Melfalan Teva

16 aprile 2024

Melfalan Teva


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Cos'è Melfalan Teva (melfalan)


Melfalan Teva è un farmaco a base di melfalan, appartenente al gruppo terapeutico Antineoplastici alchilanti.

A cosa serve Melfalan Teva e perchè si usa


Melfalan Teva, al dosaggio convenzionale per via endovenosa, è indicato per il trattamento del mieloma multiplo e del carcinoma ovarico.

Melfalan Teva, ad alto dosaggio per via endovenosa, è indicato nel trattamento del mieloma multiplo e del neuroblastoma nell'infanzia, con o senza trapianto di cellule staminali ematopoietiche.

Melfalan Teva, somministrato per perfusione arteriosa regionale, è indicato nel trattamento del melanoma maligno localizzato delle estremità e del sarcoma dei tessuti molli localizzato dell'estremità.

Nelle suddette indicazioni Melfalan Teva può essere usato da solo o in associazione con altri farmaci citotossici.

Indicazioni: come usare Melfalan Teva, posologia, dosi e modo d'uso


Posologia

Somministrazione parenterale

Melfalan Teva è esclusivamente per uso endovenoso e perfusione arteriosa regionale.

Melfalan Teva non deve essere somministrato senza trapianto di cellule staminali ematopoietiche a dosi superiori a 140 mg/m2.

Mieloma multiplo: Melfalan Teva è stato impiegato su base intermittente da solo o in associazione con altri farmaci citotossici. Inoltre la somministrazione di prednisone è stata inclusa in alcuni regimi terapeutici.

Lo schema posologico tipico per Melfalan Teva per via endovenosa, quando impiegato da solo, prevede 0,4 mg/kg di peso corporeo (16 mg/m2 di superficie corporea) ripetuti a intervalli adeguati (ad esempio una volta ogni 4 settimane), a condizione che durante tale periodo vi sia stato il recupero della conta ematica periferica.

I regimi ad alte dosi generalmente impiegano singole dosi endovenose comprese tra 100 e 200 mg/m2 di superficie corporea (circa 2,5-5,0 mg/kg di peso corporeo), ma diviene essenziale il trapianto di cellule staminali ematopoietiche a seguito di dosi superiori a 140 mg/m2 di superficie corporea. Sono inoltre raccomandate l'idratazione e la diuresi forzata.

Adenocarcinoma ovarico: Se somministrato per via endovenosa da solo, è stato spesso impiegato alla dose di 1 mg/kg di peso corporeo (circa 40 mg/m2 di superficie corporea) somministrato a intervalli di 4 settimane.

Se somministrato in associazione con altri farmaci citotossici, sono state impiegate dosi endovenose comprese tra 0,3 e 0,4 mg/kg di peso corporeo (12-16 mg/m2 di superficie corporea) a intervalli di 4-6 settimane.

Neuroblastoma avanzato: Alte dosi comprese tra 100 e 240 mg/m2 di superficie corporea (a volte suddivise in modo omogeneo in 3 giorni consecutivi), in associazione al trapianto di cellule staminali ematopoietiche, sono state impiegate da sole o in associazione con radioterapia e/o altri farmaci citotossici.

Melanoma maligno: La perfusione regionale con melfalan associata a ipertermia è stata impiegata come adiuvante alla chirurgia per i melanomi maligni allo stadio iniziale e come trattamento palliativo nelle forme avanzate ma localizzate. Per dettagli sulla tecnica di perfusione e sul dosaggio da usare, si consulti la letteratura scientifica. L'intervallo di dose abituale per la perfusione delle estremità superiori è di 0,6-1,0 mg/kg di peso corporeo e per la perfusione delle estremità inferiori è di 0,8-1,5 mg/kg di peso corporeo.

Sarcoma dei tessuti molli: La perfusione regionale con melfalan associata a ipertermia è stata usata nel trattamento di tutti gli stadi di sarcoma dei tessuti molli localizzato, generalmente in associazione con la chirurgia. L'intervallo di dose abituale per la perfusione delle estremità superiori è di 0,6-1,0 mg/kg di peso corporeo e per la perfusione delle estremità inferiori è di 1-1,4 mg/kg di peso corporeo.

Popolazione pediatrica

Melfalan, nell'ambito della posologia convenzionale, è solo raramente indicato nei bambini e non possono essere fornite linee guida definite per il dosaggio.

Melfalan per via iniettabile ad alte dosi, in associazione con il trapianto di cellule staminali ematopoietiche, è stato utilizzato nel neuroblastoma dell'infanzia e possono essere usate linee guida per il dosaggio basate sulla superficie corporea, come per gli adulti.

