rischio a lungo termine associato all'ipercolesterolemia primaria. 

Per questi motivi, Trinomia non deve essere utilizzato in donne in gravidanza, che pianificano o che sospettano una gravidanza. Il trattamento con Trinomia deve essere sospeso per la durata della gravidanza o fino a quando non sia stato escluso lo stato di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4). 

Allattamento 

Piccole quantità di acido acetilsalicilico e dei suoi metaboliti passano nel latte materno. Non è noto se atorvastatina o i suoi metaboliti siano escreti nel latte materno. Inoltre, sono disponibili informazioni insufficienti riguardo all'uso di ramipril durante l'allattamento (vedere paragrafo 5.2). 

A causa delle potenziali reazioni avverse gravi, le donne che assumono Trinomia non devono allattare al seno (vedere paragrafo 4.3). 

Fertilità 

Le donne in età fertile devono usare metodi contraccettivi efficaci durante il trattamento (vedere paragrafo 4.3).


GUIDA DI VEICOLI E USO DI MACCHINARI


Effetti di Trinomia sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari


L'acido acetilsalicilico e l'atorvastatina non alterano o alterano in modo trascurabile la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari.

A causa del componente ramipril, alcuni effetti avversi (ad es. sintomi di un calo della pressione arteriosa, quali capogiri) possono alterare la capacità di concentrazione e di reazione del paziente e costituire pertanto un rischio nelle situazioni in cui tali capacità sono di particolare importanza (ad es. nell'uso di veicoli o di macchinari).

Ciò può accadere in particolare quando si passa da altri preparati alla terapia con Trinomia o quando si aumenta la dose. Pertanto, quando si assume Trinomia è consigliabile non guidare veicoli o usare macchinari per diverse ore.


PRINCIPIO ATTIVO


Trinomia 100 mg/20 mg/10 mg capsule rigide

Ogni capsula contiene 100 mg di acido acetilsalicilico, 20 mg di atorvastatina (come 21,69 mg di atorvastatina calcio triidrato) e 10 mg di ramipril.

Trinomia 100 mg/20 mg/5 mg capsule rigide

Ogni capsula contiene 100 mg di acido acetilsalicilico, 20 mg di atorvastatina (come 21,69 mg di atorvastatina calcio triidrato) e 5 mg di ramipril.

Trinomia 100 mg/20 mg/2,5 mg capsule rigide

Ogni capsula contiene 100 mg di acido acetilsalicilico, 20 mg di atorvastatina (come 21,69 mg di atorvastatina calcio triidrato) e 2,5 mg di ramipril.

Eccipiente(i) con effetti noti: contiene 73,61 mg di lattosio monoidrato e 0,48 mg di lecitina di soia.

Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.


ECCIPIENTI


Nucleo

Cellulosa microcristallina

Talco

Sodio amido glicolato (tipo A)

Lattosio monoidrato

Amido pregelatinizzato (di mais)

Carbonato di calcio

Idrossipropilcellulosa

Polisorbato 80

Crospovidone (tipo A)

Silice colloidale anidra

Magnesio stearato

Ipromellosa

Sodio stearil fumarato

Film di rivestimento

Alcol polivinilico

Titanio diossido (E171)

Talco

Lecitina (soia)

Gomma xantana

Ipromellosa

Trietile citrato

Povidone

Ferro ossido giallo (E172)

Ferro ossido nero (E172)

Involucro della capsula:

Gelatina

Titanio diossido

Ferro ossido rosso (E172)

Gomma lacca

Etanolo (tracce)

Ferro ossido nero

Glicole propilenico (tracce)

Ammonio idrossido (tracce)

Nucleo

Cellulosa microcristallina

Talco

Sodio amido glicolato (tipo A)

Lattosio monoidrato

Amido pregelatinizzato (di mais)

Calcio carbonato

Idrossipropilcellulosa

Polisorbato 80

Crospovidone (tipo A)

Silice colloidale anidra

Magnesio stearato

Ipromellosa

Sodio stearil fumarato

Film di rivestimento

Alcol polivinilico

Titanio biossido (E171)

Talco

Lecitina (soia)

Gomma xantana

Ipromellosa

Trietile citrato

Povidone

Ferro ossido giallo (E172)

Ferro ossido nero (E172)

Involucro della capsula:

Gelatina

Titanio diossido

Ferro ossido nero

Ferro ossido rosso

Gomma lacca

Etanolo (tracce)

Ferro ossido nero

Glicole propilenico(tracce)

Ammonio idrossido (tracce)

Nucleo

Cellulosa microcristallina

Talco

Sodio amido glicolato (tipo A)

Lattosio monoidrato

Amido pregelatinizzato (di mais)

Calcio carbonato

Idrossipropilcellulosa

Polisorbato 80

Crospovidone (tipo A)

Silice colloidale anidra

Magnesio stearato

Ipromellosa

Sodio stearil fumarato

Film di rivestimento

Alcol polivinilico

Titanio diossido (E171)

Talco

Lecitina (soia)

Gomma xantana

Ipromellosa

Trietile citrato

Povidone

Ferro ossido giallo (E172)

Ferro ossido nero (E172)

Involucro della capsula:

Gelatina

Titanio diossido

Ferro ossido nero

Gomma lacca

Etanolo (tracce)

Ferro ossido nero

Glicole propilenico (tracce)

Ammonio idrossido (tracce)


SCADENZA E CONSERVAZIONE


Scadenza: 24 mesi

Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.


NATURA E CONTENUTO DEL CONTENITORE


Blister (OPA/Alluminio/PVC/Alluminio): 7, 14, 28, 56 o 98 capsule rigide in una scatola. 

È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.



Data ultimo aggiornamento: 06/11/2021

Nota: Nel contenuto della scheda possono essere presenti dei riferimenti a paragrafi non riportati.

Fonte: CODIFA - L'informatore farmaceutico



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