Pazienti anziani

Sebbene melfalan sia frequentemente impiegato ai dosaggi convenzionali nei pazienti anziani, non sono disponibili specifiche informazioni relative alla somministrazione in questo gruppo di pazienti.

L'esperienza nell'impiego di alte dosi di melfalan nei pazienti anziani è limitata. Prima della somministrazione di alte dosi nei pazienti anziani, ci si deve pertanto assicurare che venga garantito un adeguato stato generale e funzionale degli organi.

Danno renale

La clearance di melfalan, sebbene variabile, può essere ridotta in caso di danno renale.

I dati farmacocinetici attualmente disponibili non giustificano una raccomandazione assoluta sulla riduzione del dosaggio durante la somministrazione di compresse di melfalan a pazienti con danno renale, ma può essere prudente utilizzare inizialmente un dosaggio ridotto fino a quando non venga stabilita la tolleranza.

Nel caso in cui Melfalan Teva venga impiegato a dosaggi convenzionali per via endovenosa (16-40 mg/m2 di superficie corporea), si raccomanda che la dose iniziale venga ridotta del 50% e che la posologia successiva venga determinata in rapporto al grado di soppressione ematologica.

Nel caso di dosi elevate di melfalan per via endovenosa (100-240 mg/m2 di superficie corporea), la necessità di riduzione della dose dipende dal grado di danno renale, dalla reinfusione o meno di cellule staminali ematopoietiche, e dalla necessità terapeutica. Melfalan Teva non deve essere somministrato senza trapianto di cellule staminali ematopoietiche a dosi superiori a 140 mg/m2.

Indicativamente, in caso di trattamento con alte dosi di melfalan senza trapianto di cellule staminali ematopoietiche in pazienti con danno renale di grado moderato (clearance della creatinina da 30-50 ml/min) si effettua solitamente una riduzione della dose pari al 50%. Melfalan ad alte dosi (oltre 140 mg/m2) senza trapianto di cellule staminali ematopoietiche non è raccomandato nei pazienti con danno renale più grave.

Melfalan a dosi elevate con trapianto di cellule staminali ematopoietiche è stato utilizzato con successo anche in pazienti dipendenti dalla dialisi con insufficienza renale in fase terminale. Per i dettagli consultare la relativa letteratura.

Modo di somministrazione

Per la somministrazione per via endovenosa, si raccomanda che la soluzione di Melfalan Teva venga iniettata lentamente in una soluzione per infusione rapida attraverso un sito disinfettato.

Se l'iniezione diretta in infusione rapida non è appropriata, la soluzione di Melfalan Teva può essere somministrata diluita in una sacca per infusione.

Melfalan Teva non è compatibile con soluzioni per infusione contenenti destrosio. Si raccomanda l'utilizzo esclusivo di soluzioni per infusione endovenosa di sodio cloruro 0,9% p/v. Per le istruzioni sulla diluizione prima della somministrazione, vedere paragrafo 6.6.

Quando ulteriormente diluito in una soluzione per infusione, Melfalan Teva ha una stabilità ridotta e il tasso di degradazione aumenta rapidamente con l'aumento della temperatura. Se Melfalan Teva viene infuso ad una temperatura ambiente di circa 25°C, il tempo totale compreso fra la preparazione della soluzione ricostituita ed il completamento dell'infusione non deve superare 1 ora e mezza.

Se dovesse apparire torbidità o cristallizzazione nelle soluzioni ricostituite o diluite, la preparazione deve essere eliminata.

Deve essere prestata attenzione per evitare possibili stravasi di Melfalan Teva e, in caso di difficile accesso venoso periferico, deve essere preso in considerazione l'uso di un catetere venoso centrale.

Se vengono somministrate alte dosi di Melfalan Teva con o senza trapianto autologo di midollo osseo, si raccomanda la somministrazione tramite un catetere venoso centrale.

In caso di perfusione arteriosa regionale, consultare la letteratura per gli aspetti metodologici.

Controindicazioni: quando non dev'essere usato Melfalan Teva


Ipersensibilità al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti.

Melfalan Teva può essere usato durante la gravidanza e l'allattamento?


Contraccezione per uomini e donne in età fertile

Come per tutti i trattamenti citotossici, i pazienti di entrambi i sessi in trattamento con Melfalan Teva devono usare un metodo contraccettivo affidabile fino a tre mesi dalla cessazione del trattamento.

Gravidanza

Non vi sono dati, se non limitati, sull'utilizzo di melfalan nelle donne in gravidanza. Gli studi effettuati sugli animali hanno mostrato tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). Il rischio per l'uomo non è noto, ma a causa delle proprietà mutagene e della somiglianza strutturale di melfalan con noti composti teratogeni, è possibile che melfalan possa indurre malformazioni congenite nella prole dei pazienti trattati. Melfalan non deve essere somministrato in gravidanza, a meno che le condizioni cliniche della donna richiedano il trattamento con melfalan.

Allattamento

Non è noto se melfalan o i suoi metaboliti siano escreti nel latte umano.

Le madri in trattamento con Melfalan Teva non devono allattare il proprio bambino al seno.

Fertilità

Melfalan causa soppressione delle funzioni ovariche in donne in premenopausa, dando luogo ad amenorrea in un numero significativo di pazienti. Esistono evidenze da studi su animali che il melfalan può avere un effetto negativo sulla spermatogenesi (vedere paragrafo 5.3). Pertanto, è possibile che il melfalan possa causare sterilità temporanea o permanente nei pazienti maschi.

Si consiglia agli uomini che assumono melfalan di non avere figli durante il trattamento e fino a 6 mesi dopo lo stesso e di rivolgersi a uno specialista di conservazione degli spermatozoi prima del trattamento, in quanto esiste la possibilità di infertilità irreversibile a seguito del trattamento con melfalan.

Quali sono gli effetti indesiderati di Melfalan Teva


Per questo prodotto non esiste una documentazione clinica recente da usare come supporto per la determinazione della frequenza degli effetti indesiderati. Gli effetti indesiderati possono variare nella loro incidenza a seconda dell'indicazione e della dose ricevuta e anche se somministrati in combinazione con altri agenti terapeutici.

È stata utilizzata la seguente convenzione per la classificazione della frequenza:

Molto comuni (≥1/10), comuni (≥1/100 - <1/10), non comuni (≥1/1.000 - <1/100), rari (≥1/10.000 - <1/1.000), molto rari (<1/10.000).

Patologie del sistema emolinfopoietico

Molto comuni: Depressione midollare che porta a leucopenia, trombocitopenia e anemia

Rari: Anemia emolitica

Disturbi del sistema immunitario

Rari: Reazioni allergiche (vedere Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo)

Sono state segnalate occasionalmente reazioni allergiche al melfalan quali orticaria, edema, rash cutanei e shock anafilattico, a seguito della prima somministrazione o delle successive, particolarmente dopo somministrazione endovenosa. Raramente, in associazione a tali eventi, è stato anche riportato arresto cardiaco.

Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche

Rari: Polmonite interstiziale e fibrosi polmonare (inclusi casi fatali)

Patologie gastrointestinali

Molto comuni: Nausea, vomito e diarrea, stomatite ad alte dosi

Rari: Stomatite alle dosi convenzionali

L'incidenza di diarrea, vomito e stomatite rappresenta la tossicità dose-limitante nei pazienti ai quali è somministrato melfalan ad alte dosi per via endovenosa in associazione con trapianto autologo di midollo osseo. Il pretrattamento con ciclofosfamide sembra ridurre la gravità del danno gastrointestinale indotto da alte dosi di melfalan; per maggiori dettagli si consulti la letteratura.

Patologie epatobiliari

Rari: Disturbi epatici che vanno da anomalie nei test di funzionalità epatica a manifestazioni cliniche quali epatite e ittero; malattia veno-occlusiva susseguente a trattamento con alte dosi.

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

Molto comuni: Alopecia alle dosi elevate

Comuni: Alopecia alle dosi convenzionali

Rari: Esantema maculo-papulare e prurito (vedere Disturbi del sistema immunitario)

Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo

Iniezione a seguito di perfusione isolata dell'arto:

Molto comuni: Atrofia muscolare, fibrosi muscolare, mialgia, creatinfosfochinasi ematica aumentata

Comuni: Sindrome compartimentale

Non noti: Necrosi muscolare, rabdomiolisi

Patologie renali e urinarie

Comuni: Temporanei aumenti significativi dell'azotemia sono stati osservati negli stadi precoci della terapia con melfalan in pazienti affetti da mieloma con danno renale

Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione

Molto comuni: Sensazione soggettiva e transitoria di calore e/o formicolio

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione www.agenziafarmaco.gov.it/content/come-segnalare-una-sospetta-reazione-avversa


Nota: Nel contenuto della scheda possono essere presenti dei riferimenti a paragrafi non riportati.

Fonte: CODIFA - L'informatore farmaceutico



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